giovedì 22 marzo 2018
Global Action for Afrin!
Solidarietà da #Brescia alla città siriana di #Afrin
Sabato 24 marzo, ore 14.30
Presidio in Piazza della Loggia, Brescia
Nel silenzio internazionale di istituzioni e stampa nella
Siria del Nord si sta consumando un tremendo genocidio: l'esercito della
Turchia del Sultano Erdogan, spalleggiata dalle bande jiadiste del "Free
Sirian Army" e membro NATO dal 1945, prosegue la propria guerra contro il
popolo curdo e contro tutti i profughi di Siria, Turchia e medioriente che si
trovavano ad Afrin al momento dell'attacco, una delle città più popolose della
Siria del Nord. Milizie islamiste salafite ed esercito turco, dal 20 gennaio
stanno bombardando il Rojava (la Federazione della Siria del nord) massacrando
i civili e attaccando i combattenti delle Forze Democratiche Siriane, coloro
che hanno combattuto e sconfitto Isis a Kobane e a Raqqa. Con il silenzio-assenso
degli alleati occidentali (Ue, Russia e Stati Uniti) Erdogan, insieme a
miliziani di Al Qaeda e Daesh, sta aggredendo il Confederalismo democratico, un
processo rivoluzionario di democrazia diretta, femminismo ed ecologismo
praticato dalle popolazioni della Siria settentrionale, l'unica speranza per
una convivenza pacifica tra i popoli in Medio Oriente.
Cosa c'entra l'Italia?
Buona parte degli armamenti che la Turchia sta utilizzando
per massacrare la popolazione civile sono prodotti in Italia dal gruppo
Leonardo (ex Finmeccanica), azienda a partecipazione statale il cui maggior
azionista è il ministero dell'Economia e delle Finanze. Si tratta in
particolare degli elicotteri d’attacco T129.
L'Italia è un'importante partner commerciale per la Turchia
governata dal regime islamista di Erdogan e del suo partito Akp. Soprattutto
per quanto riguarda l'export di armi da guerra: solo nel 2016 il nostro Governo
ha fornito armi all'esercito turco per una commessa di 133,4 milioni di euro.
In generale, il mercato mediorientale è il più redditizio per l'esportazione di
armi italiane per un totale di 8,8 miliardi di euro nel 2016.
Cosa c'entra Brescia?
Una parte di queste armi sono prodotte a Brescia, dalla
storica fabbrica Breda (che fa parte del gruppo Leonardo-Finmeccanica). Con
un'azione dimostrativa, la scorsa settimana, abbiamo segnalato che la Breda
(dunque il gruppo Leonardo, dunque il Governo italiano) è complice del massacro
di civili in corso e della sporca guerra che la Turchia sta conducendo contro i
popoli della Siria del Nord (come in passato lo è stata di molte, troppe, altre
guerre). Lo abbiamo fatto appendendo uno striscione e spargendo della vernice
rossa all'ingresso dello stabilimento, a rappresentare il sangue di cui il
gruppo Leonardo si sta macchiando. Le armi da guerra che la Breda esporta
all'esercito turco e agli eserciti oppressori di tutto il mondo sono una vergogna
per la nostra città.
Cosa possiamo fare noi?
Il silenzio è complice! La solidarietà internazionale un'arma!
Ci vediamo questo sabato 24 marzo in piazza Loggia a Brescia
per mostrare anche noi che non siamo indifferenti al massacro di un popolo e dei
profughi che si trovano al momento in una delle terre più massacrate dalle
pretese dei potenti della Terra!
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