lunedì 2 aprile 2018

La Festa non si vende


Pasqua e Pasquetta: la totale liberalizzazione nel commercio resta un problema ed è sciopero nel commercio

Filcams Cgil: La Corte Costituzionale ha sancito il diritto di astenersi dalla prestazione nelle festività riconoscendo il diritto generale al godimento del giorno festivo

In diverse regioni italiane, sarà sciopero nel commercio per continuare a contrastare le liberalizzazioni delle aperture domenicali e festive nel commercio.

La completa liberalizzazione degli orari e delle aperture domenicali e festive, anno dopo anno, si sta rivelando disastrosa, non ha portato nessun aumento dell’occupazione e nessun aumento dei consumi, come dimostrano i tanti negozi dei centri storici chiusi e le procedure di licenziamento fatte dalle aziende della Grande Distribuzione, anche quelle che hanno scelto il “sempre aperto h24”. Sono peggiorate le condizioni di lavoro, gli orari, la vita delle lavoratrici e dei lavoratori, è aumentata solo la precarietà.

La festa non si vende, è la campagna che da oltre 6 anni la Filcams Cgil Nazionale sta portando avanti per richiedere una regolamentazione delle aperture domenicali nel commercio, ormai allo sbando dopo il decreto Salva Italia.

“È indispensabile un intervento legislativo – la proposta di Legge in materia è ferma in Senato – che modifichi la normativa introdotta da Monti” afferma la Filcams Cgil Nazionale. “È ormai assodato che il sempre aperto non ha contribuito a migliorare né l’economia del settore, né l’occupazione, ma ha solo peggiorato le condizioni di lavoro, complicato la gestione dei piccoli esercenti, e trasformato il centro commerciale in luogo di ritrovo sociale e culturale in alternativa ai centri storici e della vita sociale delle città.”

“Già la Corte Costituzionale ha sancito il diritto di astenersi dalla prestazione nelle festività riconoscendo quindi il diritto generale al godimento del giorno festivo” – un risultato importante legato alle azioni legali sostenute dalla Filcams. A questo è necessario però aggiungere una riflessione su cosa è accaduto nel settore e la revisione delle liberalizzazioni. Azione legislativa e il ruolo contrattuale possono costituire leve per un modello alternativo alle aperture - h 24 e 365 giorni l’anno – che restano un problema di attualità per le lavoratrici ed i lavoratori del commercio.

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