Non c'è soltanto l'intervento al Caporalino fra gli esempi più
lampanti di quanto la speculazione immobiliare continui, nonostante la
crisi, ad aggredire e deformare il territorio di Gussago.
Soprattutto
nella parte meridionale del nostro Comune - dalle Frusche al Casotto,
dal Barco alla Mandolossa - i cantieri edili consumano giorno dopo giorno, in maniera irrecuperabile, preziosi metri quadrati
di campagna verde e coltivata.
Dalla violenta aggressione delle ruspe, sia essa in corso o programmata nel prossimo futuro, non sono al riparo neppure le aree più fragili: nè i terreni dolcemente adagiati sui
pendii delle nostre colline più belle (si veda lo scempio compiuto tra
il Casotto e s. Stefano) nè gli ambiti bagnati dalle acque delle nostre
rogge (il Vaila ed i suoi rami secondari in via Monticello ed in via
Mandolossa, il torrente La Canale lungo via Torricelli).
Vale poi
la pena soffermarsi ad osservare pure i cantieri, in stato di avanzata
realizzazione, in zona Barco e quello, appena iniziato ma già
sufficientemente obbrobrioso, situato nei pressi dell'ex depuratore del
Casotto: nonostante le rassicurazioni espresse in campagna elettorale
dal sig. Sindaco circa il depennamento del progetto di "Gronda Sud"
dalla pianificazione urbanistica di Gussago, possiamo al contrario
cominciare a vedere realizzati nelle sue linee principali alcuni dei
tratti di questa tanto vituperata strada.
Altrimenti, che senso avrebbe
la deturpante cicatrice stesa sul fianco della collina di Sale? Dove
dovrebbe portare quella larghissima massicciata stradale con cui è stato
'decorato' quello che era uno dei panorami più belli del nostro paese?
Se
consideriamo come anche l'area comunale attualmente occupata dall'ex
depuratore del Casotto è stata giudicata dall'Amministrazione in carica
alienabile a privati, la nostra fantasia - sicuramente malsana - impiega
poco a raffigurarsi il completamento di quella famosa 'tangenzialina di
gronda' fra via Sale e via Mandolossa che fa ancora bella mostra di sè
sulla cartografia e sui documenti del Piano di Governo del Territorio
vigente, sebbene il prof. Marchina già tre anni fa ne proclamasse come
urgentissima la cancellazione.
Ah, già che ci siamo, permetteteci
un appunto: poichè il danno è fatto e la nuova strada di collegamento
entro l'Ambito di trasformazione n° 7 al Barco è stata realizzata, i
progettisti dell'opera ed i nostri Amministratori reputano che per la
sicurezza dei pedoni basti costruire un unico marciapiede lungo il lato
settentrionale di quella via? Che si fa? Si gioca a risparmiare sulla
pelle degli utenti deboli della strada?
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