domenica 8 marzo 2015
#LAICITA’ DELLO STATO STAI SERENA#
PER EVITARE LO SFORZO DI AGGIRARE IL DETTATO DELLA
COSTITUZIONE, CHE VIETA FASTIDIOSAMENTE DI FINANZIARE LE SCUOLE PRIVATE, SUGGERIAMO AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO MATTEO RENZI DI PROPORRE AL PARLAMENTO LA MODIFICA DELL’ARTICOLO 33 DELLA COSTITUZIONE - CHE ATTUALMENTE SANCISCE “ENTI E PRIVATI HANNO IL DIRITTO DI ISTITUIRE SCUOLE ED
ISTITUTI DI EDUCAZIONE, SENZA ONERI PER LO STATO” - NEL MODO SEGUENTE: “LO STATO HA L’OBBLIGO DI FINANZIARE LE SCUOLE DEI PRETI”
E COSÌ LE SCUOLE PRIVATE SI ACCAPARRANO I SOLDI PUBBLICI
(il Manifesto, 4.03.2015) Proteste di M5S, Cgil e
associazioni, ma il governo sembra intenzionato a concedere gli sgravi. Il Pd
resta spaccato, e i cattolici festeggiano e chiedono di approvare in fretta la
legge.
Se l’assunzione di una parte dei precari è ancora a rischio,
le scuole paritarie e cattoliche quasi esultano. Il governo Renzi ha confermato
di volere inserire nel disegno di legge le detrazioni fiscali promesse dal sottosegretario
all’Istruzione Toccafondi, confermate dal ministro Giannini, e rivendicate da
44 parlamentari del Pd insieme a quelli dell’Ncd. Ma avrebbero voluto da Renzi
un decreto legge, così da incassare il bonus fino a 4 mila euro a famiglia e il
5 per mille subito. Così non è stato e ieri Famiglia Cristiana ha iniziato a
dubitare del progetto del governo: «Quello di Renzi è un bluff o è #lavoltabuona?».
Toccafondi ha rassicurato: «Il governo sta attuando una piccola riforma
culturale e sta superando con il realismo un pregiudizio perché autonomia e
parità riguardano la scuola nella sua totalità, statale e non statale».
L’operazione ideologica è vasta, trasversale e ben congegnata.
A riprova c’è l’appello pubblicato da Avvenire firmato da 37 parlamentari e due
eurodeputati di Forza Italia: «Ci uniamo alla lettera indirizzata da 44
colleghi deputati – hanno scritto — per chiedere che nel ddl per la “buona
scuola” trovi piena realizzazione la garanzia del diritto alla libertà di
scelta educativa della famiglia». A confermare l’avanzata del fronte che
intende aumentare le risorse pubbliche per i privati è sceso in campo l’ex ministro
dell’istruzione Luigi Berlinguer: «È con l’autonomia che si afferma, in
pratica, il pluralismo educativo», ha detto.
Le destre sono schierate con la Chiesa cattolica. Il Pd è
spaccato come una mela. È uno degli effetti prodotti dall’approvazione della
legge sulle paritarie del 2000 voluta dal centro-sinistra. Un vulnus
costituzionale che da allora ha prodotto numerose polemiche. Ieri la segretaria
Cgil Susanna Camusso ha attaccato anche questa decisione del governo sulla
scuola: «Siamo di nuovo di fronte ad annunci ripetuti senza avere chiari gli
obiettivi, mentre si continuano a concedere risorse alle scuole paritarie e
private che è esattamente l’opposto del dettato costituzionale che garantisce
il diritto allo studio e assume la responsabilità pubblica della garanzia
dell’istruzione».
Di «sconvolgimento dei principi e dei valori della
Costituzione» parla anche la Flc Cgil, mentre il movimento 5 Stelle attacca:
«Gli sgravi fiscali per gli istituti paritari, che costeranno 400 milioni di
euro ogni anno – sostiene Riccardo Fraccaro — sono uno schiaffo alle famiglie,
agli studenti e agli insegnanti costretti a fare i conti con le enormi
criticità che minano il diritto allo studio». La defiscalizzazione fino a
quattro mila euro per alunno in favore delle scuole non statali violano inoltre
l’articolo 33 della costituzione («senza oneri per lo Stato»).
«Le scuole private prendono già tanti soldi da Stato,
Regioni e Comuni – ha detto a Radio Citta Fujiko Giovanni Cocchi del
coordinamento per la legge popolare sulla scuola Lip — Sarebbe una cosa
improponibile, soprattutto se si trattasse di soldi aggiuntivi. Sono già
aumentati i fondi alle private quest’anno, è un ulteriore modo per favorire il
privato quando nella scuola pubblica manca anche la carta igienica».
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