sabato 21 febbraio 2015
Mettiamoci di traverso!
Pullman da Brescia con partenza ore 12 dal piazzale IVECO in via Volturno
Per info: 3384721505 - 3771305310 - 3394166753
28 Febbraio a Milano: difendiamo il lavoro, le pensioni, la
democrazia. No al razzismo, no alla guerra, no all'Expo.
La Corte Costituzionale ha vietato il referendum per
abrogare la controriforma delle pensioni, che così continuerà a fare i suoi
danni alle persone che lavorano, a quelle che perdono il posto a quelle che non
lo troveranno mai.
Continuare a sottrarre ai cittadini il diritto a decidere
sulle questioni sociali, che oramai spetta solo ai governi che obbediscono ai
dettati della Troika e della finanza internazionale, sta consentendo alla Lega
e ai suoi messaggi xenofobi di aumentare la propria aggressività. La sola
politica economica ufficialmente ammessa è quella che massacra il lavoro e i
diritti sociali.
L'innalzamento dell'età della pensione, la libertà di
licenziamento del Jobsact, la politica di tagli nei servizi e nella
amministrazione pubblica, la ristrutturazione del sistema delle imprese
incentivata dalle politiche di austerità che aggravano la crisi, tutte assieme
queste decisioni e misure precipitano addosso al lavoro, devastando ciò che
resta dei diritti e delle condizioni acquisite, generalizzando la
precarizzazione.
Ad esse poi si aggiunge il nuovo sistema di elezioni delle
rappresentanze sindacali sui posti di lavoro, deciso arbitrariamente dalla
Confindustria in accordo con Cgil, Cisl e Uil, che mira ad eliminare la
possibilità di difendersi da parte dei lavoratori e di decidere liberamente da
chi farsi rappresentare.
Il nuovo contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti
in realtà è solo un contratto indeterminato che dà all'impresa il potere di
fare ciò che vuole e di concludere l'arbitrio con il licenziamento. La
liberalizzazione dei licenziamenti collettivi permetterà alle imprese di
sostituire lavoratori con qualche diritto con i nuovi schiavi definiti
beffardamente a tutele crescenti. Le lavoratrici e i lavoratori delle province,
dei trasporti, della scuola e dei servizi sociali vengono minacciati di
licenziamento, sottoposti al trasferimento forzato e al taglio dei salari . Gli
esodati restano in mezzo alla strada.
Le lavoratrici ed i lavoratori precari vedono crescere
arbìtri e sfruttamento nei loro confronti, mentre si delinea l'aggressione
finale dell'abolizione della stessa condizione di lavoro retribuito. Infatti
con la famigerata EXPO2015 si sperimenta, con l'accordo di CGILCISL UIL, la
prestazione gratuita per migliaia di giovani che dovranno far concretamente
funzionare la fiera. Una Grande Opera che diventa così non solo, come le altre,
la sede della devastazione ambientale e delle ruberie private e pubbliche, ma
che mette in mostra la distruzione dei diritti del lavoro, come ha vantato la
Confindustria. Il modello Expo è un modello sociale devastante che accompagna
schiavitù del lavoro a speculazione edilizia e non a caso è accompagnato dalla
ferocia degli sfratti per i poveri e dalla persecuzione dei migranti.
A far da corollario a questa politica di sottrazione dei
diritti c’è l’attacco frontale al diritto all’abitare contenuto nel recente
Decreto Lupi, che cancella il concetto di edilizia popolare e attacca
direttamente le condizioni di vita della parte più svantaggiata della società.
Alla tempesta perfetta che si sta abbattendo su tutto il
mondo del lavoro sfruttato e precario bisogna reagire. Bisogna riprendere la
mobilitazione dello scorso autunno e continuarla, perché le misure e le
iniziative di governo e imprese non si fermano. Per questo proponiamo di
scendere in piazza il 28 febbraio riprendendo la mobilitazione contro la
riforma Fornero delle pensioni, la precarizzazione del lavoro e il Jobsact.
Scegliamo questa data perché è importante dare un segnale forte di
controtendenza a chi vuole utilizzare l’indignazione diffusa per sostenere una
deriva razzista e guerrafondaia. Proponiamo Milano perché sede di EXPO2015 ma
l’obiettivo è quello di avviare da lì una mobilitazione che dovrà continuare,
estendersi e articolarsi. Facciamo appello a tutte le forze sindacali che non
si rassegnano e rifiutano ogni complicità con il Jobsact e le politiche di
austerità.
Facciamo appello alle organizzazioni del lavoro precario ai
movimenti di lotta sociale, a chi rifiuta lo sfruttamento delle persone e la
devastazione dell'ambiente. Scendiamo in piazza a Milano contro le politiche di
austerità e il Jobsact, per smascherare la vetrina milanese del lavoro precario
e delle ingiustizie sociali. Scendiamo in piazza contro il modello Expo che
distrugge la civiltà e la democrazia.
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