domenica 4 maggio 2014

Prosegue senza soste la devastazione del territorio gussaghese


Non c'è soltanto l'intervento al Caporalino fra gli esempi più lampanti di quanto la speculazione immobiliare continui, nonostante la crisi, ad aggredire e deformare il territorio di Gussago.
Soprattutto nella parte meridionale del nostro Comune - dalle Frusche al Casotto, dal Barco alla Mandolossa - i cantieri edili consumano giorno dopo giorno, in maniera irrecuperabile, preziosi metri quadrati di campagna verde e coltivata.
Dalla violenta aggressione delle ruspe, sia essa in corso o programmata nel prossimo futuro, non sono al riparo neppure le aree più fragili: nè i terreni dolcemente adagiati sui pendii delle nostre colline più belle (si veda lo scempio compiuto tra il Casotto e s. Stefano) nè gli ambiti bagnati dalle acque delle nostre rogge (il Vaila ed i suoi rami secondari in via Monticello ed in via Mandolossa, il torrente La Canale lungo via Torricelli).
Vale poi la pena soffermarsi ad osservare pure i cantieri, in stato di avanzata realizzazione, in zona Barco e quello, appena iniziato ma già sufficientemente obbrobrioso, situato nei pressi dell'ex depuratore del Casotto: nonostante le rassicurazioni espresse in campagna elettorale dal sig. Sindaco circa il depennamento del progetto di "Gronda Sud" dalla pianificazione urbanistica di Gussago, possiamo al contrario cominciare a vedere realizzati nelle sue linee principali alcuni dei tratti di questa tanto vituperata strada.
Altrimenti, che senso avrebbe la deturpante cicatrice stesa sul fianco della collina di Sale? Dove dovrebbe portare quella larghissima massicciata stradale con cui è stato 'decorato' quello che era uno dei panorami più belli del nostro paese? 
Se consideriamo come anche l'area comunale attualmente occupata dall'ex depuratore del Casotto è stata giudicata dall'Amministrazione in carica alienabile a privati, la nostra fantasia - sicuramente malsana - impiega poco a raffigurarsi il completamento di quella famosa 'tangenzialina di gronda' fra via Sale e via Mandolossa che fa ancora bella mostra di sè sulla cartografia e sui documenti del Piano di Governo del Territorio vigente, sebbene il prof. Marchina già tre anni fa ne proclamasse come urgentissima la cancellazione. Ah, già che ci siamo, permetteteci un appunto: poichè il danno è fatto e la nuova strada di collegamento entro l'Ambito di trasformazione n° 7 al Barco è stata realizzata, i progettisti dell'opera ed i nostri Amministratori reputano che per la sicurezza dei pedoni basti costruire un unico marciapiede lungo il lato settentrionale di quella via? Che si fa? Si gioca a risparmiare sulla pelle degli utenti deboli della strada?

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