venerdì 19 febbraio 2016
Il veleno nei nostri bicchieri
Cromo nell’acqua: valori anomali in sei comuni della
provincia
Cromo nell’acqua a Gardone Valtrompia, Concesio, Villa
Carcina, Paitone, Lograto e Travagliato: le fonti dell’inquinamento vanno cercate
nell’industria
Il passato (ma anche certo presente) industriale della
Valtrompia e dell’hinterland continua a lasciare il suo marchio nell’ambiente.
Stiamo parlando del cromo esavalente, metallo cancerogeno utilizzato per i
bagni galvanici di molte lavorazioni (armi, pentole, rubinetti). Che si
rintraccia ancora nell’acqua potabile di Gardone Valtrompia, Concesio, Villa
Carcina, Paitone, Lograto e Travagliato, anche se non in tutti i quartieri. Si
va dai 17 microgrammi al litro in via Molini a Concesio, ai 6 microgrammi di
Lograto.
In questi paesi si beve acqua di qualità peggiore rispetto a
Brescia, che due anni fa era finita alla ribalta delle cronache nazionali
perché nel suo acquedotto si trovava una media di 9 microgrammi al litro del
metallo cancerogeno. Acqua potabile secondo la legge (il limite del cromo
totale è fissato in 50 microgrammi al litro). Ma i genitori dei bimbi che nelle
mense scolastiche bevevano acqua del rubinetto erano preoccupati. Tanto che la
stessa Loggia, per l’anno scolastico 2013/2014 decise di introdurre acqua in
bottiglia nelle mense di asili, elementari e medie. Non solo. Dopo che l’Ente
europeo per la sicurezza alimentare (Efsa) nel febbraio 2014, sulla scorta di
diverse ricerche scientifiche - e rifacendosi al principio di precauzione- ha
indicato come limiti cautelativi per la salute i 5 microgrammi al litro per gli
adulti ed i 2 per i bambini, la Loggia ha chiesto ad A2A di risolvere il
problema. Nel settembre 2014 è iniziato il trattamento con solfato ferroso nei
pozzi più inquinati (al costo di 4 milioni di euro). Risultato: oggi da tutti i
rubinetti di città esce acqua con una concentrazione di cromo VI inferiore ai 2
microgrammi, bevibile anche dai bimbi più piccoli. Un trattamento che entro la
fine del 2016 A2A ha promesso di estendere anche a Concesio e Paitone.
Stando alle indicazioni fornite dall’Efsa, in questi sei
paesi sarebbe sconsigliabile per i bambini bere acqua dell’acquedotto. L’eco
del «caso Brescia» non ha lasciato immune la Valtrompia nè i paesi della Bassa
(Travagliato in primis). Anche qui due anni fa si sono organizzate assemblee
pubbliche per capire i rischi che correva la popolazione. Nessun allarmismo,
hanno sempre ribadito le istituzioni sanitarie locali: i rischi non sono né
calcolabili né evidenti. Tant’è che per lo stesso Istituto Superiore di Sanità
resta valido il limite dei 50 microgrammi al litro (anche se, proprio sulla
scorta del caso Brescia, sta lavorando a limiti più cautelativi e puntuali per
il cromo esavalente). Ma in una provincia già sottoposta allo stress di diverse
fonti inquinanti che intaccano aria e suolo, la questione cromo ha avuto un
effetto domino psicologico non indifferente. Stando alle ultime analisi che
l’Asl (ora Ats) effettua mensilmente, la situazione è leggermente migliorata a
Concesio ( il cromo si trova in 3 dei 6 punti prelievo ma un anno fa c’era un
picco di 21 ug). Stabile rispetto allo scorso anno, la situazione a Villa
Carcina (2 punti contaminati su 4), Travagliato, Lograto e Paitone. A
differenza di due anni fa il cromo si trova però a Gardone Valtrompia (cromo in
3 dei 9 punti prelievo). In paese ci sono quattro siti contaminati dal metallo
cancerogeno (alla Cromoplast e alla Beretta le bonifiche procedono spedite).
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