Partirà questa mattina per il Senegal, suo Paese natale, la salma di El Hedji Saydou Gadiaga, il 36enne deceduto alla caserma Masotti dei Carabinieri il 12 dicembre, dopo aver accusato un malore.
Amici e parenti (la sorella residente a Padova e il fratello, arrivato da Bari) gli hanno dato l’addio ieri mattina all’obitorio dell’Ospedale Civile, dove si è svolta la cerimonia funebre di lavaggio del corpo. Avvolto in un lenzuolo bianco e profumato, dopo aver accolto le preghiere di quanti gli sono stati vicini in vita, il corpo di Saydou atterrerà domani a Dakar, dove ad attenderlo ci sarà una terza sorella. "Sarà sepolto in giornata e poi seguiranno tre giorni di preghiera" spiega il cognato.
"Era un ragazzo socievole e generoso – ricordano gli amici – Noi tutti avevamo rispetto per lui, ha frequentato l’Università islamica al Cairo". In Italia dal ’98, Saydou non aveva un lavoro stabile da alcuni anni e aveva quindi perduto il proprio permesso di soggiorno. "Diceva sempre di temere l’arresto e un malore a causa delle sue crisi asmatiche, ma conduceva una vita rigorosa" aggiungono. Fratelli e amici sono ancora in attesa dell’esito dell’autopsia.
"Era malato, aveva avuto un attacco anche la sera precedente, non avrebbe dovuto restare solo e al freddo in quella cella – concludono – Saydou è morto a causa di una legge ingiusta, che trasforma in reato il fatto stesso di esistere".
E arriviamo a venerdì 10 dicembre. Saidu in uno degli ormai consueti rastrellamenti del quartiere Carmine, viene trovato senza permesso di soggiorno e quindi prontamente arrestato e portato in caserma. Saidou però ci esce morto domenica mattina 12 dicembre dalla caserma di Piazza Tebaldo Brusato, MORTO. Ve lo scrivo con tutta la brutalità di questa parola e da qui in poi non ho più voglia di romanzare la storia.
Saidou soffriva di asma cronica (patologia sì, ma per cui in Italia certo non si muore, se no non mi spiego mia nonna, rugosa e vegeta, nei suoi 96 anni di ASMA), Saidou ha fatto presente la cosa in caserma mostrando un certificato rilasciato al Civile, praticamente per lui un salvavita, ma lì in quella caserma nessuno ha trovato nulla di meglio da fare che rinchiuderlo, in quanto CRIMINALE in una cella di ISOLAMENTO, senza riscaldamento, piuttosto buia e con poca aria.
Il corpo di Saidou è stato sottoposto ad autopsia… si parla di GRAVE CRISI RESPIRATORIA.
In sostanza SAIDOU è stato lasciato soffocare in una cella di ISOLAMENTO, forse ad un animale domestico si sarebbe prestata più attenzione.
Vi ho voluto raccontare questa storia perché è già quasi scomparsa dai giornali della nostra città, ma a me pare emblematica del clima che stiamo respirando a BRESCIA da quando questa nuova giunta è al governo. Ve lo scrivo perché la MORTE di un ragazzo di 36 anni, mi sembra DEGNA della NOSTRA ATTENZIONE ed INDIGNAZIONE. Ve lo scrivo perché forse l’interrogazione al Ministro Alfano portata avanti dai deputati bresciani del PD non avrà mai una risposta, ma credo che NOI qualche domanda ce la dobbiamo iniziare a fare.
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