Bresciaoggi, 24/08/2014. Il Tar impone limiti più restrittivi alle emissioni di ossidi di azoto della centrale a biomasse di Rodengo Saiano. Al Tribunale amministrativo si erano rivolti con un ricorso una cinquantina di cittadini di via Borbone, chiedendo di fermare l'impianto alimentato a biomasse legnose. Su alcune questioni in gioco, i cittadini non hanno ottenuto piena soddisfazione, poiché il Tar ritiene incongrua la richiesta di fermare l'impianto; ma il tribunale prescrive alla Provincia una serie di limiti molto rigorosi sugli ossidi di azoto rilasciati dalla centrale, e ritenuti potenzialmente responsabili di infiammazioni e altre patologie alle vie respiratorie, con possibili danni cardiovascolari.
TOCCHERÀ alla Provincia - sancisce il Tar - fissare una nuova soglia, misurare periodicamente quanto fuoriesce dai camini e prescrivere le migliorie tecniche per una più ampia tutela della salute pubblica. L'ultimo degli episodi che ha riacceso la polemica sulla centrale a biomasse risale al 10 luglio: l'ennesima fumata nera dai camini, con relativa denuncia di cittadini e comitati e puntuale chiarimento di Franciacorta Rinnovabili, che garantiva non si fossero verificate emissioni fuori norma.
Per il circolo Legambiente di Franciacorta e il comitato contro la centrale, la sentenza dà ragione ai cittadini, ritenendo sbagliato che i limiti sugli inquinanti siano meno rigorosi della deliberazione regionale del 19 ottobre 2001. Sui rischi «la magistratura ha posto maggiore attenzione di quanto non abbia fatto la Provincia» e «ciò vale anche per i Comuni interessati, Rodengo Saiano e Castegnato. che nulla hanno fatto per far valere gli interessi dei cittadini, e di Cogeme». Inoltre Legambiente rimarca come sia così riconosciuta la legittimità dei ricorrenti, proprietari di edifici, in qualche caso a 300 metri dal sito. «Il Tar ha dato ragione ai cittadini che sostenenevano la correttezza del limite di 80 mg/Nmc». Per gli ambientalisti bene ha fatto il Tar ad evidenziare «che la giusta via non è quella di lasciare al gestore il potere di autoregolarsi».
RIPRODUCIAMO QUI DI SEGUITO UN COMMENTO ALLA SENTENZA STESO DALLA CONSULENTE LEGALE DEL COMITATO "NO CENTRALE A BIOMASSE DI RODENGO SAIANO":
Risulta del tutto chiaro che la magistratura ha posto maggiore attenzione di quanto non abbia fatto la Provincia sul rischio che un impianto del genere possa determinare non solo all'ambiente ma anche alla salute dei cittadini.
Infatti, in diversi punti della sentenza si legge del grave rischio che si corre.
Ad esempio, nel punto in cui il TAR rigetta le eccezioni mosse dai resistenti che avrebbero voluto vincere la partita su questioni di mero rito, sostenendo il difetto di legittimazione passiva dei cittadini (tradotto in termini non giuridici si voleva sostenere che i cittadini non potessero presentare ricorso avverso un provvedimento che espone a rischio la loro salute). Il Tribunale evidenzia che la circostanza che i ricorrenti siano proprietari di edifici collocati nel territorio comunale, alcuni a circa 300 metri dal sito dell’impianto, è sufficiente a integrare il requisito della vicinitas che legittima la proposizione del ricorso. Infatti, si legge che quando sussistono emissioni in atmosfera, è evidente che gli effetti potenzialmente negativi dell’impianto sono ad ampio raggio, sia considerando la diffusione degli inquinanti, sia tenendo conto del quantitativo di inquinanti che potrebbe essere diffuso sul territorio. Ma ancor più saliente è il passo della sentenza quando statuisce che l'interesse a contrastare il progetto dell’impianto sussiste in quanto la sommatoria tra l’inquinamento aggiuntivo e quello di fondo potrebbe raggiungere nella zona in questione concentrazioni allarmanti.
Sull'eccezione di inammissibilità per la mancata notifica del ricorso al Comune. Il TAR ha specificato che la partecipazione alla conferenza di servizi non trasmette alle amministrazioni coinvolte la legittimazione passiva nella controversia sul provvedimento finale. In quanto con la conferenza di servizi si vuol raggiungere proprio lo scopo opposto, quello di aggregare in un unico centro amministrativo tutte le valutazioni che interessano il progetto del privato, e analoga semplificazione si verifica quindi sul versante processuale.
