LETTERA
DEI DETENUTI DEL CARCERE LAGER DI CANTON MOMBELLO
La situazione in cui siamo costretti a vivere è per noi arrivata ad un
punto non più non più sopportabile. Passiamo 19/20 ore al giorno chiusi in
“gabbie” che, al netto del mobilio, ci concedono dai 70 ai
100 centimetri
quadrati di spazio calpestabile, costretti a convivere in 5, 6, 9 e persino 17
persone con a disposizione un servizio igienico che definire tale è un tragico
eufemismo. Costretti ad acquistare a nostre spese, o meglio a spese dei nostri
familiari, persino carta igienica e prodotti per la pulizia della cella. Il
vitto passato dall'amministrazione penitenziaria è al limite della sussistenza
e della decenza. La direzione, il personale medico, infermieristico e la
polizia penitenziaria compiono ogni giorno veri e propri miracoli per mantenere
letteralmente in piedi il “baraccone” e la loro disponibilità e sensibilità è
fuori discussione. Tutto ciò però non basta più e i recenti episodi di suicidi
e violenze sono una spia del disagio crescente.
Quindi
da lunedì 4 giugno 2012 abbiamo deciso di intraprendere una pacifica protesta per
portare all'attenzione dell'opinione pubblica e delle autorità competenti la
tragica situazione in cui ci troviamo.
Inizieremo
in tale data uno sciopero
della fame ad oltranza, sull'esempio del detenuto del carcere di Lecce
recentemente lasciato morire dall'insensibilità, l'ignavia e il menefreghismo
delle autorità, prima fra tutti il ministro di grazia e giustizia. Useremo i
nostri corpi come estrema arma per tentare di scuotere le coscienze dormienti
di chi ci governa, sperando che una coscienza questi “signori” l'abbiano, siamo
convinti e determinati a portare tale protesta fino alle estreme conseguenze.
Ringraziamo tutti coloro che dall'esterno vorranno supportarci in questa nostra
lotta per il rispetto dei diritti umani e della dignità personale.
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