sabato 28 novembre 2015
Giornata mondiale contro la violenza sulle donne
La violenza contro le donne è una violazione dei diritti
umani e una pandemia di proporzioni globali.
Il 25 novembre è stata celebrata la Giornata Internazionale
per l’eliminazione della violenza contro le donne, le ragazze e le bambine
indetta dall’Onu.
Quest’anno la campagna mondiale ha messo al centro proprio
la prevenzione, perché violenza contro le donne e le ragazze non è inevitabile,
anzi: la prevenzione è possibile, praticabile ed essenziale.
La violenza maschile contro le donne può essere impedita e
disinnescata agendo su molteplici piani e sulle ragioni politiche e culturali
che la causano, mobilitando le comunità, trasformando le norme sociali,
formando le forze dell’ordine, il personale sanitario, la magistratura e il
personale scolastico, educando i bambini e i giovani, rimuovendo gli ostacoli
all’occupazione femminile, promuovendo la loro autonomia e la loro libertà.
In Italia siamo molto lontani dal realizzare un piano di
interventi integrati.
La rete dei Centri Antiviolenza D.i.Re, nata dal femminismo,
costruita da donne consapevoli del significato politico e della natura
strutturale della violenza maschile, fronteggia sia le emergenze che la
quotidianità e conduce la sua attività politica volta alla trasformazione della
società intera e di un cultura ancora patriarcale.
I Centri soffocano per mancanza di fondi, previsti dalla
legge nazionale, trasferiti agli Enti locali e poi nella maggior parte dei casi
dispersi nel nulla o bloccati.
Il Governo Renzi ha appena perso l’occasione storica di
combattere con azioni specifiche, coordinate ed efficaci la violenza maschile
contro le donne e ha varato un Piano che non affronta le esigenze tassative
poste dalla Convenzione di Istanbul per proteggere, prevenire e punire la
violenza.
Il ruolo dei Centri Antiviolenza risulta depotenziato in
tutte le azioni del Piano e i Centri vengono considerati alla stregua di qualsiasi
altro soggetto del privato sociale senza alcun ruolo se non quello di meri
esecutori di un servizio. Il Piano rischia di vanificare il funzionamento delle
reti territoriali esistenti, indispensabili per una adeguata protezione e
sostegno alle donne.
Eppure, nonostante la responsabilità politica di chi
dovrebbe predisporre un adeguato quadro legislativo integrato, adeguatamente
finanziato, i Centri svolgono un incessante lavoro di sensibilizzazione e
informazione, e soprattutto di prevenzione con azioni educative e di
formazione, quasi esclusivamente senza l’appoggio né l’adeguato riconoscimento
del Governo nazionale, né dei Governi locali.
È un errore e un paradosso: se la prevenzione e il contrasto
alla violenza su donne, ragazze e bambine fosse considerata una priorità,
allora la nostra Rete, diffusa in tutta Italia, efficace, costantemente
aggiornata, riconosciuta e apprezzata a livello internazionale, sarebbe
considerata una preziosa risorsa per orientare l’azione contro la violenza.
Noi celebriamo con fierezza il 25 novembre ma vogliamo
ricordare a tutti che la violenza contro le donne accade ogni giorno e ogni
giorno va combattuta, e non può essere oggetto di attenzione e di allarme
soltanto in occasione di emergenze mediatiche o di ricorrenze formali
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