mercoledì 16 maggio 2012

Todos y todas somos barillas

la Fondazione Guido Piccini ci segnala e volentieri pubblichiamo qui di seguito il testo dell'appello del Consiglio dei Popoli dell'Occidente - Consejos de los Pueblos del Occidente, lanciato dopo le violente repressioni verificatesi nel corso delle ultime settimane in Guatemala nel Dipartimento di Huehuetenango che hanno visto l'arresto illegittimo di numerosi leader indigeni e l'omicidio del leader comunitario Andrès Francisco Miguel:

All’attenzione dei Popoli fratelli  e dell’opinione pubblica nazionale e internazionale

La lunga storia che vede la popolazione del Guatemala in difesa della Madre Terra contro le multinazionali, appoggiate dall’apparato statale guatemalteco, è peggiorata da questo 1 maggio, con il secondo episodio di repressione contro la resistenza delle comunità. A 9 giorni dal vile assassinio del leader comunitario Andrés Francisco Miguel e dal ferimento dei leader Pablo Antonio Pablo e Esteban Bernabé Gaspar da parte delle guardie dell’impresa Hidro Santa Cruz – responsabile del progetto Canbalam I – ancora una volta gli organismi incaricati di portare avanti le indagini non hanno agito con la rapidità necessaria per poter ripristinare lo Stato di Diritto.
Con questo pretesto, corrispondente ad un piano prestabilito, il governo ha dichiarato lo stato d’assedio e, con esso, il riposizionamento di esercito e polizia, garantendo così gli interessi dell’azienda. Negli scorsi 9 giorni questo meccanismo ha nuovamente portato ad uno stato di terrore e al saccheggio del territorio Q’anjob’alano e di altre comunità nei territori adiacenti, che hanno già sofferto ogni tipo di abuso e violazione dei diritti fondamentali, individuali così come collettivi.
L’attuazione dello stato d’assedio non è altro che una dimostrazione dell’incapacità delle istituzioni pubbliche di garantire e promuovere la partecipazione delle comunità abbandonate ai processi integrati di sviluppo e di rispettare i diritti fondamentali di cui esse godono.
Riteniamo che il governo militare di Otto Pérez Molina stia agendo in complicità con l’impresa Hidro Santa Cruz S.A., che con meccanismi e modalità diverse sta compromettendo l’armonia, la pace e le tradizioni della vita comunitaria. Lo stato d’assedio, attuato tramite incursioni, arresti e con il saccheggio delle proprietà delle famiglie, ancora una volta obbliga le persone a lasciare la propria comunità e a cercare rifugio altrove in Guatemala e in Messico. Le violente azioni di questi giorni ricalcano le modalità utilizzate durante il conflitto armato e ne confermano la continuità. Vista la mancanza di prove incriminanti, il Procuratore Generale e i giudici devono procedere all’immediato rilascio dei leader detenuti, così come è stato fatto per le due sorelle arrestate.
La rimilitarizzazione dei nostri territori è una flagrante violazione del diritto umanitario internazionale ratificato dal governo guatemalteco e una violazione degli accordi di pace firmati dal Presidente.
La proposta portata avanti dalla popolazione e dai movimenti sociali per un modello alternativo, fondato sull’uso appropriato, equo e responsabile delle risorse naturali, è stata sistematicamente rifiutata per favorire la voracità di un modello neoliberista che ci viene imposto con la violenza.

Come Consejo de los Pueblos del Occidente (Consiglio dei Popoli dell’Occidente):
In difesa della Vita, del Territorio, della Madre Terra e dei Diritti collettivi dei Popoli!

1. Esprimiamo solidarietà con le famiglie del fratello ANDRES FRANCISCO MIGUEL e chiediamo allo Stato e all’impresa di pagare un risarcimento ai suoi famigliari. Che il suo sangue, versato a Poza Verde, non resti impunito. La sua testimonianza alimenta e rafforza la nostra lotta per la costruzione di una nuova alba per i nostri popoli.
2. Esprimiamo solidarietà con i nostri fratelli feriti, con le 15 persone detenute arbitrariamente e con le famiglie che sono state costrette a fuggire e a trovare rifugio altrove in Guatemala e all’estero.
3. Facciamo appello ai nostri fratelli e sorelle del municipio di Barillas a mantenere la fede e l’unità nella lotta per la difesa dei nostri territori come un retaggio dei nostri nonni e delle nostre nonne.
4. Esigiamo rispetto per la vita, chiediamo che si ponga fine alla spoliazione della nostra Madre Terra, la sospensione immediata dello Stato d’Assedio e la dichiarazione di incostituzionalità della legge sulle miniere.
5. Denunciamo i deputati del Congresso della Repubblica che hanno ratificato lo Stato d’Assedio, quali complici nella violazione dell’ordine costituzionale.
6. Sollecitiamo la Corte Costituzionale a ristabilire a Santa Cruz Barillas l’ordine costituzionale, violato dallo stato d’assedio.
7. Facciamo appello all’unità e alla difesa permanente dei territori, perché la storia ci ha dimostrato che quanto accade oggi a Barillas, domani può accadere in tutti i territori.

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