martedì 31 gennaio 2012
domenica 29 gennaio 2012
Incontro pubblico sul progetto di centrale a biomasse

Chi fosse interessato alla questione può scaricare i contenuti particolareggiati del progetto, assieme ai suoi aggiornamenti più recenti, dai siti internet:
http://www.valorinfranciacorta.org/Linea_energia_aggiornamento.pdf
http://www.valorinfranciacorta.org/Biomasse.zipLe vicende delle Foibe
mercoledì 25 gennaio 2012
martedì 24 gennaio 2012
L'ambiente che muore
Gussago, scoperti bancali d'amianto abbandonatiGiornale di Brescia, lunedì 23 gennaio 2012
La tangenziale sopra, il treno sotto. Un cavalcavia nel territorio comunale di Gussago, proprio al confine con Castegnato, nei pressi di via Cavezzo, una piccola stradina di campagna, è diventata una discarica abusiva di amianto. L’hanno scoperta gli uomini del servizio Ittico Venatorio della Provincia di Brescia che nel pomeriggio di domenica erano impegnati in un servizio di vigilanza in materia di tutela ambientale.
A destare l’allarme maggiore il fatto che in mezzo a resti di coperture d’amianto sono stati rinvenuti anche due bancali dello stesso materiale ben stoccato e abbondantemente avvolto nel cellophane. Il sospetto è che ad abbandonarlo possa essere stata una delle numerose ditte che assicura il corretto smaltimento e che in questo modo ha voluto lucrare più del lecito.
Morte sul lavoro
Tragedia in cantiere, muore un operaio
DRAMMA DEL LAVORO. Un 48enne di origine albanese, residente a Chiari da molti anni, ha perso la vita a Calcio durante le operazioni di smontaggio di un «cassero». Sherbet Bashmeta è stato colpito alla testa da un angolare in acciaio. È la prima vittima registrata da quando è partita l'operazione Brebemi
24/01/2012 Calcio. I cantieri dell'autostrada «Brebemi» sono tornati al centro dell'attenzione, ma stavolta non per una polemica a sfondo ambientale: purtroppo, infatti, i lavori per la «direttissima» hanno fatto la prima vittima. Che si chiamava Sherbet Bashmeta ed era un carpentiere di 48 anni di origine albanese che viveva a Chiari: è morto ieri pomeriggio a Calcio, nella Bergamasca, dopo essere stato colpito alla testa da un barra di acciaio sganciatasi da un «cassero» che stava per essere rimosso da un muro. Inutile l'elmetto protettivo.
Il dramma si è consumato pochi minuti dopo le 13, all'interno del cantiere numero 2 della Brebemi, in corrispondenza dell'uscita 12, dove sono in corso i lavori per la realizzazione dello svincolo e del futuro casello di Calcio-Antegnate. L'area si trova in prossimità della cascina Cantarana di Sopra, dove Bashmeta e i suoi colleghi, dipendenti dell'impresa edile milanese «Sicos srl» che ha il subappalto dalla Cavalleri di Bergamo, lavorano da tempo per realizzare l'intero svincolo, dotato di sottopasso e opere complementari.
IERI MATTINA il 48enne era arrivato in cantiere con il fratello Agron, di dieci anni più giovane, proveniente da Chiari, la cittadina nella quale entrambi vivono da parecchi anni. La mattinata è trascorsa senza inconvenienti, e mentre il più giovane dei fratelli lavorava in un altro punto del cantiere, Sherbet si stava occupando della rimozione dei casseri: pesanti paratie in acciaio dotate di una intelaiatura smontabile e assemblate per contenere le gettate di cemento.
I pezzi in questione pesano diversi quintali, e ieri stavano per essere rimossi con l'utilizzo di una gru comandata da un operaio sulla sommità di un muro appena realizzato affiancato, alla base della costruzione, dal collega albanese. Stando alla prima ricostruzione effettuata dai tecnici dell'Asl di Treviglio, affiancati dai carabinieri di Calcio, l'operazione di innalzamento della paratia stava procedendo regolarmente, e mentre l'addetto alla gru sollevava il pesante cassero, il collega doveva sganciarlo dalla base. Così hanno fatto. Un'operazione delicata, anche perchè la parete in metallo doveva essere tolta scongiurando il pericolo che urtasse un ponteggio. Per cause che devono essere accertate, sembra che dal manufatto già parzialmente sollevato si sia sganciato un angolare lungo un paio di metri. E Sherbet è stato investito in pieno.
Ai colleghi accorsi immediatamente la situazione è apparsa subito in tutta la sua drammaticità. Tra loro anche Agron Bashmeta, disperato per le condizioni del fratello. Per accelerare i soccorsi, il «118» ha inviato sul posto l'eliambulanza, ma al personale medico non è restato che constatare il decesso.
POCO DOPO è stato disposto il sequestro del punto del cantiere in cui si è verificato il dramma, ma per solidarietà anche gli altri operai, sotto choc, hanno preferito interrompere il lavoro. Il magistrato di turno ha inizialmente disposto il trasferimento del corpo dello scomparso nella camera mortuaria del cimitero di Calcio; poi, nel tardo pomeriggio ha concesso il nulla osta per riconsegnarlo ai familiari.
Nativo di Kavaia, Sherbet Bashmeta si trovava in Italia dal 1995 e abitava a Chiari, al numero 9 di via Tagliata, insieme alla moglie, a un figlio di 18 e a una figlia 13 anni, mentre la primogenita ventenne vive altrove, sposata e madre di un bambino.
Nel pomeriggio di ieri diversi amici e parenti della vittima hanno lasciato il lavoro per raggiungere il suo appartamento e portare conforto ai figli, in attesa che la moglie rientrasse dallo straziante appuntamento col riconoscimento del corpo. «Non sappiamo cosa possa essergli accaduto - commentava un amico -, era molto prudente. Sappiamo soltanto che è rimasto schiacciato da una specie di armatura». La data dei funerali non è ancora stata fissata.
Contatecela giusta!
CONTATECELA GIUSTA
mini-corso di economia col professor Giulio Palermo
mini-corso di economia col professor Giulio Palermo
Il “governo dei tecnici” chiamato anche “governo del Presidente” ha rimpiazzato quello dell' “unto del Signore”, ma la situazione economica non cambia, anzi.
Prima e dopo sui mass-media non si fa che parlare in termini economici, dei quali tutti sembrano possedere la chiave.
Perciò sembra il caso di dedicare qualche serata ad una breve “alfabetizzazione di base” su alcuni dei termini e dei concetti che vengono sempre chiamati in causa. Ci farà da guida il professor Giulio Palermo, economista della università di Brescia.
Lo scopo è quello di aver una comprensione migliore del perché e del come la ricchezza prodotta socialmente dal lavoro vada a finire in mano all'uno per cento della popolazione, per usare una espressione resa popolare dal movimento americano di “occupy Wall Street”.
Il corso si svilupperà in quattro incontri:
1. La moneta: nascita e funzione, con un richiamo al passaggio dalla moneta metallica alla moneta cartacea nel 1700, in epoca già ampiamente capitalistica.
2. Gli stati e le banche centrali: che cosa significa il potere di emettere moneta, in particolare moneta cartacea, con riferimento alla nascita ed alla evoluzione della Banca d'Italia.
3. L'Unione Europea e la Banca Centrale Europea: come funziona, quale è il suo ruolo rispetto alle banche centrali nazionali e nei confronti della cosiddetta “economia reale”.
4. Crisi, debito e sfruttamento nell'Unione europea: il debito pubblico, i processi storici che l'hanno reso insostenibile, gli interessi conflittuali in seno all'Unione europea e le vie di uscita dalla crisi.
Il primo incontro è previsto per martedì 24 gennaio 2011 ore 20.30, nella Sala incontri della federazione di Rifondazione Comunista in via Eritrea 20 a Brescia.
Gli altri incontri seguiranno con cadenza mensile nella stessa sede. Le date saranno comunicate successivamente.
venerdì 20 gennaio 2012
A sostegno del pluralismo dell'informazione
Domenica 22 alle ore 15,30 al Centro Sociale 28 maggio in via Europa 54 a Rovato si terrà un dibattito sui tagli dell'editoria imposti dal governo Berlusconi e sottoscritti dal governo Monti.
Questi tagli rappresentano una pietra tombale per "Liberazione" e per "il Manifesto", al punto che "Liberazione" dal primo gennaio 2012 ha deciso di sospendere le pubblicazioni del giornale.
Questo comporta una grave perdita per l'informazione libera e partigiana da parte di tutti noi, è il tentativo di mettere a tacere ogni forma di dissenso che esiste nel nostro paese sottomesso a una sorta di dittatura della comunicazione imposta dai poteri forti.
