mercoledì 6 gennaio 2016
Lo strangolamento del popolo greco
Lezione greca: questa Europa non merita rispetto
Cosa c’insegna la rinuncia di Tsipras al “programma
parallelo” a finalità sociali? Bisogna rafforzare la lotta in Europa, contro
l’oligarchia eurocratica attuale, per i diritti umani per tutti
di Riccardo Petrella, 05 gennaio 2016
Se i quotidiani consultati – Le Monde, The Guardian, La
Libre Belgique – sono affidabili (in generale, lo sono) la decisione del
governo Tsipras del 17 dicembre di abbandonare il “programma parallelo” a
finalità sociali deve, ancora una volta, farci riflettere sull’inesistenza di
margini di manovra per un paese che si sottomette ai piani di austerità della
Troika.
Il programma parallelo, proposto il 14 dicembre al
parlamento greco, prevedeva, fra altre misure: la copertura medica per coloro
che non erano coperti da alcuna sicurezza sociale, una “bolletta sociale” per
l’elettricità a livelli molto bassi per le famiglie impoverite, il
prolungamento di un anno della zuppa popolare a carico dello Stato. Queste
misure sono state immediatamente rigettate dalla cellula tecnica
dell’Eurogruppo di stanza ad Atene ritenendole inaccettabili. L’eurocrazia ha
peraltro ricattato il governo Tsipras minacciando, in caso di approvazione del
programma parallelo, il non trasferimento di un miliardo di euro atteso dalla
Grecia.
Eppure, la Grecia ha realizzato in novembre un eccedente
primario di bilancio di 4,4 miliardi di euro rispetto all’obiettivo di 2,6
miliardi. Niente da fare, la Grecia non può allocare parte dell’eccedente in
più a finalità sociali perché secondo il terzo memorandum imposto dalla Troika
al governo di Tsipras e da questo firmato il 19 agosto scorso: a) nessuna
misura di bilancio supplementare può essere adottata senza l’accordo dei
creditori. e b) in caso di superamento degli obiettivi, gli eccedenti ottenuti
devono andare, per un quarto, al rimborso del debito. Risultato “logico”:
Tsipras ha abbandonato il programma parallelo. Il 30% della popolazione greca
che vive senza protezione sociale non avrà alcuna assistenza medica.
Questi i fatti. Cosa dedurne? A mio parere, poco conta
sottolineare il nuovo “cedimento” del governo greco. Oramai totalmente
imprigionato dalle condizioni del memorandum, nessun Ercole potrà far spezzare
le catene, salvo una spontanea rivolta/insurrezione popolare. Quel che conta
soprattutto è mettere in luce, e condannare, la politica cinicamente perseguita
dai poteri forti dell’Europa unita (sic!) che si comportano peggio degli
usurai. Almeno quest’ultimi non sono, in generale, all’origine
dell’indebitamento dei loro clienti. I creditori europei ed internazionali
della Grecia, come dell’Irlanda, del Portogallo, della Spagna …, lo sono a
causa delle loro scelte politiche ed socio-economiche che hanno indotto i paesi
più fragili e deboli dell’economia europea a entrare nella logica infernale
dell’indebitamento sui mercati dei capitali europei e mondiali, per di più
privati, in posizione svantaggiata e di sottomissione.
Rifiutando il “programma parallelo” i poteri dell’Europa
attuale hanno dimostrato che a loro interessa un fico secco della salute, delle
condizioni di vita e della dignità del popolo greco ma che danno la priorità
assoluta agli interessi dei “creditori”. Rifiutando di allocare all’urgenza
umanitaria parte degli eccedenti primari superiori agli obiettivi, l’Europa
attuale sta commettendo dei gravi crimini contro gli esseri umani
(ipocritamente “nel rispetto dei trattati firmati”) e contro un popolo in stato
di abbandono e di miseria. Il cinismo di questa Europa non merita il rispetto
politico. La loro legittimità politica non può essere asservita in maniera
assoluta e quindi cieca agli interessi d’istituti di credito predatori e porsi
al disopra della giustizia sociale e dei principi della dignità umana per
tutti.
Come proposto dal Gruppo DIP (Dichiariamo Illegale la
Povertà), dobbiamo batterci affinché il 2016 veda modificato il sistema
finanziario europeo e radicalmente ridotta la potenza della finanza attuale:
ripubblicizziamo le casse di risparmio e le banche di credito d’importanza
europea, creiamo la cassa europea dei depositi e prestiti, reinventiamo la
finanza locale, comunale, togliamo l’indipendenza politica alla BCE, diamo
all’euro il suo ruolo di moneta europea al servizio dei cittadini della
“comunità europa” e favoriamo la moltiplicazione delle monete locali al
servizio dello sviluppo comune socialmente e ambientalmente sostenibile,
facciamo un vero Parlamento europeo responsabile del bilancio europeo e
effettivo rappresentante di tutti i cittadini dei paesi che sono disposti ad
avanzare sul piano dell’integrazione politica. L’Europa politica unita è
determinante se promuove i diritti umani, e non per andare contro di essi! Ora,
l’Europa “politica” attuale è asservita alle logiche di guerra (militare,
economica e sociale) e non di pace.
Gli obiettivi proposti non sono oggi realizzabili
fintantoché il potere politico appartiene all’attuale becera generazione di
politici che hanno scelto di affidare detto potere agli interessi privati. Ciò
non deve impedire i cittadini di buona volontà di agire e d’impegnarsi nella
lotta per la loro realizzazione. Come? Impegnandosi dove è possibile secondo i
propri mezzi superando il solo fatto dell’indignazione (necessaria). Accettare
la situazione nella speranza che il domani arrangerà le cose, è compiere un
atto di complicità. Non è facile per nessuno, ma la fiducia che un domani
esisterà perché noi abbiamo agito è la grande forza dell’umanità.
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