giovedì 26 febbraio 2015

L'unica risposta possibile agli attacchi contro il mondo del lavoro

abbiamo ricevuto e ben volentieri pubblichiamo il seguente comunicato del Coordinamento Regionale lombardo di “IL SINDACATO E’ UN’ALTRA COSA”:

Nei giorni scorsi sono passati gli ultimi e definitivi decreti attuativi del Jobs Act, ennesimo e feroce attacco contro i lavoratori e le future generazioni, che più di tutti pagheranno la precarizzazione selvaggia ad uso e consumo dei padroni e lo smantellamento progressivo dello Statuto dei diritti dei lavoratori.
Proprio a Milano, sede di Expo e laboratorio di sperimentazione del lavoro gratuito, ratificato con l’accordo Expo firmato da CGIL/CISL/UIL, ed in relazione al quale in sede congressuale la nostra area richiese alla Camera del Lavoro di Milano il ritiro della firma, nessuna risposta concreta è stata messa in campo per contrastare la ferocia dei decreti attuativi.
Nel totale deserto delle iniziative, il Coordinamento Regionale del Sindacato è un’altra cosa- Opposizione in CGIL, assume non solo la decisione di partecipare all’unica manifestazione convocata finora, quella del 28 Febbraio a Milano, dando così seguito allo sciopero sociale del 14 novembre e allo sciopero generale del 12 dicembre ma anche di porsi come interlocutore con tutti i percorsi del sindacalismo conflittuale e di movimento che vogliano convergere verso l’opposizione al Jobs Act e alle politiche di precarietà, a partire dalle campagne di informazione nei posti di lavoro
Come sindacalisti esprimiamo l’urgenza di rispondere alle dichiarazioni, rilasciate pubblicamente il 7 febbraio in Bicocca dal primo ministro Renzi, il quale, pur di non inceppare la macchina Expo, citando i lavoratori della Scala e la loro decisione di non lavorare il primo maggio, ha paventato il ricorso a provvedimenti normativi speciali, delineando così l’attacco successivo e le prospettive di feroce repressione a tutte le forze che esprimono un orizzonte conflittuale.
Consapevoli della portata dell’attacco, siamo convinti che l’unica risposta possibile sia quella della radicalizzazione della lotta e dell’allargamento a tutti i soggetti conflittuali della nostra città, nonchè ai lavoratori, disoccupati, precari e studenti.
Ribadiamo il sostegno ai lavoratori della Scala e l’importanza del Primo maggio come festa dei lavoratori, giornata di riflessione sulle lotte passate, sui diritti conquistati e sulle lotte necessarie per riconquistare i diritti perduti, ribadiamo e sosteniamo che la festa dei lavoratori è un diritto insindacabile che non è nella disponibilità di nessuna direzione o trattativa sindacale.
Crediamo che la scelta di questa data sia tutt’altro che casuale. Crediamo, invece, porti con sé la consegna al mondo del capitale e delle politiche ad esso connesse, di un vero e proprio scalpo simbolico.
Lavoro gratuito e rinuncia alla festa del lavoro sono un binomio pericolosissimo in termini di debolezza del mondo del lavoro e di chi lo dovrebbe difendere.
La iniziative in atto, a partire da quelle promosse per il 28 febbraio, possono e devono gettare le basi per una ripresa condivisa capace di affrontare i diversi livelli d’aggressione attraverso la convergenza di tutti i soggetti conflittuali, a partire dai movimenti e dagli studenti, le vere cavie su cui si sperimenterà la precarizzazione selvaggia.
Tale sforzo comune deve spingerci ad organizzarci e a convergere in una lotta che sappia convogliare tutto il mondo del lavoro, dal lavoratore precario al migrante, una lotta che denunci le ruberie di Expo e la pericolosità insita in un modello cronicamente derogatorio, nel quadro di un’ emergenza abitativa pronta a trasformarsi in una vera e propria bomba sociale e a giustificare forme sempre più manifeste di repressione

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