Per questo abbiamo deciso di organizzare un pranzo di sostegno a "Liberazione" e un dibattito con:
Dino Greco, direttore di Liberazione
Loris Campetti, giornalista del Manifesto
Manuel Colosio, rappresentante di Radio Onda d'Urto
C'è parecchio marcio in Lombardia
IN CONSIGLIO REGIONALE. La Regione non si taglia gli stipendi
Giornale di Brescia, mercoledì 18 gennaio 2012.
Il caso c'è, ma non si vede. Strana atmosfera martedì mattina in Consiglio regionale, una seduta convocata per eleggere il vice presidente dell'assemblea dopo le dimissioni di Franco Nicoli Cristiani, in carcere per le presunte tangenti, discutere alcune interrogazioni e vari mozioni. Senonchè la vicenda Ponzoni, esplosa il giorno prima, aveva fatto aumentare la tensione, con le opposizioni all'attacco della maggioranza. Si pensava che qualcosa sarebbe accaduto e invece... e invece, in Aula, il nome e la questione Ponzoni non sono echeggiate. Aleggiava, ma nessun riferimento. Nemmeno nel dibattito «politico» sul progetto di legge di iniziativa popolare sul trattamento economico dei consiglieri regionali.
Ma andiamo con ordine. Come annunciato, vice presidente del Consiglio è stato eletto il bergamasco Carlo Saffioti (Pdl) con 50 voti, l'opposizione ha votato scheda bianca; una preferenza (dal sapore ironico) hanno avuto anche Massimo Ponzoni e Nicole Minetti.
Il Consiglio ha poi bocciato - senza discuterla - la proposta di legge presentata dal Comitato Zero Privilegi, sostenuta da 12mila firme, per tagliare i costi della politica. Ricordiamo che nel dicembre scorso il Consiglio ha approvato una nuova legge in materia, abolendo - fra l'altro - il vitalizio e l'indennità di fine rapporto. La maggioranza Pdl-Lega ha sostenuto che il progetto di iniziativa popolare è superato da quella legge: inutile, dunque, la sua analisi in Aula. Secondo l'opposizione invece - per approfondire l'argomento e recuperare credibilità alla politica - sarebbe stato giusto discutere comunque la proposta.
martedì 17 gennaio 2012
Sebben che siamo donne

VENERDI’ 20 GENNAIO 2012 ore 20.00 al CENTRO SOCIALE 28 MAGGIO di ROVATO in via Europa, 54 (di fronte al campo da rugby, zona stazione Fs ), LIDIA CIRILLO presenta:
“Sebben che siamo donne”
- Femminismo e lotta sindacale nella crisi -
- Femminismo e lotta sindacale nella crisi -
Crisi economica - conflitto di genere e di classe nella crisi - sindacalismo femminista Quale è il contributo del femminismo nelle lotte sindacali? Cosa hanno da dire le donne della crisi finanziaria scatenata dalle oligarchie che dominano i nostri destini?
I Quaderni Viola hanno rappresentato in questi anni un contributo irrinunciabile alla diffusione di idee ma soprattutto di una metodologia per mantenere viva l’attenzione sui problemi che toccano la vita delle donne e degli uomini con un’ottica attenta di genere.
Ultime notizie dai nostri vicini di Villa Carcina
Domenica 8 gennaio 2012 a Villa Carcina i rappresentanti del gruppo consigliare “LiberaMente” e del gruppo di “Rifondazione Comunista” hanno percorso le vie del paese, evidenziando le barriere architettoniche che ostacolano e impediscono il transito a carrozzine, a persone disabili o a chi è temporaneamente in difficoltà di movimento.
Sui marciapiedi, agli incroci, di fronte al municipio comunale, nei pressi dei parchi pubblici, delle scuole e degli asili comunali, lungo le strade ed in corrispondenza delle rotonde, è stato impresso (con vernice idrosolubile) il simbolo della carrozzina barrato con un divieto in rosso, ad indicare appunto la presenza di barriere architettoniche, per un totale di n. 27 simboli dipinti. L’iniziativa ha incontrato l’attenzione dei cittadini che si sono fermati per chiedere informazioni e con i quali è stato ulteriormente approfondito il merito della questione.
L’occasione è seguita al periodo delle festività, in occasione delle quali a Villa Carcina l’Amministrazione comunale locale ha speso 6.600 euro per l’allestimento di un grande albero di natale ed al contempo ha tagliato 7.400 euro dai fondi destinati proprio all’abbattimento delle barriere architettoniche.
Di fronte alla richiesta, avanzata in Consiglio comunale, di rinunciare all’illuminazione ed alla decorazione dell’albero al fine di impiegare i soldi così risparmiati per integrare la somma mancante per l’abbattimento delle barriere architettoniche, la Giunta Giraudini ha rifiutato, sostenendo come l’albero di Natale sia una caratteristica dell’identità di Villa Carcina.
Il Sindaco Giraudini ha riconosciuto la criticità del problema rappresentato dalle barriere architettoniche, ma niente di più.
Un paese misura la propria civiltà anche sulla base della capacità e della volontà di rendere meno gravosa l’esistenza ai suoi cittadini, dimostrando verso ognuno, soprattutto verso i più deboli, atti concreti di solidarietà e giustizia sociale. Per questo i gruppi di “LiberaMente” e di “Rifondazione Comunista” hanno spronato l’Amministrazione comunale di Villa Carcina affinché eliminasse questi ostacoli non più tollerabili in una società civile, facendosi realmente carico degli interessi di TUTTA la sua cittadinanza.
Ma nei giorni successivi all’iniziativa di protesta attuata domenica 8 gennaio, i vigili urbani sono stati inviati presso le abitazioni dei consiglieri comunali, per avere nota del totale dei simboli apposti, ed hanno ispezionato l’intero territorio di Villa Carcina per contarli “dal vivo”, impiegando così il loro tempo prezioso per accertare questo presunto ‘illecito’, anziché per quantificare ad esempio il numero delle barriere architettoniche esistenti o per l’espletamento delle altre funzioni di loro competenza.
Ai consiglieri comunali dei gruppi “LiberaMente” e “Rifondazione Comunista” è stato poi recapitato un IMPROBABILE verbale di contestazione, compilato su carta non intestata e non firmato dall’agente verbalizzante, ai sensi dell’art. 15 del Codice della strada, con ingiunzione al pagamento di una multa di 44 euro e alla rimozione dei simboli entro 10 giorni, ai sensi dell’art. 211 del codice.
Ad indignare i protagonisti di questa vicenda non è stato tanto il pagamento della multa, quanto piuttosto l’ingiunzione alla rimozione dei simboli, quasi a voler nascondere all’occhio lo scandalo costituito dagli ostacoli che i cittadini più svantaggiati sono costretti ogni giorno ad affrontare.
I consiglieri comunali di “LiberaMente” e di “Rifondazione Comunista” di Villa Carcina hanno quindi deciso di ottemperare all’ingiunzione di rimuovere il simbolo citato nel verbale e di chiedere contemporaneamente al Sindaco Giraudini di fare altrettanto per quanto riguarda la rimozione delle barriere architettoniche.
All’obbligo di ripristinare “entro 10 giorni” il manto stradale “imbrattato” (per usare le parole riportate nel verbale di contestazione della polizia locale) verrà dato seguito con un’iniziativa che enfatizzerà tale gesto, munendosi di spazzoloni, secchi e cartelli, a sottolineare l’assurdità della solerzia con cui l’amministrazione comunale di Villa Carcina ha mandato in giro i vigili a contare i simboli dipinti sull’asfalto (con pittura idrosolubile!) anziché occuparsi di monitorare con altrettanta solerzia le barriere architettoniche.
APPUNTAMENTO PER DOMENICA MATTINA ALLE ORE 10
DAVANTI AL COMUNE DI VILLA CARCINA
(portate spazzettoni e secchi, ma parcheggiate lontano dalle telecamere altrimenti tolgono i punti dalla patente per uso di armi improprie!!)
Ultime notizie dai nostri vicini di Castegnato
BOSCO STELLA, VERSO ACCORDO QUADRO. Uniti Provincia e Comuni franciacortini
16/01/12 Un accordo quadro, da definire seduti attorno ad un tavolo, per non permettere la realizzazione della discarica "Bosco Stella". E' quanto è emerso dall'incontro che si è tenuto in Broletto tra la Commissione Consiliare II e VII e i sindaci di Castegnato, Ospitaletto, Paderno Franciacorta e Passirano, territori interessati dalla possibile costruzione di questa struttura. In questi giorni i tecnici sono al lavoro per valutare se ci siano le condizioni o meno per la realizzazione dell'opera. Tecnici che dovranno, se sarà il caso, firmare il via libera; ma prima di allora i quattro sindaci franciacortini chiedono alla Provincia di attivarsi. La mozione approvata nei mesi scorsi in Provincia all'unanimità, deve essere utile per chiedere alla Regione Lombardia di togliere quella norma che la scorsa giunta provinciale Cavalli approvò.
