martedì 24 gennaio 2012

Morte sul lavoro


Tragedia in cantiere, muore un operaio
DRAMMA DEL LAVORO. Un 48enne di origine albanese, residente a Chiari da molti anni, ha perso la vita a Calcio durante le operazioni di smontaggio di un «cassero». Sherbet Bashmeta è stato colpito alla testa da un angolare in acciaio. È la prima vittima registrata da quando è partita l'operazione Brebemi

24/01/2012 Calcio. I cantieri dell'autostrada «Brebemi» sono tornati al centro dell'attenzione, ma stavolta non per una polemica a sfondo ambientale: purtroppo, infatti, i lavori per la «direttissima» hanno fatto la prima vittima. Che si chiamava Sherbet Bashmeta ed era un carpentiere di 48 anni di origine albanese che viveva a Chiari: è morto ieri pomeriggio a Calcio, nella Bergamasca, dopo essere stato colpito alla testa da un barra di acciaio sganciatasi da un «cassero» che stava per essere rimosso da un muro. Inutile l'elmetto protettivo.
Il dramma si è consumato pochi minuti dopo le 13, all'interno del cantiere numero 2 della Brebemi, in corrispondenza dell'uscita 12, dove sono in corso i lavori per la realizzazione dello svincolo e del futuro casello di Calcio-Antegnate. L'area si trova in prossimità della cascina Cantarana di Sopra, dove Bashmeta e i suoi colleghi, dipendenti dell'impresa edile milanese «Sicos srl» che ha il subappalto dalla Cavalleri di Bergamo, lavorano da tempo per realizzare l'intero svincolo, dotato di sottopasso e opere complementari.
IERI MATTINA il 48enne era arrivato in cantiere con il fratello Agron, di dieci anni più giovane, proveniente da Chiari, la cittadina nella quale entrambi vivono da parecchi anni. La mattinata è trascorsa senza inconvenienti, e mentre il più giovane dei fratelli lavorava in un altro punto del cantiere, Sherbet si stava occupando della rimozione dei casseri: pesanti paratie in acciaio dotate di una intelaiatura smontabile e assemblate per contenere le gettate di cemento.
I pezzi in questione pesano diversi quintali, e ieri stavano per essere rimossi con l'utilizzo di una gru comandata da un operaio sulla sommità di un muro appena realizzato affiancato, alla base della costruzione, dal collega albanese. Stando alla prima ricostruzione effettuata dai tecnici dell'Asl di Treviglio, affiancati dai carabinieri di Calcio, l'operazione di innalzamento della paratia stava procedendo regolarmente, e mentre l'addetto alla gru sollevava il pesante cassero, il collega doveva sganciarlo dalla base. Così hanno fatto. Un'operazione delicata, anche perchè la parete in metallo doveva essere tolta scongiurando il pericolo che urtasse un ponteggio. Per cause che devono essere accertate, sembra che dal manufatto già parzialmente sollevato si sia sganciato un angolare lungo un paio di metri. E Sherbet è stato investito in pieno.
Ai colleghi accorsi immediatamente la situazione è apparsa subito in tutta la sua drammaticità. Tra loro anche Agron Bashmeta, disperato per le condizioni del fratello. Per accelerare i soccorsi, il «118» ha inviato sul posto l'eliambulanza, ma al personale medico non è restato che constatare il decesso.
POCO DOPO è stato disposto il sequestro del punto del cantiere in cui si è verificato il dramma, ma per solidarietà anche gli altri operai, sotto choc, hanno preferito interrompere il lavoro. Il magistrato di turno ha inizialmente disposto il trasferimento del corpo dello scomparso nella camera mortuaria del cimitero di Calcio; poi, nel tardo pomeriggio ha concesso il nulla osta per riconsegnarlo ai familiari.
Nativo di Kavaia, Sherbet Bashmeta si trovava in Italia dal 1995 e abitava a Chiari, al numero 9 di via Tagliata, insieme alla moglie, a un figlio di 18 e a una figlia 13 anni, mentre la primogenita ventenne vive altrove, sposata e madre di un bambino.
Nel pomeriggio di ieri diversi amici e parenti della vittima hanno lasciato il lavoro per raggiungere il suo appartamento e portare conforto ai figli, in attesa che la moglie rientrasse dallo straziante appuntamento col riconoscimento del corpo. «Non sappiamo cosa possa essergli accaduto - commentava un amico -, era molto prudente. Sappiamo soltanto che è rimasto schiacciato da una specie di armatura». La data dei funerali non è ancora stata fissata.

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