mercoledì 21 marzo 2018

I predatori della Franciacorta perduta

Altro cemento in Franciacorta: allarme di Legambiente
Parzanini: avanza il consumo di suolo, enti locali troppo tiepidi nell’applicare la nuova normativa. Chiesta una moratoria sugli interventi più impattanti, come l’impianto per trattamento scorie alla Bonfadina di Cazzago

«Il piano territoriale regionale d’area della Franciacorta dice chiaramente che in questo territorio non deve arrivare altro cemento. Perché il suo futuro passa dal vino e dal turismo. Ma Comuni e Provincia stanno facendo un gran poco per concretizzare queste coordinate». Silvio Parzanini, presidente del circolo Legambiente Franciacorta, traccia il quadro della situazione che - a suo dire - è piuttosto grigia.

Punta il dito contro il nuovo impianto di recupero scorie che dovrebbe sorgere tra Cazzago San Martino e Rovato. Sui 20mila metri quadri di nuove aree artigianali programmate in uno dei paesi simbolo delle bollicine, Monticelli Brusati. Ma anche sulla nuova lingua d’asfalto che il Comune di Adro vuole realizzare in sfregio alla tenuta Bellavista, o sulla rotatoria vicino al laghetto glaciale del Sala. … Parzanini mette sul banco degli imputati «d’inerzia» anche la Provincia: «non ha ancora fatto nulla per armonizzare i contenuti dei singoli piani di governo del territorio e del suo piano territoriale di coordinamento provinciale (Ptcp) al nuovo piano regionale d’area, la cui efficacia oggi è pari a zero. Ha dato un primo parere positivo sulla nuova area industriale da 45mila metri quadri a Castegnato. E sembra intenzionata a dare l’ok alla nuova area artigianale di Monticelli Brusati». C’è poi, a suo dire, una mancanza di «visione» futura del territorio. Un esempio pregnante è l’immensa area ex Vela a Corte Franca (dove un tempo si producevano laterizi) a due passi dai campi di golf: «si è parlato di un centro congressi di cui il territorio avrebbe bisogno. Ma serve sinergia di intenti, una regia condivisa, che ad oggi non vediamo».

L’urgenza del momento però è evitare la realizzazione l’impianto di trattamento da 180 mila tonnellate di scorie inerti l’anno che Bettoni Spa vuole spostare da Castegnato alla cava Bonfadina: «sarà fonte di polvere e rumore e darà un’immagine poco consona al Franciacorta. Senza dimenticare il rischio che in futuro possano arrivare altri codici di rifiuti». Eppoi le tante villette e capannoncini. Il problema sono le «more» previste dalla legge regionale 31 del 2014, che ha sì imposto lo stop al consumo di suolo agricolo, ma non cancellando i diritti edificatori acquisiti in passato dai privati. Legambiente, che ha appoggiato il Comune di Brescia nella sua battaglia per tagliare il cemento programmato, chiede un supplemento d’impegno ai comuni franciacortini. Che prendano ad esempio la battaglia di palazzo Loggia.

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