Castegnato, la troupe de «Le Iene» a Boscostella
sabato, 14 gennaio 2012. Sabato mattina una troupe del programma televisivo «Le Iene», di Italia 1, ha registrato un servizio nei pressi di cava Bettoni di Castegnato, l’area che potrebbe accogliere la discussa discarica di Boscostella. Erano presenti un centinaio di persone, per lo più attivisti dei Comitati Salute ed ambiente di Ospitaletto, Castegnato, Paderno e Passirano, e il circolo Legambiente Franciacorta, cioè le realtà associative che, unitamente alle quattroAamministrazioni comunali si oppongono alla discarica, che A2A vorrebbe realizzare nella fossa di cava Bettoni.
L’inviata delle Iene Nadia Toffa ha intervistato i rappresentanti dei comitati franciacortini (Attilio Andreoli, Andrea Consoli, Giuseppe Antonini, Fausto Bondioli e Amilcare Barucco), e Silvio Parzanini di Legambiente Franciacorta. La zona che potrebbe ospitare la nuova grande discarica e la manifestazione stessa sono state riprese dalla telecamera del noto programma televisivo. Non si sa ancora quando il servizio andrà in onda su Italia 1. Alla manifestazione, organizzata solo la sera precedente, non sono riusciti ad intervenire i sindaci dei quattro comuni interessati, però s’è fatto vivo l’assessore Corongiu di Castegnato, che ha illustrato il punto di vista della sua Amministrazione. Tutti gli intervistati hanno spiegato i motivi della loro contrarietà alla creazione della discarica di Boscostella.
Intanto, in merito alla discarica Boscostella, è stata ufficializzata per lunedì 16 gennaio alle 11, in Palazzo Broletto la convocazione congiunta delle due Commissioni competenti. All’incontro sono invitati Giuseppe Orizio, Antonio Vivenzi e Daniela Gerardini, rispettivamente sindaci di Castegnato, Paderno e Passirano.
Il rapporto europeo sulle esportazioni armiere
Comunicato di "Tavola della Pace" e "Rete Disarmo" con le reti europee di controllo sugli armamenti
Le reti europee denunciano: il 13° Rapporto dell'UE sulle esportazioni di armi è incompleto, in ritardo e passato sotto silenzio
La pubblicazione della "XIII Relazione annuale sul controllo delle esportazioni di tecnologia e attrezzature militari", che ricopre le esportazioni per l'anno 2010, "solleva diversi interrogativi sull'attendibilità dei dati forniti dai governi e sull'impegno dell'Unione europea ad operare un controllo efficace delle esportazioni di armamenti". Lo affermano in un comunicato stampa diffuso oggi un ampio gruppo di associazioni, reti e centri di ricerca di diversi paesi europei tra cui, per l'Italia, la Rete Disarmo e la Tavola della pace. "Questa importante relazione (470 pagine di tabelle e dati) è stata pubblicata l'ultimo giorno lavorativo dell'anno (venerdì, 30 dicembre 2011) senza darne alcuna comunicazione né sul sito web del Consiglio dell'Unione europea (Consilium che è responsabile della sua pubblicazione), né su quello del Parlamento europeo. Ciò sta ad indicare che questa relazione è considerata alla stregua di una mera occorrenza burocratica, piuttosto che un importante documento degno di ampio dibattito pubblico da parte dei governi degli Stati membri e delle istituzioni dell'Unione" - sottolineano le associazioni. Inoltre, otto paesi (quasi un terzo degli Stati membri, tra cui due dei principali esportatori di armamenti al mondo, cioè Germania e Regno Unito) non hanno fornito dati completi sulle consegne di sistemi militari, rendendo così praticamente impossibile l'analisi delle esportazioni effettive di armi da parte dei paesi dell'UE. "Al riguardo va evidenziata l'ampia anomalia dei dati forniti dall'Italia" - precisa Giorgio Beretta, analista della Rete Disarmo, che per primo ha esaminato il rapporto pubblicandone un ampio resoconto sul portale Unimondo. "Mentre, la Relazione ufficiale della Presidenza del Consiglio sulle esportazioni di armamenti italiani per l'anno 2010 riporta come "operazioni di esportazione effettuate" un valore di circa 2.754 milioni di euro, il governo italiano ha segnalato all'UE esportazioni effettuate per soli 615 milioni di euro. Se una minima differenza di dati tra i due rapporti può essere comprensibile, non può certo essere nell'ordine dei miliardi di euro soprattutto considerando che si tratta di consegne già effettuate nel 2010 e quindi con armamenti già passati e registrati dall'Agenzia delle Dogane". "Nei prossimi giorni - aggiunge Francesco Vignarca, coordinatore della Rete Disarmo invieremo una richiesta ufficiale ai compenti uffici del Ministero degli Esteri per chiedere spiegazioni rispetto a queste anomalie. Ma - considerate le modifiche che il Governo si appresta a fare sulla legge 185 del 1990 che regolamenta le esportazioni militari italiane - è venuto il momento di aprire un confronto parlamentare e pubblico su tutta la materia che riguarda direttamente la politica estera e di difesa del nostro paese". "L'Europa è ormai diventata il primo esportatore mondiale di armi - sottolinea Flavio Lotti, coordinatore nazionale della Tavola della pace - contribuendo direttamente alla crescita dell'instabilità e del disordine internazionale. In un mondo che sembra ormai fuori controllo, con delle istituzioni internazionali fortemente indebolite, mentre l'Europa viene pesantemente attaccata dalla speculazione finanziaria, non possiamo permetterci di continuare a disseminare il mondo di armi italiane ed europee. L'Europa non può essere un fattore di destabilizzazione internazionale. Prima ancora di essere contro i nostri principi è contro i nostri interessi e la nostra stessa sicurezza. Chiediamo dunque al nuovo governo di agire di conseguenza". Riguardo ai dati forniti, va segnalato che il valore totale delle autorizzazioni (licences) di esportazione di armi nel 2010 è diminuito del 21% rispetto al 2009 quando avevano raggiunto un record di 40,3 miliardi di euro: nel 2010 ammontano a 31,7 miliardi di euro, una cifra vicina a quella del 2008 (33,5 miliardi di euro) che rappresenta uno dei valori più alti dall'attuazione nel 1998 di una politica comune europea sulle esportazioni di armamenti. "Mentre il valore delle autorizzazioni all'esportazioni di armi verso i paesi occidentali (principalmente l'Unione europea e gli Stati Uniti) è sceso di oltre il 28%, è preoccupante - notano le associazioni europee - che le esportazioni di armi verso i paesi delle economie emergenti e in via di sviluppo siano salite a 15,5 miliardi di euro, cioè a poco meno della metà del totale. Se il valore delle esportazioni di armi verso i regimi repressivi del Medio Oriente e Nord Africa è sceso rispetto ai livelli record del 2009, anche nel 2010 le autorizzazioni all'esportazione di armamenti verso queste zone di forte tensione sono rimaste molto alte e superano gli 8,3 miliardi di euro". Ai sensi dell'articolo 15 della Posizione Comune dell'Unione europea sulle esportazioni di tecnologia e attrezzature militari, è prevista nel 2012 una revisione della normativa dell'UE sulle esportazioni di armamenti. "Tale revisione può essere efficace solo se si basa su informazioni attendibili e complete e su un dibattito informato" - sottolineano le associazioni europee. "Come associazioni, reti e centri di ricerca da tempo attivi nel controllo delle esportazioni di armamenti, contro il commercio delle armi e nella promozione facciamo appello ai membri del Parlamento europeo per chiedere un dibattito sulla "Relazione annuale sul controllo delle esportazioni di tecnologia e attrezzature militari" e un'analisi approfondita dei dati riportati e delle sue carenze" - concludono le associazioni.
Roma, 11 gennaio 2012
sabato 14 gennaio 2012
No alla privatizzazione dell'acqua e dei servizi pubblici!
Il Governo Monti intende approvare un decreto sulle strategie di liberalizzazione, che vuole intervenire direttamente anche sull’acqua, sconfessando l'esito dei Referendum del 12 e 13 giugno scorsi. Dobbiamo impedirglielo!
APPELLO: "GIU’ LE MANI DALL’ACQUA E DALLA DEMOCRAZIA!"
Il 12 e 13 giugno scorsi 26 milioni di donne e uomini hanno votato per l’affermazione dell’acqua come bene comune e diritto umano universale e per la sua gestione partecipativa e senza logiche di profitto.
Le stesse persone hanno votato anche la difesa dei servizi pubblici locali dalle strategie di privatizzazione: una grande e diffusa partecipazione popolare, che si è espressa in ogni territorio, dimostrando la grande vitalità democratica di una società in movimento e la capacità di attivare un nuovo rapporto tra cittadini e Stato attraverso la politica.
