venerdì 5 dicembre 2014

No alla privatizzazione dell'acqua!


IL GOVERNO RENZI VUOLE LA PRIVATIZZAZIONE DELL’ACQUA: FERMIAMOLO!

Il Governo Renzi sta tentando di raggiungere il risultato cui sinora nessun governo era riuscito ad arrivare: la privatizzazione dell’acqua e dei servizi pubblici locali.

Lo fa attraverso due provvedimenti:
il decreto “Sblocca Italia” (art. 7) e la legge di stabilità (art. 43).

Con il primo, impone ai Comuni l’obbligo di aggregare le società del servizio idrico per arrivare ad un gestore unico per ogni ambito territoriale ottimale.

Con la seconda, rende sempre più onerosa la gestione pubblica dell’acqua e spinge gli enti locali a privatizzare, permettendo loro di spendere fuori dal patto di stabilità i soldi ottenuti dalla cessione delle proprie quote ai privati.

Il Governo Renzi vuole in questo modo mettere una pietra tombale sul risultato referendario che nel 2011 ha visto la maggioranza assoluta del popolo italiano pronunciarsi per una gestione pubblica, partecipativa, territoriale e senza profitti dell’acqua e di tutti i beni comuni.

Il Governo Renzi vuole affidare l’acqua e tutti i servizi pubblici locali a quattro grandi multiutility collocate in Borsa: A2A, Iren, Hera ed Acea, consegnando i beni comuni delle comunità territoriali agli interessi dei grandi capitali finanziari.

In questi anni, in ogni luogo del paese, abbiamo detto a gran voce:
“si scrive acqua, si legge democrazia”.

Per questo diciamo al governo Renzi: INDIETRO NON SI TORNA!

Si attui il referendum, si affidi
alle comunità locali la gestione dell’acqua pubblica, partecipativa e senza profitti .


FIRMA E FAI FIRMARE LA PETIZIONE SU

http://www.acquabenecomune.org/petizione


Comunicato stampa: Aumentano le tariffe e si rilancia la privatizzazione dell'acqua, due facce della stessa medaglia

In questi giorni sta facendo notizia l'aumento delle tariffe idriche, annunciato dal Presidente dell'AEEGSI Bortoni nel corso della III Conferenza Nazionale sulla Regolazione dei Servizi Idrici.
Tali aumenti, ha dichiarato Bortoni, "sono ritenuti necessari a favorire gli investimenti prioritari per il settore, tesi a raggiungere e mantenere obiettivi di qualità ambientale e della risorsa".
Purtroppo fin qui nessuna novità: le tariffe idriche stanno aumentando in modo costante ormai da anni (+ 85,2% negli ultimi 10 anni sulla base di uno studio della CGIA di Mestre), sempre con la promessa di un'aumento degli investimenti. Investimenti che però non sono mai decollati: ad esempio tra il 2006 e il 2009 solo il 56% di quelli previsti dai piani d'ambito viene realizzato (fonte: Co.Vi.Ri.).
Dunque, si giunge al paradosso che i cittadini pagheranno una seconda volta, anche attraverso i nuovi aumenti in bolletta, investimenti che hanno già pagato e mai realizzati.
Dove vanno a finire, dunque, i soldi in più che i cittadini ogni anno si trovano in tariffa? Difficile saperlo, perchè la trasparenza non è certo una qualità dell'attuale gestione: i piani industriali vengono decisi dai CdA delle aziende, sui quali il controllo concreto da parte dei comuni è sempre più un percorso a ostacoli. Senza dubbio però aumentano i profitti, soprattutto per le grandi multiutilities quotate in borsa. Il nuovo metodo tariffario, formulato proprio dall'AEEGSI, prevede infatti la copertura degli "oneri finanziari", consentendo in sostanza ai gestori di continuare a fare profitti sull'acqua, nonostante i referendum del 2011.
La vera notizia è invece il rilancio della privatizzazione dei servizi pubblici locali, compreso quello idrico. Bortoni auspica, infatti, un "processo di aggregazione e di rafforzamento della gestione dei servizi pubblici locali a rete", anche questo ovviamente a "beneficio prima di tutto dei consumatori" (ci mancherebbe). Ma cosa vuol dire parlare di fusioni e aggregazioni quando ad essere in ballo sono i servizi essenziali?
Il combinato disposto delle norme contenute nello Sblocca Italia e nella Legge di Stabilità sottende un disegno piuttosto chiaro: la gestione dell'acqua affidata ai quattro colossi multiutility attuali - A2A, Iren, Hera e Acea - già collocati in Borsa, con un ruolo degli enti locali sempre più marginale.
Difficile infatti immaginare che i futuri colossi dell'acqua possano preoccuparsi degli interessi dei cittadini (non a caso ribattezzati "consumatori" da Bortoni), soprattutto quando questi rischiano di confliggere con quelli degli azionisti. Ne abbiamo la prova in questi giorni in moltissime città di italia: per garantire agli azionisti lauti dividendi a fine anno i gestori praticano il recupero crediti attraverso migliaia di distacchi idrici.
Con buona pace dell'ONU che ha dichiarato l'accesso all'acqua un diritto umano universale.
Ci teniamo anche evidenziare la contraddizione dovuta al fatto che l'AEEGSI è finanziata dagli stessi gestori attraverso un contributo annuale definito dall'Authority stessa e come ciò renda poco indipendente e autonoma la sua azione rispetto agli interessi dei gestori. (si veda al riguardo la delibera 235/2014/A del 29/05/14)
Per tutte queste ragioni, a nostra avviso, nessuno può rimanere a guardare mentre viene condotto un nuovo tentativo di privatizzazione e mercificazione dell'acqua: non possono farlo i cittadini e non possono farlo gli enti locali.


Roma, 28 Novembre 2014.
Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua

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