lunedì 7 maggio 2018

Questo non è il mio Giro

Il 4 maggio è partito da Tel Aviv il Giro della Vergogna.

Il Giro d'Italia parte dallo Stato di Israele, che occupa abusivamente i territori palestinesi, che conduce una politica coloniale e di apartheid contro un intero popolo, che coi suoi soldati killer arresta, perseguita e uccide donne e uomini, adulti e bambini. La politica violenta e guerrafondaia di Netanyahu minaccia la pace del mondo, in spregio agli allarmi dell' ONU, ma il Giro d'Italia parte da Tel Aviv e Gerusalemme con la benedizione del governo più reazionario della storia di Israele.

È una vergogna assoluta per le istituzioni sportive, la Gazzetta dello Sport che organizza, la Rai che coi nostri soldi paga la manifestazione.

Uno degli sport più popolari viene usato per coprire una selvaggia politica di guerra ed occupazione. Il principio pacifista delle competizioni sportive viene brutalmente e sfacciatamente oltraggiato, nonostante i pronunciamenti di tante organizzazioni internazionali e anche di ebrei contrari alla politica di Netanyahu, che chiedevano altri comportamenti. Ma gli organizzatori del Giro hanno ignorato ogni richiesta di cautela ed equilibrio ed hanno deciso di macchiare di sangue palestinese la Maglia Rosa. Poi sapremo per quali sporchi interessi economici e politici.

L'8 maggio il Giro d'Italia sbarcherà in Italia, in Sicilia. Lo accoglieremo nel nome di Gaza e della Palestina devastate, ovunque esso arrivi, da ovunque parta. Il Giro della vergogna, complice degli oppressori e degli assassini, dovrà sentire per le sue strade la voce del popolo palestinese oppresso.

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