Il voto ha posto il nuovo linguaggio dei beni comuni e della partecipazione democratica come base fondamentale di un possibile nuovo modello sociale capace di rispondere alle drammatiche contraddizioni di una crisi economico-finanziaria sociale ed ecologica senza precedenti.
A questa straordinaria esperienza di democrazia il precedente governo Berlusconi ha risposto con un attacco diretto al voto referendario, riproponendo le stesse norme abrogate con l’esclusione solo formale del servizio idrico integrato.
Adesso, utilizzando come espediente la precipitazione della crisi economico-finanziaria e del debito, il Governo guidato da Mario Monti si appresta a replicare ed approfondire tale attacco attraverso un decreto quadro sulle strategie di liberalizzazione che vuole intervenire direttamente anche sull’acqua, forse addirittura in parallelo ad un analogo provvedimento a livello di Unione Europea che segua la falsariga di quanto venne proposto anni addietro con la direttiva Bolkestein. In questo modo si vuole mettere all’angolo l’espressione democratica della maggioranza assoluta del popolo italiano, schiacciare ogni voce critica rispetto alla egemonia delle leggi di mercato ed evitare che il “contagio” si estenda fuori Italia.
Noi non ci stiamo.
L’acqua non è una merce, ma un bene comune che appartiene a tutti gli esseri viventi e a nessuno in maniera esclusiva, e tanto meno può essere affidata in gestione al mercato.
I beni comuni sono l’humus del legame sociale fra le persone e non merci per la speculazione finanziaria.
Ma sorge, a questo punto, una enorme e fondamentale questione che riguarda la democrazia: nessuna “esigenza” di qualsivoglia mercato può impunemente violare l’esito di una consultazione democratica, garantita dalla Costituzione, nella quale si è espressa senza equivoci la maggioranza assoluta del popolo italiano.
Chiediamo con determinazione al governo Monti di interrompere da subito la strada intrapresa.
Chiediamo a tutti i partiti, a tutte le forze sociali e sindacali di prendere immediata posizione per il rispetto del voto democratico del popolo italiano.
Chiediamo alle donne e agli uomini di questo paese di sottoscrivere questo appello e di prepararsi alla mobilitazione per la difesa del voto referendario.
Oggi più che mai, si scrive acqua e si legge democrazia.
www.acquabenecomune.org/raccoltafirme/index.php?option=com_petitions&view=petition&id=181&Itemid=111
SOTTOSCRIVI E FAI SOTTOSCRIVERE L'APPELLO "GIU’ LE MANI DALL’ACQUA E DALLA DEMOCRAZIA!" CLICCANDO QUI
APPELLO: "GIU’ LE MANI DALL’ACQUA E DALLA DEMOCRAZIA!"
Il 12 e 13 giugno scorsi 26 milioni di donne e uomini hanno votato per l’affermazione dell’acqua come bene comune e diritto umano universale e per la sua gestione partecipativa e senza logiche di profitto.
Le stesse persone hanno votato anche la difesa dei servizi pubblici locali dalle strategie di privatizzazione: una grande e diffusa partecipazione popolare, che si è espressa in ogni territorio, dimostrando la grande vitalità democratica di una società in movimento e la capacità di attivare un nuovo rapporto tra cittadini e Stato attraverso la politica.
Il voto ha posto il nuovo linguaggio dei beni comuni e della partecipazione democratica come base fondamentale di un possibile nuovo modello sociale capace di rispondere alle drammatiche contraddizioni di una crisi economico-finanziaria sociale ed ecologica senza precedenti.
A questa straordinaria esperienza di democrazia il precedente governo Berlusconi ha risposto con un attacco diretto al voto referendario, riproponendo le stesse norme abrogate con l’esclusione solo formale del servizio idrico integrato.
Adesso, utilizzando come espediente la precipitazione della crisi economico-finanziaria e del debito, il Governo guidato da Mario Monti si appresta a replicare ed approfondire tale attacco attraverso un decreto quadro sulle strategie di liberalizzazione che vuole intervenire direttamente anche sull’acqua, forse addirittura in parallelo ad un analogo provvedimento a livello di Unione Europea che segua la falsariga di quanto venne proposto anni addietro con la direttiva Bolkestein. In questo modo si vuole mettere all’angolo l’espressione democratica della maggioranza assoluta del popolo italiano, schiacciare ogni voce critica rispetto alla egemonia delle leggi di mercato ed evitare che il “contagio” si estenda fuori Italia.
Noi non ci stiamo.
L’acqua non è una merce, ma un bene comune che appartiene a tutti gli esseri viventi e a nessuno in maniera esclusiva, e tanto meno può essere affidata in gestione al mercato.
I beni comuni sono l’humus del legame sociale fra le persone e non merci per la speculazione finanziaria.
Ma sorge, a questo punto, una enorme e fondamentale questione che riguarda la democrazia: nessuna “esigenza” di qualsivoglia mercato può impunemente violare l’esito di una consultazione democratica, garantita dalla Costituzione, nella quale si è espressa senza equivoci la maggioranza assoluta del popolo italiano.
Chiediamo con determinazione al governo Monti di interrompere da subito la strada intrapresa.
Chiediamo a tutti i partiti, a tutte le forze sociali e sindacali di prendere immediata posizione per il rispetto del voto democratico del popolo italiano.
Chiediamo alle donne e agli uomini di questo paese di sottoscrivere questo appello e di prepararsi alla mobilitazione per la difesa del voto referendario.
Oggi più che mai, si scrive acqua e si legge democrazia.
Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua
www.acquabenecomune.org/raccoltafirme/index.php?option=com_petitions&view=petition&id=181&Itemid=111
La Sinistra e Brescia

la Federazione di Rifondazione Comunista di Brescia organizza
LA SINISTRA E BRESCIA
INCONTRO DIBATTITO
INCONTRO DIBATTITO
MERCOLEDÌ 18 GENNAIO 2012 alle ore 20.45 nel Salone "Buozzi" della Camera del Lavoro di Brescia (Via Folonari, 20)
coordina: THOMAS BENDINELLI – Giornalista
partecipano:
FIORENZO BERTOCCHI – Segretario Prc di Brescia
CARLO COLOSINI – Segretario PDCI di Brescia
MARCO FENAROLI – Presidente Provinciale ANPI
ETTORE BRUNELLI – Coordinamento Provinciale SEL di Brescia
MANLIO VICINI – Avvocato Associazione Diritti Per Tutti
SAURO DI GIOVANBATTISTA – Sinistra Critica di Brescia
giovedì 12 gennaio 2012
Rassegna stampa sulla liberazione del Municipio di Gussago dai suoi indesiderati inquilini
Se ne vanno undici consiglieri. La Giunta Lazzari al capolinea
GUSSAGO. Cala il sipario sull'amministrazione: dalla Prefettura è arrivata la presa d'atto
Il sindaco accusa i dimissionari: «Segno di mancanza di coraggio» Ma ormai è un passo irreversibile: il Comune è già stato commissariato
Bresciaoggi, 11/01/2012
La lenta agonia della Giunta di Gussago, guidata dal sindaco Lucia Lazzari, è terminata ieri a mezzogiorno. Nessun duello sotto il sole, nessuna sfida all'«Ok Corral»
, come si prospettava per il Consiglio comunale in programma venerdì sera. Semplicemente, gli undici consiglieri che avevano sfiduciato il sindaco prima di Natale hanno contemporaneamente consegnato le dimissioni al segretario comunale Sante Moschella; contestualmente le dimissioni di massa sono state inoltrate al prefetto.
Ma Gussago non resterà senza governo. Il prefetto Narcisa Brassesco, verificata la crisi, ha subito provveduto ieri alla nomina di un commissario, in attesa delle elezioni, così come è recentemente accaduto, per altre cause, a Ospitaletto. Il commissario di Gussago è il viceprefetto vicario Salvatore Rosario Pasquariello.
A DECIDERE le sorti del sindaco Lazzari e della squadra formata dal vice Stefano Quarena, Matteo Codenotti, Ilaria Marchina, Laura Negrini e Marco Penazza è stato dunque l'atto che ha accomunato parte della maggioranza - gli ex assessori dimissionari Luca Aliprandi, Lucia Masutti, Francesco Pea e il consigliere Edda Prevacini - e i rappresentanti dell'opposizione.
È duro il sindaco Lazzari: «È evidente la volontà di sottrarsi al corretto confronto politico, che non si deve svolgere in assemblee o adunanze organizzate da gruppi politici, ma nel Consiglio comunale. Le dimissioni sono il segno di mancanza di coraggio e un atto di viltà politica, oltre che di incapacità ad affrontare il tema in un Consiglio comunale, nel quale i firmatari della mozione di sfiducia si sarebbero dovuti confrontare pubblicamente con il sindaco e i nove consiglieri rimasti coerentemente nel gruppo Per Gussago (Lega-Pdl) e avrebbero dovuto controbattere alle argomentazioni che l'Amministrazione avrebbe prodotto a sostegno della sua correttezza».