Anche questo tentativo di silenziare i cittadini per mere motivazioni di rito non è andato a buon fine!
Sulla questione dell’inquinamento diffuso, i cittadini chiedevano espressamente una statuizione su un divieto di autorizzare ulteriori attività inquinanti in una zona come quella di Rodengo classificata come zona di risanamento C1. Orbene, il TAR ha preferito tutelare le ragioni "dell'economia del territorio" a quelle della salute, asserendo che risulta impossibile evitare la presenza di nuove imprese, forse troppo preoccupati per la crisi economica epocale che stiamo attraversando! Ma nello stesso tempo il Tribunale ha evidenziato che le norme comunitarie e nazionali impongono la necessità di agire contemporaneamente sulle fonti inquinanti già esistenti e di limitare le conseguenze negative delle nuove attività potenzialmente inquinanti.
Su ciascuna fonte inquinante si può e si deve intervenire, statuisce il Tribunale, attraverso l’implementazione di obiettivi di qualità finalizzati a produrre un miglioramento della situazione ambientale.
Sulla questione degli ossidi di azoto, invece, il TAR ha dato completamente ragione ai cittadini che sostenevano la correttezza del limite degli 80 mg/Nmc. Infatti, il Collegio dice: "L’arretramento sul fronte delle precauzioni a tutela della salute collettiva (gli ossidi di azoto sono responsabili di infiammazioni e altre patologie delle vie respiratorie, e possono danneggiare l’apparato cardiovascolare) NON APPARE GIUSTIFICATO".
Rilevante anche la decisione nel punto in cui non accoglie l'eccezione dei resistenti che avrebbero voluto trasformare la centrale biomasse in una semplice caldaia (impianto a focolare), per beneficiare dei limiti di emissione più elevati imposti dalla normativa regionale. Il TAR ha ritenuto che la distinzione proposta dai resistenti tra rifiuto non pericoloso che può essere qualificato come ex rifiuto sia solo una differenza nominale. Le parole sono importanti, come diceva un noto regista, ma la salute di più!
Il TAR ha evidenziato che non vi è stato il corretto approfondimento dei diversi interessi/diritti in gioco. In particolare, non è stata definita una soglia adeguatamente bassa per gli ossidi di azoto, benché vi fossero elementi tecnici che avrebbero giustificato una decisione in questo senso.
La Provincia, statuisce il Tribunale, avrebbe dovuto considerare la possibilità di fissare un limite più vicino a quello della DGR 19 ottobre 2001 n. 7/6501, se necessario individuando e prescrivendo le tecnologie attualmente disponibili in grado di migliorare il processo di combustione e il sistema di abbattimento delle emissioni.
Le emissioni rilevate, ovviamente dagli stessi gestori dell'impianto, nel corso di questi anni di funzionamento riportano livelli di emissione di ossidi di azoto pari rispettivamente a 151 mg/Nmc e a 237 mg/Nmc, al di sotto del limite consentito dei 450 mg/Nmc, ma il Tribunale ha evidenziato che la giusta via non è quella di lasciare al gestore il potere di autoregolarsi, ma solo la fissazione di limiti esterni costituisce, in una situazione come questa, un incentivo adeguato all’utilizzo dell’impianto con l’obiettivo di minimizzare le emissioni.
L'annullamento degli atti impugnati nella parte in cui stabiliscono per gli ossidi di azoto limiti meno rigorosi riporta la palla in mano della Provincia e speriamo che questa volta non faccia un nuovo autogol, si perché l'ente Pubblico deve fare gli interessi di tutti e non di pochi eletti.
A proposito i cittadini attendono di vedere anche quali saranno le azioni che agiranno contemporaneamente sulle fonti inquinanti già esistenti, come richiesto dal TAR Brescia. Se gli enti preposti non faranno nulla si potrà riscontrare una grave omissione ed un'inottemperanza a doveri di ufficio, senza tralasciare ovviamente i compiti di garanzia che questi Enti dovrebbero rivestire verso la tutela della salute di tutti i cittadini, compresi se stessi!

Nessun commento:
Posta un commento