
GUSSAGO, 10/06/2015
oggetto: ripubblicizzazione servizio idrico integrato
Ill.mo Sig. Sindaco,
nei giorni 12 e 13 giugno 2011, come Lei sicuramente ben rammenterà, la maggioranza assoluta dei cittadini italiani sancì l’abrogazione dell’obbligo – imposto alle Amministrazioni locali dall’art. 23 bis del decreto legge 25 giugno 2008 n. 112, come successivamente modificato dalla cosiddetta “Legge Ronchi” – di cedere od aprire a soggetti privati la gestione dei servizi pubblici erogati alla collettività: quindi non soltanto il Servizio idrico integrato ma pure il trasporto pubblico locale, i servizi di igiene ambientale e tutti gli altri servizi allora definiti dall’ordinamento “servizi pubblici locali di rilevanza economica”.
Nessuno può dubitare, tuttavia, che il reale significato di quella scelta popolare non si limitasse ad un semplice annullamento dell’obbligo di privatizzazione dei servizi pubblici locali, bensì consistesse nella più ampia aspirazione, condivisa dalla massima parte degli italiani (come pure, a livello locale, dalla massima parte degli elettori gussaghesi), ad una restituzione piena alla mano pubblica della gestione di tutti i servizi indispensabili, in primo luogo del servizio idrico.
Il Comitato “Gussago per l’acqua bene comune”, nei mesi precedenti l’appuntamento referendario, si è impegnato duramente per contribuire al raggiungimento di quell’importante successo e, da allora, continua ad operare sul territorio allo scopo di accrescere la sensibilità dei nostri concittadini verso le tematiche della gestione pubblica dei servizi essenziali e, più in generale, verso le questioni attinenti alla tutela dell’ambiente e delle risorse idriche.
Purtroppo, la volontà popolare chiaramente espressa in occasione dei referendum del 2011 viene in maniera ricorrente minacciata da iniziative legislative sia nazionali sia regionali, tendenti a ripristinare in forma più o meno surrettizia la cessione forzata a soggetti privati delle attività di gestione dei servizi pubblici locali.
La tendenza esasperata alla privatizzazione di tutte le risorse esistenti sui territori non è stata mai abbandonata né dal Governo centrale, indipendentemente dalle maggioranze parlamentari dalle quali esso è sostenuto, né, tanto meno, dal Governo della Regione Lombardia.
Infatti, relativamente alle iniziative attuate dal primo, vanno esemplificativamente ricordati il decreto legge n° 138 del 13 agosto 2011 (fortunatamente bocciato dalla Corte Costituzionale nel luglio dell’anno successivo) o, ancor peggio, i sempre più opprimenti vincoli di spesa ed i tagli di risorse ai quali gli Enti locali sono costretti dal Patto di Stabilità Interna.
D’altronde, la Legge regionale n° 21 del 27 dicembre 2010, modificativa della Legge regionale n° 26 del 12 dicembre 2003, pur essendo stata dalla vittoria referendaria spogliata di qualsiasi opzione tendente a favorire la privatizzazione della gestione della risorsa idrica, pretende in ogni caso che il Servizio idrico integrato sia affidato ad un unico soggetto gestore per l’intera Provincia, espropriando di fatto qualsiasi potestà di intervento diretto dei Sindaci in materia.
Proprio in considerazione degli effetti che sarebbero causati dall’applicazione della normativa regionale da ultimo menzionata, il Comitato “Gussago per l’acqua bene comune” desidera qui sottoporre alla Sua cortese attenzione una sollecitazione di cui, a nostro parere, dovrebbero farsi carico quanto prima tutti i Sindaci dei Comuni bresciani.
Ultimamente, autorevoli esponenti della Direzione e del Consiglio di Amministrazione dell’Ufficio d’Ambito Territoriale Ottimale della Provincia di Brescia hanno rilasciato alla stampa numerose dichiarazioni nelle quali è auspicata l’unificazione della gestione del Servizio idrico integrato per l’intera circoscrizione provinciale sotto il controllo e la conduzione di un solo soggetto, avente forma di società di diritto privato da costituirsi secondo le logiche del mercato ed in base ai principi della massimizzazione dei profitti.
In realtà tale assunto mercantilista è stato già messo in discussione in altre parti d’Italia, in conseguenza dei risultati negativi derivati dalla sua applicazione. A dimostrazione di ciò basti menzionare, fra le altre vicende paradigmatiche, la città di Napoli, che ha direttamente affidato la gestione del ciclo idrico integrato ad un Ente pubblico costituito ad hoc, l’Azienda speciale “A.B.C. Acqua Bene Comune”, oppure l’Assemblea dei Sindaci della Provincia di Reggio Emilia, che ha deliberato di scorporare il servizio idrico dalle attività della multiutility “I.R.E.N. Società per Azioni” per affidarlo ad un nuovo soggetto completamente pubblico. Ma molte altre, in tutto il Paese, sono le situazioni ove il percorso di ripubblicizzazione del servizio idrico è stato avviato o addirittura portato a compimento: Torino, Forlì, Palermo, Piacenza, Belluno, Imperia (tanto per elencare solo le città capoluogo).