I dissidenti rimandano le accuse al mittente: «La nostra è una scelta forte che nasce dalla posizione intransigente del sindaco: mettere la discussione sulla sfiducia come ultimo punto dell'ordine del giorno, una mancanza di sensibilità. E poi riteniamo responsabile, trasparente e onesto fare un passo indietro anteponendo gli interessi della collettività a quelli personali».
L'ACCUSA I consiglieri PdL: «Politica arrogante, poco attenta al bene comune»
Ecco il comunicato stampa con cui Lucia Masutti, Edda Prevacini e Francesco Pea (consiglieri comunali del PdL motivano le loro dimissioni).
«Al momento della notifica della convocazione al Consiglio Comunale, abbiamo riscontrato che la discussione della mozione di sfiducia al Sindaco era stata messa all’ultimo punto dell’ordine del giorno. Scelta notevolmente discutibile, aggravata dal fatto che nei punti precedenti erano state inserite le relazioni dei Presidenti della Fondazione Enti Morali e della Fondazione Richiedei. Preso atto della sua rinnovata arroganza, e di una mancanza di volontà di confronto (...) abbiamo optato per le dimissioni collettive al solo fine di porre termine ad un atteggiamento sempre più arrogante e poco responsabile nei confronti delle istituzioni». Forti critiche anche alla mancanza di trasparenza e sulle reali intenzioni di istituire una Commissione Ispettiva sul caso Aliprandi, l'assessore all'urbanistica che lanciò pesantissime accuse alla giunta: «La verità è che non c’è mai stata la volontà di volerla istituire».
Vengono poi elencati i principali motivi di rottura:
Indagine della prefettura: «il Sindaco, solo dopo l’avvio delle indagini, ammette di sapere molte cose poco chiare in campo urbanistico»
Edificazione Bodutto-Badia: un progetto che porterebbe quasi 1000 nuovi abitanti in zona Bodutto-Badia senza negozi, senza servizi e senza scuole pronte, il tutto senza nessun passaggio di giunta che potesse modificarne l’impianto distorto pensato dal Sindaco e del quale la giunta aveva mosso non poche perplessità
Centro sportivo, Corcione o Stacca? «il Sindaco incurante del diniego ricevuto dagli Assessori Pea e Masutti avvia le trattative per la dislocazione del centro sportivo Comunale Corcione in località Stacca, cercando di passare residenziale il centro sportivo, portando il centro nevralgico dei servizi sportivi in una zona lontana dal paese e insalubre per la salute dei ragazzi che l’avrebbero frequentata.
Fondazioni enti morali: «pesanti ingerenze e accuse nei confronti della gestione dell’ente, si passa dalle nomine di consiglieri trascurando la normale dialettica politica interna alla maggioranza, passando per la richiesta di visite ispettive da parte della Provincia e non ultimo attuando una campagna diffamatoria nei confronti del presidente e della dirigente scolastica utilizzando tutti i mezzi a disposizione, il tutto contro i continui moniti di farla finita con queste azioni inviati dalla sua stessa maggioranza».
Corriere della Sera, edizione di Brescia - 11 gennaio 2012
11 consiglieri si dimettono: Comune di Gussago commissariato dal Prefetto
(a.c.) Tre assessori e un consigliere della maggioranza, oltre ai consiglieri all'opposizione: tutti hanno rassegnato le dimissioni al segretario comunale di Gussago, aprendo ufficialmente la crisi. La Giunta Lega-Pdl guidata dal sindaco Lucia Lazzari è definitivamente decaduta, le nuove elezioni si svolgeranno presumibilmente in primavera.
In tanti in paese attendevano con interesse il consiglio comunale programmato dal sindaco per la serata di venerdì, che sembrava essere il luogo e il momento dove tutto si sarebbe risolto o irremediabilmente chiuso. E invece le dimissioni degli assessori Luca Aliprandi, Lucia Masutti, Francesco Pea e il consigliere Edda Prevacini hanno anticipatoi tempi, dimettendosi assieme ai consiglieri dei gruppi di minoranza "Gussago Insieme" e "Chiara De Lorenzi sindaco". Non proprio una doccia fredda per il sindaco, che aveva ricevuto la mozione di sfiducia già prima di natale, che però si rammarica di non aver potuto affrontare le difficoltà e il dibattito davanti al pubblico del consiglio, dove afferma si sarebbe difesa dalle accuse di scorrettezza del suo operato.
I consiglieri fedeli al sindaco sono solo 9, dunque in minoranza. Il prefetto di Brescia Narcisa Brassesco Pace ha già nominato il commissario prefettizio, il viceprefetto vicario Salvatore Rosario Pasquariello.
Fonte: sito Brescianews; mer 11 gen 2012
GUSSAGO. Cala il sipario sull'amministrazione: dalla Prefettura è arrivata la presa d'atto
Il sindaco accusa i dimissionari: «Segno di mancanza di coraggio» Ma ormai è un passo irreversibile: il Comune è già stato commissariato
Bresciaoggi, 11/01/2012
La lenta agonia della Giunta di Gussago, guidata dal sindaco Lucia Lazzari, è terminata ieri a mezzogiorno. Nessun duello sotto il sole, nessuna sfida all'«Ok Corral»
Ma Gussago non resterà senza governo. Il prefetto Narcisa Brassesco, verificata la crisi, ha subito provveduto ieri alla nomina di un commissario, in attesa delle elezioni, così come è recentemente accaduto, per altre cause, a Ospitaletto. Il commissario di Gussago è il viceprefetto vicario Salvatore Rosario Pasquariello.
È duro il sindaco Lazzari: «È evidente la volontà di sottrarsi al corretto confronto politico, che non si deve svolgere in assemblee o adunanze organizzate da gruppi politici, ma nel Consiglio comunale. Le dimissioni sono il segno di mancanza di coraggio e un atto di viltà politica, oltre che di incapacità ad affrontare il tema in un Consiglio comunale, nel quale i firmatari della mozione di sfiducia si sarebbero dovuti confrontare pubblicamente con il sindaco e i nove consiglieri rimasti coerentemente nel gruppo Per Gussago (Lega-Pdl) e avrebbero dovuto controbattere alle argomentazioni che l'Amministrazione avrebbe prodotto a sostegno della sua correttezza».
I dissidenti rimandano le accuse al mittente: «La nostra è una scelta forte che nasce dalla posizione intransigente del sindaco: mettere la discussione sulla sfiducia come ultimo punto dell'ordine del giorno, una mancanza di sensibilità. E poi riteniamo responsabile, trasparente e onesto fare un passo indietro anteponendo gli interessi della collettività a quelli personali».
L'ACCUSA I consiglieri PdL: «Politica arrogante, poco attenta al bene comune»
Ecco il comunicato stampa con cui Lucia Masutti, Edda Prevacini e Francesco Pea (consiglieri comunali del PdL motivano le loro dimissioni).
«Al momento della notifica della convocazione al Consiglio Comunale, abbiamo riscontrato che la discussione della mozione di sfiducia al Sindaco era stata messa all’ultimo punto dell’ordine del giorno. Scelta notevolmente discutibile, aggravata dal fatto che nei punti precedenti erano state inserite le relazioni dei Presidenti della Fondazione Enti Morali e della Fondazione Richiedei. Preso atto della sua rinnovata arroganza, e di una mancanza di volontà di confronto (...) abbiamo optato per le dimissioni collettive al solo fine di porre termine ad un atteggiamento sempre più arrogante e poco responsabile nei confronti delle istituzioni». Forti critiche anche alla mancanza di trasparenza e sulle reali intenzioni di istituire una Commissione Ispettiva sul caso Aliprandi, l'assessore all'urbanistica che lanciò pesantissime accuse alla giunta: «La verità è che non c’è mai stata la volontà di volerla istituire».
Vengono poi elencati i principali motivi di rottura:
Indagine della prefettura: «il Sindaco, solo dopo l’avvio delle indagini, ammette di sapere molte cose poco chiare in campo urbanistico»
Edificazione Bodutto-Badia: un progetto che porterebbe quasi 1000 nuovi abitanti in zona Bodutto-Badia senza negozi, senza servizi e senza scuole pronte, il tutto senza nessun passaggio di giunta che potesse modificarne l’impianto distorto pensato dal Sindaco e del quale la giunta aveva mosso non poche perplessità
Centro sportivo, Corcione o Stacca? «il Sindaco incurante del diniego ricevuto dagli Assessori Pea e Masutti avvia le trattative per la dislocazione del centro sportivo Comunale Corcione in località Stacca, cercando di passare residenziale il centro sportivo, portando il centro nevralgico dei servizi sportivi in una zona lontana dal paese e insalubre per la salute dei ragazzi che l’avrebbero frequentata.
