sabato 3 dicembre 2016
La lunga strada verso la riappropriazione dei servizi pubblici
Il Governo ritira il decreto sui servizi pubblici, una vittoria della mobilitazione e dell'applicazione della
Costituzione
La Corte costituzionale ha sostanzialmente demolito la
cosiddetta Riforma della Pubblica Amministrazione voluta dalla Ministra
Marianna Madia dichiarando l'incostituzionalità di diversi articoli della legge
delega tra cui quelli relativi a dirigenza, società partecipate, servizi
pubblici locali e pubblico impiego.
La censura della Consulta si fonda sulla lesione del
principio di leale collaborazione tra stato ed enti locali.
Ciò, di fatto, demolisce anche i decreti attuativi in quanto
risultano illegittimi i presupposti su cui si basano.
Per queste ragioni il Governo è stato costretto a ritirare
il decreto sui servizi pubblici locali.
Una marcia indietro richiesta dal movimento per l'acqua da
subito con la grande mobilitazione messa in campo a partire dalla primavera
scorsa che ha prodotto centinaia di iniziative e una straordinaria raccolta di
firme in calce alla petizione popolare (230.000 firme consegnate al Parlamento
a fine luglio).
Abbiamo sempre denunciato l'incostituzionalità di questo
provvedimento che avrebbe prodotto un pericoloso vulnus democratico provando a
cancellare l'esito del referendum 2011. Su questa base si era aperto un
confronto con la Ministra Madia la quale più volte aveva dichiarato che il
servizio idrico sarebbe stato stralciato dalla versione definitiva decreto. Ciò
avrebbe costituito solo un primo passo indietro, seppur importante, nel
tentativo del Governo di sovvertire l'esito referendario. Abbiamo, infatti,
sempre ribadito che andavano eliminate tutte le norme che puntavano alla
privatizzazione dei servizi locali, che vietano la gestione pubblica tramite
aziende speciali, oltre a quelle che permangono e creano, comunque, una
disparità tra le diverse forme di gestione con un evidente favore per quelle
privatistiche.
Non possiamo che gioire di fronte alla capitolazione di una
riforma dei servizi pubblici locali che, in ogni caso, si ispirava all'idea del
mercato come unico regolatore sociale.
Una capitolazione che deriva dal combinato disposto di una
grande mobilitazione sociale e dall'intervento della Consulta.
La nostra battaglia proseguirà perchè siamo convinti della
necessità di una inversione di rotta nel senso della piena attuazione degli
esiti referendari e della promozione di un gestione pubblica e partecipativa
dell’acqua svolta nell'interesse della comunità e che restituisca il giusto
ruolo alle amministrazioni locali.
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