lunedì 2 marzo 2015
Quant'è bella la Franciacorta!
Mortalità per tumori al fegato: dati choc a Castegnato e
Passirano
Negli ultimi trent’anni il doppio dei decessi rispetto alla
media regionale. I dati statistici di uno studio Enea confermati anche dall’Asl
di Brescia
Una strage silenziosa. Ben 727 le persone morte di tumore al
fegato a Castegnato, Passirano e nei dieci paesi limitrofi negli anni che vanno
dal 1980 al 2009. Un male che ha colpito con percentuali doppie rispetto agli
altri paesi lombardi. E non è l’unica neoplasia a presentare picchi allarmanti.
Ci sono anche i troppi tumori al pancreas (a Castegnato e Passirano), alla
laringe (a Castegnato) e i casi di morbo di Parkinson (+180 percento a
Castegnato). Sono i dati choc contenuti in un’analisi statistica fatta da
Marina Mastrantonio dell’Enea (ente nazionale per le nuove tecnologie,
l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) e preparati in occasione di un
convegno sul caso Caffaro organizzato dalla Cgil a fine autunno in città.
Che i tumori siano la bestia nera della provincia di Brescia
(+12% la mortalità negli uomini e +6% nelle donne rispetto alla media
nazionale) con picchi d’incidenza nell’area ovest, tra il distretto Montorfano
e Oglio Ovest, lo si sa. Lo ha messo nero su bianco anche l’Asl di Brescia, nei
suoi due differenti studi sull’incidenza di tumori e la mortalità nella
provincia di Brescia. …
Rientrano entrambi [Castegnato e Passirano] nel sito di
interesse nazionale Caffaro, perché fino alla fine degli anni Settanta hanno
ospitato discariche dove l’azienda chimica cittadina ha smaltito le sue scorie.
Un paese (Castegnato), si trova alle porte della città, dove negli anni hanno
insistito industrie pesanti ma anche le discariche (Pianera, Pianerino, Bosco
Sella). L’altro (Passirano) è nel cuore della Franciacorta, immerso nei
vigneti, tra i quali continua a sanguinare la discarica Vallosa: migliaia di
quintali di peci di pcb (ma anche scorie industriali con metalli pesanti e
solventi) che hanno avvelenato la falda e i terreni a fianco.
Eppure è difficile fare facili equazioni tra la presenza di
discariche al Pcb e i casi di cancro riscontrati. La correlazione è stata
accertata dalla Iarc (agenzia internazionale per la ricerca sul cancro) solo
per i melanomi (evidenza sufficiente) e per i linfomi non Hodgkin e tumori alla
mammella (evidenza limitata), non ancora per il tumore al fegato. Di melanomi
non se ne sono registrati negli ultimi 30 anni nei due paesi. I tumori alla
mammella non sono tra le prime cause di morte (+18 percento a Castegnato e +4,7
percento a Passirano). E nemmeno i linfomi non-Hodgkin (anche se tra gli uomini
a Passirano arrivano ad un +44 percento rispetto alla media regionale). «I
tumori associati a pcb sono più elevati in altre zone - specifica Magoni
dell’Asl -: melanomi e tumori del seno in città e verso il Garda, i non hodgkin
in Valle Trompia. Per cercare di capire meglio tali fenomeni stiamo rifacendo
tutte analisi tenendo conto anche di indici di deprivazione sociali e presenza
di fattori di rischio noti». …
2 marzo 2015
Ospitaletto: sotto la linea Tav cromo 70 volte oltre i
limiti
La Provincia individua i colpevoli in una cromatura del
paese. Ma Legambiente invita le istituzioni a cercare altri focolai nelle tante
discariche della zona
La prima falda che scorre sotto il tracciato della Tav, ad
Ospitaletto, è inquinata da cromo esavalente. Fino a 364 microgrammi per litro.
Settanta volte oltre i limiti di legge. Lo dicono le analisi dell’Arpa, che da
tre anni sta monitorando l’area di cantiere, con l’installazione di piezometri
per capire la concentrazione di inquinanti. Se nel dicembre 2014 il cromo venne
trovato (con valori 1400 volte oltre i limiti) a due chilometri di distanza,
sotto la terza corsia dell’autostrada A4, dove si stava realizzando un
sottopasso Brebemi, adesso è l’altra grande infrastruttura (la linea Tav) a
portare a galla l’inquinamento pregresso di questa fetta di provincia, che in
passato ha visto concentrarsi nel raggio di pochi chilometri quasi venti
discariche (tra autorizzate e illegali). La Provincia di Brescia in questo caso
ha però individuato un colpevole: «Gli esiti del monitoraggio hanno accertato
il supero delle concentrazioni soglia a valle idrogeologica dell’insediamento
cromatura Cotelli di via Padana Superiore» si legge nel verbale. Il prossimo
passo sarà un’ordinanza che imporrà la bonifica. Silvio Parzanini, presidente
Legambiente Franciacorta, invita però le istituzioni ad approfondire la
presenza di altri focolai di inquinamento: «non ci convince l’individuazione di
una sola fonte inquinante; lungo l’asse ferroviario Tav sono state ritrovate
alcune discariche sconosciute e a pochi metri da qui c’è la discarica Pianera,
dove già nel 2002 fu rilevata la presenza di cromo e altre sostanze cancerogene».
Parzanini è categorico: «Vista l’emergenza vanno fatte al più presto le
bonifiche attese e non vanno autorizzare altre discariche, come la Bosco
Stella».
2 marzo 2015
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