Fondazioni enti morali: «pesanti ingerenze e accuse nei confronti della gestione dell’ente, si passa dalle nomine di consiglieri trascurando la normale dialettica politica interna alla maggioranza, passando per la richiesta di visite ispettive da parte della Provincia e non ultimo attuando una campagna diffamatoria nei confronti del presidente e della dirigente scolastica utilizzando tutti i mezzi a disposizione, il tutto contro i continui moniti di farla finita con queste azioni inviati dalla sua stessa maggioranza».
Corriere della Sera, edizione di Brescia - 11 gennaio 2012
11 consiglieri si dimettono: Comune di Gussago commissariato dal Prefetto
(a.c.) Tre assessori e un consigliere della maggioranza, oltre ai consiglieri all'opposizione: tutti hanno rassegnato le dimissioni al segretario comunale di Gussago, aprendo ufficialmente la crisi. La Giunta Lega-Pdl guidata dal sindaco Lucia Lazzari è definitivamente decaduta, le nuove elezioni si svolgeranno presumibilmente in primavera.
In tanti in paese attendevano con interesse il consiglio comunale programmato dal sindaco per la serata di venerdì, che sembrava essere il luogo e il momento dove tutto si sarebbe risolto o irremediabilmente chiuso. E invece le dimissioni degli assessori Luca Aliprandi, Lucia Masutti, Francesco Pea e il consigliere Edda Prevacini hanno anticipatoi tempi, dimettendosi assieme ai consiglieri dei gruppi di minoranza "Gussago Insieme" e "Chiara De Lorenzi sindaco". Non proprio una doccia fredda per il sindaco, che aveva ricevuto la mozione di sfiducia già prima di natale, che però si rammarica di non aver potuto affrontare le difficoltà e il dibattito davanti al pubblico del consiglio, dove afferma si sarebbe difesa dalle accuse di scorrettezza del suo operato.
I consiglieri fedeli al sindaco sono solo 9, dunque in minoranza. Il prefetto di Brescia Narcisa Brassesco Pace ha già nominato il commissario prefettizio, il viceprefetto vicario Salvatore Rosario Pasquariello.
Fonte: sito Brescianews; mer 11 gen 2012
Festa del circolo bresciano di Libertà & Giustizia
VENERDI 20 GENNAIO, ORE 20, PRESSO PIZZERIA DA CIRO VIA CACCIADENNO A MOMPIANO
FESTA DI LIBERTA' & GIUSTIZIA di Brescia
BUFFET E MUSICA JAZZ, PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA ENTRO GIOVEDì 19 GENNAIO AL 3338030888 (COSTO SERATA 20 €)
La serata sarà allietata dalla chitarra di un noto chitarrista di jazz, SANDRO GIBELLINI, che suonerà i suoi pezzi. Gibellini ha suonato con artisti internazionali quali Gerry Mulligan, Lee Konitz, Woody Shaw, Kenny Barron, Sal Nistico, Eric Alexander, e nel campo della musica leggera con Bruno Lauzi, Fabio Concato, Ornella Vanoni e Mina.
Per chi vuole ci sarà la possibilità di iscriversi o rinnovare la tessera di socio di L&G.
VI ASPETTIAMO NUMEROSI
martedì 10 gennaio 2012
Già nominato il commissario prefettizio
il sito istituzionale della Prefettura di Brescia ha diffuso il seguente comunicato:
Il Prefetto di Brescia, Narcisa Brassesco, constatato il verificarsi dell'ipotesi dissolutoria dell'organo elettivo prevista dalla normativa vigente ha provveduto a sospendere il Consiglio Comunale e contestualmente nominare un Commissario Prefettizio nella persona del Viceprefetto Vicario Dott. Salvatore Rosario Pasquariello, per la provvisoria gestione dell'Ente.
Brescia lì, 10 gennaio 2012
Nominato il Commissario Prefettizio nel Comune di Gussago
Nel Comune di Gussago, i cui organi elettivi sono stati rinnovati nella consultazione elettorale del 6 e 7 giugno 2009, si è verificata una situazione di crisi concretizzatasi con le dimissioni contestuali rassegnate da undici dei venti Consiglieri Comunali in carica, come da allegata nota del Segretario Comunale di quel Comune.Il Prefetto di Brescia, Narcisa Brassesco, constatato il verificarsi dell'ipotesi dissolutoria dell'organo elettivo prevista dalla normativa vigente ha provveduto a sospendere il Consiglio Comunale e contestualmente nominare un Commissario Prefettizio nella persona del Viceprefetto Vicario Dott. Salvatore Rosario Pasquariello, per la provvisoria gestione dell'Ente.
Considerata peraltro la dimensione demografica di detto Ente e la conseguente complessità dell'azione amministrativa, il prefetto ha nominato, altresì, un sub Commissario nella persona del Vice Prefetto Aggiunto Dott. Vito Onofrio Padovano.
Brescia lì, 10 gennaio 2012
Dimissioni, finalmente!
LA CONSEGNA DELLE DELEGHE QUESTA MATTINA
Si dimettono 11 consiglieri
Gussago torna alle urne
L'ex sindaco Marchina: «Inadeguata a coprire il ruolo»
La Lazzari: «Tradita la fiducia dei cittadini»
Corriere della Sera - edizione di Brescia; martedì 10 gennaio 2012
crisi in comune
Gussago, via 11 consiglieri: si va alle urne
Giornale di Brescia | martedì, 10 gennaio 2012
Gussago in attesa di essere commissariato. La giunta Lega Pdl guidata la Lucia Lazzari non arriverà alla scadenza naturale del mandato amministrativo.
La crisi avviatasi lo scorso novembre con le dimissioni degli assessori Luca Aliprandi, Lucia Masutti e Francesco Pea, ha raggiunto il suo culmine martedì mattina con le dimissioni di undici consiglieri comunali e la comunicazione alla Prefettura di fatto si avvia la macchina per il commissariamento data la mancanza del numero legale nell’organo consigliare.
Salta quindi anche il consiglio comunale previsto per venerdì 13 gennaio in cui era prevista la discussione della mozione di sfiducia al sindaco presentata il 16 dicembre scorso. Proprio l’ordine del giorno del prossimo consiglio comunale e le pressioni esercitate sui quattro consiglieri di maggioranza dissidenti sarebbero state alla base della decisione congiunta con le minoranze di Gussago Insieme e Pd Idv di procedere con un’azione più drastica, ma prevista dalla legge, di dimissioni congiunte. Il sindaco Lazzari ha definito questa scelta: «un tentativo di sottrarsi al confronto nelle opportune sedi politiche e una grave scorrettezza nei confronti dei cittadini».
Resta ora da chiarire se vi saranno o meno i tempi tecnici per far rientrare il comune franciacortino nelle elezioni amministrative previste in primavera.
Brescia, 10 gennaio 2012 - La giunta Lega-Pdl di Gussago, guidata dal sindaco Lucia Lazzari, non arriverà alla scadenza naturale del mandato amministrativo. I primi problemi risalgono allo scorso novembre con le dimissioni di tre assessori Luca Aliprandi, Lucia Masutti e Francesco Pea. Ma questa mattina, si è raggiunto il suo culmine con le dimissioni di undici consiglieri comunali. Le motivazioni? Divergenze con il primo cittadino.
La situazione è seguita dalla prefettura: se verrà pubblicato entro il 24 febbraio lo scioglimento del consiglio comunale in Gazzetta Ufficiale si riuscirà ad andare alle elezioni in primavera. Altrimenti slitterà tutto alla prossima tornata. In ogni caso arriverà un commissario prefettizio.
Il Giorno, edizione di Brescia - 10 gennaio 2012
La crisi avviatasi lo scorso novembre con le dimissioni degli assessori Luca Aliprandi, Lucia Masutti e Francesco Pea, ha raggiunto il suo culmine martedì mattina con le dimissioni di undici consiglieri comunali e la comunicazione alla Prefettura di fatto si avvia la macchina per il commissariamento data la mancanza del numero legale nell’organo consigliare.
Salta quindi anche il consiglio comunale previsto per venerdì 13 gennaio in cui era prevista la discussione della mozione di sfiducia al sindaco presentata il 16 dicembre scorso. Proprio l’ordine del giorno del prossimo consiglio comunale e le pressioni esercitate sui quattro consiglieri di maggioranza dissidenti sarebbero state alla base della decisione congiunta con le minoranze di Gussago Insieme e Pd Idv di procedere con un’azione più drastica, ma prevista dalla legge, di dimissioni congiunte. Il sindaco Lazzari ha definito questa scelta: «un tentativo di sottrarsi al confronto nelle opportune sedi politiche e una grave scorrettezza nei confronti dei cittadini».
Resta ora da chiarire se vi saranno o meno i tempi tecnici per far rientrare il comune franciacortino nelle elezioni amministrative previste in primavera.
