domenica 4 ottobre 2015
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Milano, tensione all'Expo. Contestata la Cgil per la scelta della location. Cinque sindacalisti fermati.
Tensione questa mattina al direttivo Cgil, eccezionalmente convocato all’Expo di Milano. Un gruppo di sindacalisti, membri del parlamentino Cgil, appartenenti alla minoranza del “Sindacato è un’altra cosa” sono stati fermati dalla polizia. Si tratta di Sergio Bellavita, portavoce nazionale, e di Eliana Como. Maria Pia Zagni, e Mario Iavazzi, tutti membri del direttivo nazionale. Fermatoanche Giulio De Angelis, non del direttivo Cgil. Insieme ad altri sindacalisti hanno esposto uno striscione davanti al direttivo, distribuito dei volantini e contestato la scelta della Cgil di tenere il direttivo all’Expo. I cinque sono stati portati in questura, dove sono ancora trattenuti. Assente al direttivo il segretario generale della Fiom Cgil Maurizio Landini che, insieme ad alcuni membri del direttivo Cgil che a lui fanno riferimento, si presenteranno solo domani, per il prosieguo dei lavori nella sede della Cgil della Lombardia. Anche loro avevno contestato la scelta della Cgil sull'Expo. "La scelta di tenere il primo giorno del Direttivo in Expo - ricorda il segretario organizzativo Nino Baseotto - è stata fatta proprio per "stare vicino" ai lavoratori di Expo, i quali "hanno gradito molto la decisione", ha aggiunto.
La Cgil in una nota emessa poco dopo i fatti dell'Expo, ricorda che l'iniziativa di alcuni dirigenti Cgil, "pur da noi non condivisa, ci appare per questo legittima". "Sulla base di questo assunto consideriamo eccessiva e sbagliata la scelta delle forze dell'ordine di denunciare coloro che si sono resi protagonisti di alcuni atti di protesta”, conclude la Cgil.
Immediata la solidarietà ai sindacalisti della minoranza Cgil da parte di Usb. "E' vergognoso che l'EXPO, palestra per aziende e istituzioni per ridurre i diritti dei lavoratori - si legge in una nota - sia diventata la sede scelta dalla Cgil per una riunione dei suoi organi dirigenti. E' altrettanto vergognoso che si ricorra al fermo di polizia nei confronti di chi esprime il proprio dissenso. USB esprime la propria piena solidarietà a questi rappresentanti sindacali e ne richiede l'immediato rilascio".
Solidarietà anche da parte dei Cobas, che in una nota ricordano anche "l'infame accordo" firmato un anno fa e che diede il via ad una serie di accordi di deregolamentazione e rese il "lavoro gratuito" più normale. "Expo ha rappresentato il banco di prova della ulteriore precarizzazione del lavoro - si legge in una nota - e dell'annullamento dei residui diritti dei lavoratori e delle lavoratrici, un accordo sindacale in linea con i decreti attuativi del Jobs act. Bene ha fatto una minoranza della Cgil a contestare il direttivo dentro Expo subendo il fermo di alcuni manifestanti ai quali è stato perfino impedito di esporre uno striscione e distribuire volantini. Expo, costruito con soldi pubblici, è l'emblema della precarietà del lavoro, quella Precarietà condivisa e accettata da Camusso e company".
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