sabato 25 ottobre 2014

STOP A RENZI E ALLA BCE. E’ ARRIVATO L’AUTUNNO: CHE SIA CALDISSIMO!

24 e 25 ottobre. Due giorni di lotta per dire Stop a Renzi e cambiare marcia nel Paese!

24 ottobre: sciopero generale indetto dalle confederazione Usb
25 ottobre: manifestazione nazionale a Roma indetta dalla Cgil


La crisi scatenata dagli speculatori finanziari e dalle banche attuando le politiche liberiste ogni giorno impoverisce i lavoratori e il ceto medio, la situazione sociale è ogni giorno più grave. La crisi di sovrapproduzione spinge il sistema verso un nuovo conflitto disastroso, come ormai ammette anche il papa Francesco I.

Il questo contesto il governo Renzi si configura sempre più come un governo che fa politiche organicamente di destra. Renzi vuole portare a compimento il disegno di precarizzazione del lavoro e distruzione dell’articolo 18, in totale complicità con i diktat della troika. Contemporaneamente riduce il Parlamento a puro strumento dell’esecutivo, anticipando con i propri comportamenti il disegno neoautoritario iscritto nel processo di controriforma costituzionale.

A fronte di questo, è assai positiva la ripresa di mobilitazioni che si oppongono alle politiche del governo pressoché su tutti i terreni: dalla scuola alle politiche abitative, dall’ambiente al territorio, alla campagna contro il trattato TTIP.

In questo quadro assumono un particolare valore le iniziative, compiute o in corso di svolgimento a conclusione di questa settimana, contro la nuova aggresione ai diritti del lavoro e contro la politica economica complessiva del governo: lo sciopero generale dell’USB il 24 ottobre che ha visto manifestazioni decentrate nei territori (a Milano per la Lombardia) e la manifestazione nazionale di oggi a Roma, indetta dalla CGIL anche a seguito dell’iniziativa della Fiom di diverse mobilitazioni territoriali.

Nonostante tutte le contraddizioni emerse in questi anni all’interno della CGIL e nonostante l’inadeguatezza della piattaforma indicata, è del tutto evidente che la riuscita della manifestazione ha la possibilità di incrinare radicalmente il consenso diffuso di cui ha sin qui goduto Renzi, di aprire la strada ad uno sciopero generale e ad un ciclo di mobilitazioni a forte impatto.

Ciò che dobbiamo comunicare con decisione – alle lavoratrici, ai lavoratori e agli ampi settori sociali che stanno subendo drammaticamente le politiche di Renzi – è la necessità di ampliare e radicalizzare lo scontro politico e sociale. Solo dalla riuscita di questo scontro potrà scaturire una reale e decisiva inversione di tendenza all’impoverimento delle singole persone e famiglie, alla perdita dei diritti, al degrado nell’economia, nella società, nella politica.

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