Gussago, si dimettono 11 consiglieri. I cittadini tornano alle urne
I primi problemi risalgono a novembre. Le motivazioni? Divergenze con il sindaco Lucia Lazzari. La situazione è seguita dalla prefettura
Brescia, 10 gennaio 2012 - La giunta Lega-Pdl di Gussago, guidata dal sindaco Lucia Lazzari, non arriverà alla scadenza naturale del mandato amministrativo. I primi problemi risalgono allo scorso novembre con le dimissioni di tre assessori Luca Aliprandi, Lucia Masutti e Francesco Pea. Ma questa mattina, si è raggiunto il suo culmine con le dimissioni di undici consiglieri comunali. Le motivazioni? Divergenze con il primo cittadino.
La situazione è seguita dalla prefettura: se verrà pubblicato entro il 24 febbraio lo scioglimento del consiglio comunale in Gazzetta Ufficiale si riuscirà ad andare alle elezioni in primavera. Altrimenti slitterà tutto alla prossima tornata. In ogni caso arriverà un commissario prefettizio.
Il Giorno, edizione di Brescia - 10 gennaio 2012
lunedì 9 gennaio 2012
(Ex) amministratori sull'orlo di una crisi di nervi
La mattinata di sabato 7 gennaio in piazza Vittorio Veneto è stata caratterizzata da un clima di tensione, piuttosto inusuale per l’agorà gussaghese. Il sopraggiungere colà di alcuni componenti pidiellini della ormai ex maggioranza consiliare – tra l’altro, presunti protagonisti delle più gravi vicende fra quelle denunciate nel cosiddetto “memoriale Aliprandi” – è stato subito scandito dalle improvvide intemperanze verbali di costoro. Questi figuri, senza la benché minima considerazione per le regole della buona educazione e del civile confronto, hanno accompagnato la propria comparsa in piazza, rivolgendo immediatamente verso le compagne ed i compagni della nostra associazione – riunitasi per il consueto gazebo – epiteti e ‘apprezzamenti’, che in tutta onestà preferiamo non riportare qui, giacché essi squalificano ulteriormente, se mai fosse possibile, coloro i quali li hanno pronunciati e non certo coloro ai quali quelle indegne espressioni sono state indirizzate.
Noi crediamo che l’ormai incombente ed agognata sottrazione della guida del nostro Comune a tale accozzaglia di individui non possa in alcun modo giustificare l’indegno e villano comportamento di cui si sono resi protagonisti quei provocatori da strapazzo.
Naturalmente, nessuno dei membri di “Sinistra a Gussago” si è minimamente abbassato a raccogliere tali provocazioni. In particolare, di fronte al dignitoso contegno opposto dalle compagne e dai compagni della nostra associazione a certe volgarità, l’ormai quasi ex vice sindaco Stefano Quarena non ha mancato di disonorare ancora una volta il suo ruolo di assessore alla cultura (!) ed alla pubblica istruzione (!!) di Gussago, permettendosi di lanciare nei confronti di un nostro compagno l’accusa di aver indebitamente impiegato le strutture della Biblioteca comunale per fotocopiare materiale e volantini impiegati dalla nostra associazione.
Naturalmente tali accuse sono completamente infondate, giacché il nostro gruppo, per la composizione e la stampa dei propri comunicati, si è sempre avvalso dell’aiuto prestatoci da soggetti politici a noi ‘affini’ (partiti politici, associazioni, sindacati, eccetera).
Tuttavia, per garantire la massima trasparenza e per aver la possibilità di smentire senza ombra di dubbio le ridicole illazioni pronunciate dal sig. Quarena, nella stessa giornata di sabato abbiamo rivolto a questi l’invito a compiere quello che sarebbe semplicemente il dovere di chiunque fosse testimone di un illecito abuso nell’impiego delle risorse pubbliche: denunciare per iscritto le proprie insinuazioni o, al limite, ripeterle verbalmente davanti a testimoni oppure ancora davanti ad uno strumento di videoregistrazione.
Con il tipico coraggio che distingue tutti gli insulsi chiacchieroni, il quasi ex vice sindaco ha invece preferito continuare a berciare le sue calunnie nei confronti del nostro compagno, al contempo però dirigendosi velocemente verso l’ingresso posteriore del Municipio, dietro il cui portone alla fine è corso a trovare riparo dalle nostre legittime e pacate richieste di confronto e di chiarezza.
Che dire? Non ci si potrebbe attendere una condotta diversa da un amministratore facente parte di una Giunta arrivata – si spera! – al capolinea proprio a causa della mediocrità della sua azione e, ciò che è ancor più grave, a causa della sospetta irregolarità di alcune sue scelte.
In definitiva, pensiamo che un episodio di un livello cosi basso non meriti ulteriore risalto e non valga neppure il tempo perduto per censurarlo ulteriormente.
Assemblea dell'associazione "Sinistra a Gussago"
Sabato 28 gennaio 2012, presso il Centro “Marcolini” di Casaglio di Gussago, le iscritte e gli iscritti dell’associazione “Sinistra a Gussago” si riuniscono, a partire dalle ore 14.30, per discutere di seguenti punti all’ordine del giorno:
- elezione della/del Presidente dell’Associazione
- presentazione e votazione rendiconto finale anno 2011
- varie ed eventuali
domenica 8 gennaio 2012
Il Consiglio Comunale, finalmente!
ci permettiamo una sola domanda: che senso ha collocare all'ultimo punto dell'ordine del giorno la discussione della mozione di sfiducia, laddove proprio un voto favorevole a quest'ultima confermerebbe (se mai ce ne fosse ancora bisogno) che questo Consiglio Comunale manca ormai di qualsiasi legittimazione per poter ancora condurre gli affari amministrativi della nostra comunità?
Il prodotto tipico della Franciacorta continuerà ad essere lo spumante oppure diventerà la spazzatura?
Al termine di un incontro che si è tenuto presso il Comune di Paderno Franciacorta martedì 3 gennaio, i comuni di Berlingo, Castegnato, Cazzago S.Martino, Paderno Franciacorta, Passirano, Rovato e Travagliato hanno affrontato il tema cave, discariche e difesa del territorio. Di seguito il loro comunicato stampa:
Noi, sindaci dei comuni di Berlingo, Castegnato, Cazzago San Martino, Paderno Franciacorta, Passirano, Rovato e Travagliato siamo fortemente preoccupati poiché il territorio dei nostri Comuni sta subendo una violenza che non possiamo tollerare, a causa di Piani di Settore difformi rispetto all’indirizzo amministrativo da noi voluto e di una legislazione regionale che tutela più gli interessi degli operatori privati che le esigenze condivise del territorio. Tutto si sta pericolosamente e inspiegabilmente concentrando su questa parte di territorio bresciano, già ampiamente martoriato con la presenza di cave, discariche e grandi infrastrutture viabilistiche. Come Comuni di Cazzago San Martino, Travagliato, Rovato e Berlingo siamo da troppo tempo in attesa del riconoscimento provinciale del parco intercomunale della Macogna; mentre prosegue questo tergiversare, registriamo l’espressione di pareri favorevoli provinciali alla VIA (Valutazione Impatto Ambientale) per una discarica di rifiuti inerti e la celere concessione di autorizzazioni ad ulteriori escavazioni, in un ambito estrattivo di oltre 600.000 mq in cui è già successo di tutto (escavazioni abusive, conferimenti illeciti di rifiuti, mancato rispetto degli obblighi in capo ai cavatori, sequestri di aree da parte della Magistratura, …). Come Comuni di Rovato e Cazzago San Martino abbiamo il problema della cava Bonfadina nella quale la pianificazione del Piano cave provinciale e la successiva approvazione regionale hanno determinato un bacino estrattivo enorme in piena Franciacorta, contro la volontà unanime del territorio. Come Comuni di Castegnato, Paderno Franciacorta e Passirano, con il comune di Ospitaletto, ci siamo in più occasioni espressi contro il progetto di realizzare una discarica in località Bosco Stella, un’area di 315 mila metri quadrati. Contrari a questo progetto si sono espressi all’unanimità i nostri consigli comunali e i nostri cittadini costituiti nei Comitati. Abbiamo più volte ribadito le ragioni del NO dei nostri Comuni, l’ultima volta nel corso dell’audizione in Provincia, giovedì 15 dicembre. Le motivazioni tecniche le abbiamo presentate, rafforzate, puntualizzate, illustrate, pubblicizzate. Nonostante tutto questo, l'iter autorizzativo, anziché interrompersi, continua e accelera il suo percorso, anche alla luce delle recenti dichiarazioni dell'Assessore Regionale competente, che ha demandato ai tecnici la decisione definitiva. Noi sottoscritti Sindaci ribadiamo ancora una volta il nostro “NO ALLA REALIZZAZIONE DI NUOVE DISCARICHE”. Riassumiamo le motivazioni sociali, politiche, ambientali e territoriali in una affermazione: abbiamo già