martedì 9 giugno 2015
Un altro cadavere nei cantieri
Verona, cade dal ponteggio. Muore 27enne del Bresciano
La vittima lavorava con i parenti nel cantiere dell’ospedale
Un’armatura, in teoria in grado di sopportare tonnellate di peso, che si è ripiegata su se stessa. E un futuro ospedale - ospiterà il centro ambulatoriale del policlinico di Borgo Roma - diventato un castello di carte volate al vento. Che si è portato via una vita, quella di Gen Jan Çaça, 27 anni, albanese. Clinicamente morto e attaccato a un respiratore della rianimazione di Borgo Trento dalle 11.30 di ieri, quando è arrivato al trauma center del Maggiore dopo un volo di oltre 20 metri nel cantiere.
Stava facendo ciò che faceva da sei mesi, Gen Jan, un figlio di 5 mesi e una casa a Castegnato. Capocantiere per una cooperativa bresciana, stava terminando lo «scheletro» della nuova struttura che affiancherà il vecchio ospedale veronese: un agglomerato di 6 piani, lungo un centinaio di metri del quale ormai si inizia a costruire il «corpo». Ieri Gen Jan era nel cavedio dove andrà l’ascensore: all’ultimo piano, pronto a posizionare le strutture portanti. Era sul ponteggio, come sempre: per cause in corso d’accertamento la struttura ha ceduto. Gen Jan è caduto nel vuoto. Gli altri operai, tra cui fratello, zio e cugino, hanno chiamato i soccorsi. «Ho visto le assi cedere e lui con loro - racconta il cugino Aurel, che era al piano di sotto - Pensavo si sarebbe fermato, invece è scivolato giù con le travi e il materiale. Nei giorni scorsi su quella traversa eravamo in 4 e non è successo nulla. Non riesco a capire». L’ipotesi più accreditata è che qualcosa nei tubi e nelle travi non andasse. Materiali inadeguati o «saldature» insufficienti.
La vittima lavorava con i parenti nel cantiere dell’ospedale
Un’armatura, in teoria in grado di sopportare tonnellate di peso, che si è ripiegata su se stessa. E un futuro ospedale - ospiterà il centro ambulatoriale del policlinico di Borgo Roma - diventato un castello di carte volate al vento. Che si è portato via una vita, quella di Gen Jan Çaça, 27 anni, albanese. Clinicamente morto e attaccato a un respiratore della rianimazione di Borgo Trento dalle 11.30 di ieri, quando è arrivato al trauma center del Maggiore dopo un volo di oltre 20 metri nel cantiere.
Stava facendo ciò che faceva da sei mesi, Gen Jan, un figlio di 5 mesi e una casa a Castegnato. Capocantiere per una cooperativa bresciana, stava terminando lo «scheletro» della nuova struttura che affiancherà il vecchio ospedale veronese: un agglomerato di 6 piani, lungo un centinaio di metri del quale ormai si inizia a costruire il «corpo». Ieri Gen Jan era nel cavedio dove andrà l’ascensore: all’ultimo piano, pronto a posizionare le strutture portanti. Era sul ponteggio, come sempre: per cause in corso d’accertamento la struttura ha ceduto. Gen Jan è caduto nel vuoto. Gli altri operai, tra cui fratello, zio e cugino, hanno chiamato i soccorsi. «Ho visto le assi cedere e lui con loro - racconta il cugino Aurel, che era al piano di sotto - Pensavo si sarebbe fermato, invece è scivolato giù con le travi e il materiale. Nei giorni scorsi su quella traversa eravamo in 4 e non è successo nulla. Non riesco a capire». L’ipotesi più accreditata è che qualcosa nei tubi e nelle travi non andasse. Materiali inadeguati o «saldature» insufficienti.
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