domenica 13 dicembre 2015

La salute è ancora un diritto?



Assalto finale al Servizio sanitario nazionale

In Italia è in atto l’assalto all’universalismo. Ma a differenza di quello che è avvenuto in Inghilterra e Spagna, nel nostro paese l’assalto non ha trovato un percorso politico e legislativo trasparente. In Italia l’assalto c’è, ma non si deve vedere. I politici di turno, commedianti di dubbio talento, dicono e non dicono, dicono e si contraddicono, promettono e smentiscono, gettano cortine fumogene per coprire l’enorme danno che stanno infliggendo alla popolazione italiana.
In Inghilterra sappiamo come è andata a finire: la temuta riforma è entrata in vigore nel 2013 producendo l’intera privatizzazione dei servizi sanitari. Analogo destino è toccato alla Spagna: anche qui un governo conservatore non ha perso l’occasione fornita dalla crisi di sbarazzarsi – con un semplice decreto reale (aprile 2012) – del sistema sanitario universalistico, per consegnare tutto alle assicurazioni.
L’assalto all’universalismo si attua in Italia attraverso il de finanziamento “coatto” del fondo sanitario nazionale, iniziato con il governo Monti. Dal 2010 al 2013 il finanziamento pubblico per la sanità ha subito una decurtazione del -3,5% in termini reali (dai 112,5 mld del 2010 ai 110,0 mld del 2013). Seguirono di conseguenza: blocco del turnover del personale, riduzione dell’offerta pubblica, aumento spropositato dei ticket, migrazioni di massa di utenza dal settore pubblico a quello privato.
Questo il parere di Gavino Maciocco, medico con una storia intensa di esperienze mediche dal volontariato in Uganda, con anni di servizio civile, a lunghi periodi di studio in Inghilterra, ed attualmente docente presso il Dipartimento di Sanità Pubblica dell'Università di Firenze. Allarmismo o realtà?

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