domenica 24 luglio 2016

Verso la difficile attuazione concreta delle unioni civili



Unioni civili: come si preparano i comuni bresciani
In città sono già quindici le coppie omosessuali che hanno presentato la documentazione per usufruire della registrazione.

Dopo il sostanziale via libera del Consiglio di Stato, e in attesa del decreto del Consiglio dei Ministri, per la cui validità serviranno altri quindici giorni dalla la sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, la situazione che emerge nei Comuni bresciani è quanto più variegata possibile, tra cautela, esplicita contrarietà, o entusiastica attesa.

Cautela è quella espressa, sulle colonne di Bresciaoggi, dall’assessore della partita per la Loggia, in quanto ha la delega per i servizi demografici, Federico Manzoni: «In questa situazione, e in assenza di ulteriori precisazioni, confermo la scelta di utilizzare luoghi diversi per la validazione delle unioni civili. Il legislatore non ha introdotto nell’ordinamento i matrimoni tra persone dello stesso sesso, quindi non ci troviamo di fronte ad una celebrazione ma semplicemente ad una dichiarazione, resa dai richiedenti alla presenza di due testimoni e di un ufficiale di stato civile». Dunque niente fascia tricolore e niente Loggia, niente Castello o Santa Giulia come location per le unioni civili.

Sulla scorta anche delle parole di Manzoni sono già intervenuti due rappresentanti del mondo omosessuale bresciano, Luca Trentini e Louise Bonzoni, presidentessa di Arcigay Brescia, che sul Corriere della Sera dice: «Queste non devono essere unioni di serie B, non vogliamo discriminazioni e location minori, il rito deve avere tutte le caratteristiche di un matrimonio civile. Una coppia omosessuale deve poter scegliere tra le stesse sedi offerte a una coppia etero».

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