Dunque, di fronte alla pervicacia con la quale rappresentanti istituzionali della Regione Lombardia, della Provincia di Brescia e dell’Ente di Governo dell’ambito insistono imperterriti a pretendere che la raccolta, la distribuzione, l’erogazione ed il trattamento della più importante fra le risorse naturali esistenti in abbondanza nel nostro territorio – l’acqua, appunto – siano sottratte definitivamente al controllo dei Comuni, questi ultimi devono avere il coraggio di assumere finalmente una posizione ufficiale altrettanto decisa.
È giunto, secondo noi, il momento che tutti i rappresentanti delle comunità locali sostengano in maniera unanime il proposito di affidare la gestione del servizio idrico integrato ad un’Azienda speciale consortile di diritto pubblico, unica per l’intero territorio provinciale, partecipata in forma paritaria da tutte le Amministrazioni comunali bresciane assieme a rappresentanze degli utenti del servizio e dei lavoratori in essa impiegati.
Questa rivoluzionaria scelta – l’unica realmente rispettosa del significato più ampio emerso dal voto referendario – non risulterebbe affatto preclusa dalla normativa regionale vigente, dopo le abrogazioni conseguenti ai referendum del 2011, e potrebbe, anzi dovrebbe essere posta al più presto all’ordine del giorno di una discussione in sede di Ufficio d’ambito territoriale.
Per tale motivo, il Comitato “Gussago per l’acqua bene comune” si permette con la presente di esortarLa ad evidenziare ai Suoi colleghi Sindaci, nella prossima seduta dell’Assemblea Consortile dell’Ufficio d’ambito territoriale di Brescia e Provincia, la necessità di intraprendere il percorso che conduca alla costituzione di un’Azienda speciale pubblica, come sopra sinteticamente descritta, alla quale attribuire la gestione del Servizio idrico integrato per tutti i Comuni della Provincia di Brescia. In sede di Assemblea Consortile, inoltre, i Sindaci della Provincia potrebbero, se disponibili, effettuare un’audizione di esperti designati dal Coordinamento provinciale dei movimenti per l’acqua pubblica, del quale il Comitato “Gussago per l’acqua bene comune” fa parte.
Nell’eventualità che voglia assumersi tale impegno, Lei potrà senza dubbio alcuno contare sull’aiuto e la collaborazione del Comitato “Gussago per l’acqua bene comune”. Ma, soprattutto, potrà essere confortato dal chiaro dettato del nostro Statuto comunale, il quale, dopo le modifiche apportate il 27 novembre 2012 – pure grazie al sostegno dell’Amministrazione da Lei guidata – esplicitamente dichiara l’acqua “bene comune pubblico” (art. 4 lett. e) e stabilisce che “il Comune considera la gestione del servizio idrico integrato tra le attività di interesse pubblico generale, prive di rilevanza economica e finalizzate a garantire il diritto fondamentale dell’accesso all’acqua per tutti i cittadini” (art. 62 comma 2).
Ci auguriamo che Lei voglia farsi portatore e promotore della richiesta di ripubblicizzazione del servizio idrico integrato ed auspichiamo che detta richiesta trovi convinto accoglimento presso la Conferenza dei Sindaci e presso l’Ente di Governo d’Ambito Territoriale.
RingraziandoLa per l’attenzione prestata a questa missiva, il Comitato “Gussago per l’acqua bene comune” coglie l’opportunità per rivolgerLe cordiali saluti.
il Comitato “Gussago per l’acqua bene comune”
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dal sito nazionale del Forum nazionale dei movimenti per l'acqua pubblica:
Il referendum per la ripubblicizzazione dell'acqua compie 4 anni!
Sono passati 4 anni da quella grande mobilitazione popolare che portò 27 milioni di italiani a votare per l'acqua pubblica. Si tratta dell'ultimo successo in termini di affluenza la voto della nostra repubblica. Dal 12 e 13 giugno 2011 infatti, ogni volta che si vota si sente la solita filastrocca sulla disaffezione alla politica.
Il 12 e il 13 giugno non si festeggia solo il compleanno dei referendum ma anche il compleanno di una grande festa di democrazia in cui le italiane e gli italiani sono andati a votare non per un partito politico ma per l'acqua bene comune!
Tanto c'è ancora da fare, i governi Berlusconi, Monti, Letta e Renzi hanno fatto finta che quel referendum non ci sia mai stato: abbiamo ancora bisogno del vostro sostegno e del vostro supporto.
Riprendiamoci l'acqua, il momento è ora!
12-13 giugno. Non una ricorrenza
A giugno 2011 il fronte referendario ha vinto contro le lobbies economiche che da anni si spartiscono il paese, affermando che l'acqua e i servizi essenziali non possono essere messi sul mercato.
In questi anni quelle lobbies si sono riorganizzate e, grazie al Governo Renzi, hanno messo in campo una serie di meccanismi che rimettono l'acqua e i servizi pubblici in mano agli appetiti privati.
Parallelamente si restringono gli spazi di democrazia: quelli istituzionali a colpi di decreti e commissariamenti, quelli popolari con campagne repressive e mediatiche.
il 12-13 giugno sarà il "4° compleanno" dell'acqua. Per noi non è una ricorrenza, ma un'occasione per continuare a difendere quella vittoria, ora più che mai sotto attacco.
"Chi vuole privatizzare l'acqua, deve dimostrare di essere anche il padrone delle nuvole, della pioggia, dei ghiacciai e degli arcobaleni." Erri De Luca
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