dato, e anche molto; ora tocca ad altri, se ve n’è effettivo bisogno, fare la propria parte. Il nostro territorio non ha bisogno di ulteriori aggravi ambientali; semmai, necessita di riqualificazione, ricucitura e interventi migliorativi. Il nostro NO non è quindi una fuga dall’assunzione di responsabilità collettive, perché la nostra parte l’abbiamo fatta. Il nostro NO non è il NO elitario di qualche sindaco, giunta o consiglio comunale, è il NO della nostra gente che si esprime anche attraverso i Comitati e le Associazioni, è il NO del territorio. C’è secondo noi, da parte degli esponenti politici di Provincia e Regione, una pericolosa e preoccupante (speriamo non interessata) fuga dalle proprie responsabilità. La politica deve riappropriarsi della capacità di poter dialogare con Enti comunali e sovra comunali, ma deve anche avere la capacità di ergersi a decisore e arbitro della pianificazione del territorio, non assoggettata a scelte privatistiche dettate da interessi economici o nascosta dietro decisioni semplicemente tecniche. Essendo la politica determinante in tutte le decisioni che vengono assunte, chiediamo a Provincia e Regione, per quanto di competenza, di ascoltare noi e le nostre comunità e non solo i pur legittimi interessi economici dei settori coinvolti. La posizione che qui nuovamente ribadiamo, di contrarietà a nuove cave e discariche, trova la principale motivazione nell’alta concentrazione di cave e discariche presenti sul nostro territorio. Chiediamo alla politica bresciana, recentemente toccata da vicende giudiziarie riguardanti il settore e che interessano anche alcuni di questi ambiti territoriali, di dimostrare uno scatto d'orgoglio e di responsabilità fino ad oggi tanto dichiarato, quanto puntualmente disatteso. I sindaci, che per primi sono chiamati a rispondere ai propri cittadini dellagestione e del consumo del suolo, in questi casi risultano di fatto esautorati di ogni possibilità di intervento e di potere decisionale. Non è accettabile il concetto secondo il quale ad ogni cava deve corrispondere una discarica; non è ammissibile che i sindaci e le comunità vengano puntualmente scavalcate e che il territorio dei nostri Comuni sia oggetto di interessi di pochi a danno di tanti; non possiamo continuamente accettare che operazioni finanziarie non sempre limpide siano assunte sulla pelle dei nostri cittadini. Dopo molti anni di battaglie e di prese di posizione politiche e tecniche, dopo anni di carteggi e deduzioni tecniche, dopo anni in cui tutti i politici ci hanno promesso di interessarsi dei nostri casi, siamo stanchi e delusi. Siamo stanchi di continuare a combattere una battaglia con armi scadenti, siamo delusi dai tanti politici che a tutti livelli, dal provinciale al nazionale, hanno promesso di interessarsi al nostro problema senza, sino ad ora, nulla ottenere. Noi in questi anni abbiamo fatto tutto ciò che ci competeva: abbiamo scritto, manifestato con i nostri cittadini, convocato conferenze, incontrato politici ad ogni livello, presentato proposte alternative di recupero ambientale. Pur delusi e amareggiati, ma con rinnovato vigore e impegno, continueremo a sostenere le nostre posizioni; altri dovranno motivare e giustificare scelte che vanno palesemente contro la volontà dei nostri territori.
Paderno Franciacorta, 3 gennaio 2012
Il mercatino del centro
Domenica 8 gennaio il centro sociale 28 maggio presenta
Dalle 15:00 alle 18:00: Mercato di prodotti vari: pane,dolci,formaggi,frutta e verdura, miele, salumi, vino, succhi, tofu e seitan, tisane, marmellate,ravioli,liquori e liquorini,pasta saponi,detersivi.... direttamente dai produttori. Bancarella dell’usato a cura di “G.P.L. gruppo presenza locale”(abiti, libri, giochi, stoviglierie...), caffè rebelde dal Chiapas, zucchero dal Brasile
dalle 18:00 alle 19:00 (circa): Valentino Musatti da Botticino si racconta ... esperienze fra vigneti e percorsi nella viticoltura biologica.
Dalle 19:00: degustazione di prodotti presenti al mercato, a cura dello chef Lorenzo e del laboratorio di cucina del c.s.28 maggio.
I nostri acquisti li decidiamo noi
È ora di scegliere
Centro sociale 28 maggio, Via europa 54 rovato (bs)
giovedì 5 gennaio 2012
ASPETTANDO IL CONSIGLIO...
Aspettando il Consiglio
La situazione di Gussago necessita di un succinto riepilogo delle puntate precedenti. Oltre un mese fa Luca Aliprandi si dimette dal suo incarico di Assessore, e lo fa inviando una lettera memoriale alla prefettura di Brescia, in cui denuncia una serie di gravi irregolarità nei meccanismi amministrativi del nostro paese. A seguito di tali dichiarazioni seguono nel giro di alcuni giorni le dimissioni anche degli Assessori Masutti e Pea che a loro volta segnalano l’atteggiamento ondivago e poco trasparente della nostra Sindaca Lucia Lazzari.
In data 16 Dicembre viene depositata in Comune una mozione di sfiducia al Sindaco, firmata da ben 11 consiglieri. Essendo 21 il numero totale dei Consiglieri i conti sono presto fatti e buon senso e dignità indicherebbero la strada maestra che la nostra sindachessa dovrebbe seguire, ovverossia quella delle dimissioni immediate.
Ma buon senso e dignità non sono cose che si inventano o si creano dal nulla e sono comunque valori lontani anni luce da alcuni personaggi. Così con un blitz datato 23 Dicembre, viene fatto un veloce rimpasto, nominati nuovi Assessori e addirittura, come se nulla fosse, viene approvata una delibera relativa a una lottizzazione urbanistica in zona Barco.
Intanto il povero Luca Aliprandi reo di “lesa maestà” viene bollato come traditore, accusato di ogni male possibile e espulso dalla Lega Nord (se vanno avanti così lo additeranno anche come unico responsabile del buco nell’ozono a causa delle flautolenze dei suoi maiali)
La composizione della nuova giunta è bizzarra e suscita inevitabili ilarità. Viene ripescata quella gran mente di Penazza, assegnato allo sport e alla partecipazione (nel senso che una volta saputo che c’è eviti di partecipare). Pare che per l’esercizio della sua delega, l’unico veto che abbia ricevuto dalla Sindaca, sia quello dell’utilizzo dei post-it.
Il prode vice-podestà (pardon vice-sindaco) viene sommerso da una plettora di deleghe: cultura, pubblica istruzione, turismo, attività commerciali, valorizzazione delle identità locali e dei beni architettonici, gli manca solo l’assessorato per la purezza della razza e sarebbe a posto.
Confermata “l’avvenente” Negrini alla sicurezza, ecologia e protezione civile (probabilmente per i grandi meriti avuti nell’installazione di una delle cose più brutte, inutili e ingombranti come i green box), ci sono invece due simpatiche new entry : Matteo Codenotti dopo le pugnalate a Aliprandi prende il suo posto all’urbanistica e edilizia privata, mentre la rediviva Ilaria Marchina, già in odore di essere fra i papabili “sfiduciatori” della Sindaca, viene scilipoticamente recuperata e assegnata alle politiche sociali e alla gioventù (essendo questa spesso assente le deleghe in questione ci sembrano particolarmente adeguate).
Insomma questo è lo stato dell’arte al momento e dato che noi di sinistra siamo spesso in malafede, pensavamo che l’amata Lucia stesse architettando il proposito di non convocare più il Consiglio Comunale fino al 2014 , in modo da poter tranquillamente arrivare a fine legislatura con questo esercito di intelligenze. La notizia dell’ultima ora smentisce subito tale malignità. Il Consiglio Comunale è convocato per Venerdì 13 Gennaio alle ore 20, ma udite, udite, la discussione sulla mozione di sfiducia viene messa all’ottavo posto, come ultimo punto dell’ordine del giorno. L’ennesima, gravissima presa in giro della nostra comunità , l’ennesimo disprezzo verso la sacra istituzione del Consiglio Comunale che rappresenta il momento più importante della nostra democrazia.
Prima di poter sapere se la Lazzari verrà sfiduciata o meno dovremo aspettare le relazioni del Presidente del Richiedei e di quello degli Enti Morali , insomma verrà notte fonda e consigliamo a tutti di portarsi brandine, coperte e thermos straboccanti di caffè forte. Anche se non ne siamo molto sicuri, perché la “scilipotite” è dilagata ormai in tutto il paese, porteremo con noi anche una bottiglia di spumante rigorosamente “Franciacorta DOC”.
Non si sa mai che, sebbene a tarda notte, potremo brindare alla defenestrazione degli attuali torbidi incapaci e restituire l’amministrazione di Gussago a persone ben più degne nell’attuazione di tale nobile intento.
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