mercoledì 7 ottobre 2015

La colpa di essere poveri

PRESIDIO SFRATTI ZERO
sabato 10 ottobre dalle ore 9 alle ore 12 davanti alla prefettura

Sabato 10 ottobre 2015 è una giornata di mobilitazione nazionale per il diritto all’abitare. Sono più di 70 le città italiane in lotta per l’obiettivo “SFRATTI ZERO” nell’ambito di una campagna che valica le frontiere e si fa internazionale.

La crisi economica che ci ha travolto dal 2008 è una crisi innescata dalla speculazione privata negli Stati Uniti, per estensione non ha precedenti dal secondo dopoguerra in poi, e ha avuto notevoli ripercussioni in materia di occupazione in tutta l’area europea, per la scelta scellerata di attuare politiche di austerità per salvare il sistema bancario privato internazionale con soldi pubblici, quei soldi che vengono sottratti alle spese per lo stato sociale. L'emergenza lavorativa ha alimentato a cascata processi di impoverimento che creano sempre maggiore disagio abitativo, carenze di tipo alimentare, emergenza sanitaria, disagi relazionali, ecc … Tutto questo ha determinato anche nella nostra provincia un aumento di nuove tipologie di impoverimento. Sempre di più emergono storie individuali drammatiche, le cui traiettorie esistenziali devono essere affrontare sulla base dei bisogni cercando di dare risposte concrete.

Quasi ogni giorno i componenti del comitato ANTISFRATTI / DIRITTOALLACASA, parte integrante del movimento che si batte da anni per il diritto alla casa, lottano per arginare il dramma degli sfratti per morosità incolpevole, quella morosità per sopravvenuta impossibilità a provvedere al pagamento del canone locativo a ragione della perdita o consistente riduzione della capacità reddituale del nucleo familiare. Le oltre 2000 famiglie bresciane sotto sfratto non meritano che i poteri dello stato e della sua amministrazione si aggrappino alla solita solfa della legalità. Non sempre una norma di legge è legittima.

Ricordiamoci dei coniugi di Nuvolento che si sono suicidati insieme lasciando la busta dello sfratto esecutivo in cucina e sui comodini i biglietti d’addio scritti ai parenti. Per loro come per molti altri la vergogna per i debiti è stata insopportabile, così come la disperazione di non trovare vie d’uscita, e l’umiliazione per essere entrati a far parte della categoria dei ‘miserabili’. Forse il blocco dello sfratto poteva salvar loro la vita, forse attraverso la lotta potevano riacquistare la speranza e attraverso la solidarietà, il senso di appartenenza, la condivisione con gli altri sventurati che sono caduti nello stesso vortice della povertà, prendendo coscienza che non c’è nulla che non va in una vittima, individuando nel sistema, con i suoi vampiri, il vero colpevole.

Il vuoto istituzionale è sempre più evidente, la crisi mette in luce l’importanza di ammortizzatori sociali che invece sono in via di totale smantellamento, si parla di crisi e non si vede la miseria dietro l’angolo, miseria le cui prime vittime sono i bambini. Siamo ormai solo nuda vita, e questo è il dramma di una società che perde le sue fondamenta e vive sfaldandosi sotto i nostri occhi. Il sindaco ha il potere in casi di emergenza di esercitare la requisizione degli immobili sfitti. Lo fece già nel 1953 Giorgio La Pira, sindaco di Firenze, che requisì alloggi sfitti per dare un tetto alle famiglie sfrattate. I sindaci della nostra provincia cosa fanno?


COMITATO ANTISFRATTI / DIRITTO ALLA CASA

1 commento:

Sinistra a Gussago ha detto...

Centinaia di persone in corteo a Brescia per il diritto alla casa

Quasi 500 persone hanno partecipato sabato 10 ottobre a Brescia alla manifestazione organizzata dal “Movimento di lotta per la casa” di Brescia e provincia (Diritti per tutti, Magazzino 47, Collettivo gardesano autonomo, Collettivo antisfratti Provincia Lotta della Val Camonica e Kaos Valtrompia) contro gli sfratti ed in difesa delle occupazioni abitative, nella giornata che apre la settimana di mobilitazione nazionale della Rete “Abitare nella crisi”. In corteo una composizione di famiglie sotto sfratto, occupanti delle Casette di San Polo, dell’ex hotel di Via Corsica, della casa dei rifugiati e dell’Albergo Alabarda, questi ultimi anche con i bambini e bambine che portavano uno striscione fatto dai piccoli con scritto: «Vogliamo il riscaldamento». Tra le rivendicazioni infatti, oltre alla richiesta di una moratoria per gli sfratti per morosità incolpevole, c’è l’abolizione dell’art. 5 del “Piano casa” di Renzi e Lupi che impedisce di fare la residenza e di ottenere gli allacciamenti ad acqua, luce e riscaldamento nelle case occupate. Alla manifestazione hanno partecipato anche attivisti e solidali, italiani e d’origine migrante.