martedì 2 settembre 2014

Gli effetti della speculazione sulle gestioni dell'acqua

Depurazione pagata ma inesistente: rimborso possibile per 45mila utenti
A disposizione 6 milioni. Richieste da inviare entro il primo ottobre

L’authority dell’acqua ha calcolato le quote in eccesso saldate dai residenti in 73 comuni della provincia di Brescia dal 2003 al 2008

Sono passati sei anni da quando la Corte costituzionale ha dichiarato illegittimo il pagamento - nella bolletta dell’acqua - della quota per la depurazione delle fognature, nel caso in cui l’utente non fosse allacciato a nessun impianto. Ora l’authority bresciana per l’acqua ha dato via libera ai procedimenti di rimborsi che riguarderanno 45mila famiglie e aziende residenti in 73 diversi paesi della provincia, dalle valli alla Bassa, passando per la città.
Le multiutility A2A, A0b2, Garda Uno, Asvt si sono già attrezzate e sui rispettivi siti web è possibile inserire il proprio codice utente (lo si trova sulla bolletta dell’acqua) per capire se si ha diritto o meno al rimborso di circa un quarto di quanto pagato dal 15 ottobre 2003 al 15 ottobre 2008 (per gli anni precedenti vige la prescrizione). I cittadini non riceveranno nessun assegno però. La somma spettante verrà scalata dalla bolletta di metà ottobre.
Un aspetto tutt’altro secondario: sono i singoli utenti che, verificato di aver diritto al rimborso, dovranno presentare domanda al proprio gestore o direttamente al comune di residenza. La documentazione è facilmente scaricabile dal sito internet delle diverse multiutility. La documentazione completa è presente anche sul sito dell’ Aato (www.aato.brescia.it). Non c’è molto tempo a disposizione: le domande dovranno essere inoltrate entro il 1 ottobre.
Più semplice la trafila di rimborso per chi risiede in uno dei 48 comuni gestiti da una società di servizi (A2A, Aob2 del gruppo Cogeme, Garda Uno o Asvt): in questo caso l’Aato negli ultimi 4 anni ha calcolato la cifra che dovrà essere rimborsata e la procedura sarà molto più snella. Potranno invece scontrarsi con qualche lungaggine i residenti dei 24 paesi della Valcamonica che gestivano direttamente il servizio idrico (Berzo Inferiore, Berzo Demo, Bienno, Borno, Braone, Breno, Capo di Ponte, Cedegolo, Cerveno, Ceto, Cigole, Cimbergo, Cividate Camuno, Edolo, Losine, Lozio, Malegno, Malonno, Ono San Pietro, Ossimo, Paisco Loveno, Prestine, Sellero, Sonico). Potrebbero non avere liquidità sufficiente per rimborsare i loro utenti, anche se le bollette che pagavano erano inferiori rispetto a quelle del resto della provincia. L’authority dell’acqua ha provveduto a contattare i diversi Comuni, ricordando il dovere di informare i cittadini.
L’ammontare del rimborso varia a seconda dell’acqua consumata nel quinquennio di riferimento. Il consumo medio d’acqua di una famiglia di quattro persone (con una casa di 90 metri quadrati) è di 200 metri cubi l’anno. Un metro cubo d’acqua a Brescia e provincia viene pagato un euro. Un quarto di quella cifra veniva (e viene) destinata agli investimenti per la depurazione. Quindi il rimborso medio dovrebbe aggirarsi intorno ai 50 euro l’anno (250 euro per i cinque anni). Una cifra che combacia con la richiesta fatta da una famiglia di quattro persone ad Orzinuovi, che vive in una villetta dietro il campo sportivo: deve riavere da A2A 260 euro. Il quartiere fino al 2008 non era collettato al depuratore; per questo i cittadini hanno pagato indebitamente quella quota di depurazione. «La cifra varia parecchio da caso a caso - chiarisce Marco Zemello, direttore dell’autorità d’ambito (Aato) della Provincia di Brescia - : c’è chi ha diritto a poche decine di euro e chi può arrivare a vedersi riconosciute diverse centinaia di euro». Cifre ben più importanti per le aziende che consumavano grossi quantitativi d’acqua.
Innanzi tutto va ricordato che anche i residenti in città potrebbero aver diritto ai rimborsi, perché nel periodo di riferimento non tutte le abitazioni erano collettate al depuratore di Verziano. Ci sono comuni (Agnosine, Alfianello, Marcheno, Offlaga, Vestone e Villa Carcina) che in passato gestivano autonomamente il servizio idrico, poi affidato ad una multiutility: in questi casi sarà il gestore a ristornare anche la quota spettante ai comuni. Altra particolarità riguarda il Comune di Lumezzane, che gestirà autonomamente la restituzione della tariffa di depurazione per il periodo di competenza, a causa di problematiche nel fornire i dati secondo la procedura codificata dall’Ufficio d’Ambito di Brescia. Pertanto gli utenti del comune di Lumezzane devono fare due richieste distinte, una al gestore attuale Asvt e l’altra al Comune. L’Aato infine comunica sulla propria pagina web che al «netto degli oneri deducibili» per le spese fatte in passato si «azzerano» i rimborsi a Capriano del Colle, Cellatica, Dello, Nuvolera,

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