Questa mattina (nota: il 27 gennaio) è stata emessa la sentenza di primo grado del processo che vedeva coinvolti, tra gli altri, sindaco, vice sindaco e assessori della maggioranza leghista del Consiglio Comunale di Adro.
L'esito, come è possibile leggere dalla sentenza, è chiaro: Danilo Oscar Lancini, oggi vice sindaco del comune di Adro, è stato CONDANNATO a 3 anni di reclusione e a 5 anni di INTERDIZIONE DAI PUBBLICI UFFICI. Con lui è stato condannato l'attuale sindaco Paolo Rosa, l'attuale assessore al bilancio, Giovanna Frusca, e l'assessore alla Protezione Civile, al personale e all'ambiente Lorenzo Antonelli. Ovvero i 4/5 della attuale giunta comunale!
Siamo sempre stati garantisti e abbiamo sempre rimandato ogni considerazione su questo processo al momento della sentenza: ci aspettiamo pertanto che gli interessati relazionino sulla sentenza nella sede della rappresentazione dei voleri popolari, ovvero nel prossimo consiglio comunale del 2 Febbraio.
Non ci sembra comunque prematuro affermare che, alla luce dei fatti, riteniamo siano venute a mancare le condizioni politiche per il proseguimento del loro incarico amministrativo alla guida del comune di Adro.
I consiglieri di Idea Civica Adro Torbiato
La notizia secondo cui il dirigente scolastico della scuola elementare e media di Adro, dopo aver ricevuto l’approvazione del Consiglio di Istituto, sta procedendo alla rimozione dei simboli della Lega non ci deve tranquillizzare. Anzi, ci allarma.
Non ripeto le argomentazioni su questa vicenda, già pubblicate su questo sito il 14 settembre scorso. E lasciamo stare l’arrogante reazione del sindaco, che dopo aver detto nei giorni scorsi di essere disposto a rimuovere i simboli leghisti, purchè qualcuno rimborsasse il comune, oggi minaccia di rimetterli qualora il dirigente scolastico li faccia rimuovere (e in questo caso, i soldi dove li troverebbe?). Lasciamolo stare, perché lui ha già … gettato il cuore oltre l’ostacolo ed è convinto di vivere già in uno Stato diverso dall’Italia, il cui capo è il Senatur: per lui, insomma, la Repubblica Italiana e la democrazia si fermano ad Adro e perciò si comporta come l’improbabile borgomastro del primo nucleo dell’agognato Stato di Padania, peraltro a partito unico e finalmente liberato dall’Italia.
Occupiamoci dei fatti. Ebbene, non spetta al dirigente scolastico e neppure al Consiglio di Istituto mettere mano all’edificio scolastico e ai suoi arredi, perchè si tratta di materia di competenza del comune. Il Consiglio di Istituto, semmai, ha il potere di deliberare sull’intitolazione della scuola. Anzi, visto che oggi intende cambiarla, è lecito chiedersi: chi aveva deciso di intitolarla – appena un mese addietro – a Gianfranco Miglio, se non il Consiglio di Istituto? Siamo di fronte a un’altra violazione di legge, da parte del sindaco?
In attesa che venga chiarita la vicenda dell’intitolazione della scuola, il punto è che sulla rimozione dei simboli qualcuno sta scaricando sul dirigente scolastico e sugli organi collegiali della scuola responsabilità improprie. In sintesi: accertato che non è possibile, in Italia, da quando c’è la democrazia, imprimere simboli di un partito su un edificio pubblico e sulle sue suppellettili; accertato che invece questo sindaco della Repubblica della banane lo ha fatto; preso atto che è rimasto inascoltato l’appello (fermo) del Presidente Napolitano, nonché quello (blando) del ministro dell’istruzione, chi davvero ha il potere di imporre al sindaco la rimozione dei simboli è soltanto il prefetto di Brescia.
Perché non lo ha fatto finora? Ne “I promessi sposi”, vi è la celebre figura del curato del paese di Renzo e Lucia: don Abbondio. Il Manzoni dice di lui che “non era nato con un cuor di leone”. Non ho notizie del cuore del prefetto di Brescia, ma non deve essere una pura coincidenza il fatto che egli dipende dal ministro dell’interno, Maroni, esponente di primo piano della Lega, come l’infelice sindaco di Adro.
Allora, il Ministero dell’Interno vuole decidersi a risolvere questo problema, prima che l’improbabile borgomastro di cui sopra trovi altri imitatori? E prima che altri partiti facciano cose simili nei comuni dove sono maggioranza?
FACCIAMO TRAMONTARE IL SOLE DI ADRO
Nessun dubbio può sorgere sul fatto che il simbolismo leghista, imposto alla scuola di Adro, a parte ogni altro profilo di illegittimità, comporti una discriminazione, cagionando una inammissibile compressione del diritto alla libertà di coscienza di quegli alunni e di quelle famiglie che non si sentono riscaldate dai raggi del sole padano, e considerano diseducativa la sub-cultura leghista che ripropone i principi del Ku Klux Klan in salsa padana.
Occorre inoltre precisare che la normativa contro la discriminazione, seppure inserita nella disciplina dell'immigrazione, non riguarda e non tutela soltanto gli stranieri. Infatti la legge espressamente prevede che la norma contro al discriminazione (art. 43) e la norma sull'azione civile (art. 44) “si applicano anche agli atti xenofobi, razzisti o discriminatori compiuti nei confronti dei cittadini italiani”.
Qualcuno ha calcolato che la rimozione dei simboli padani dalla scuola di Adro è operazione alquanto costosa. Tuttavia non c'è da preoccuparsi per le finanze pubbliche: la Corte dei Conti certamente saprà far valere la responsabilità degli amministratori locali per il danno erariale.
ADRO: ILLEGALITA' QUOTIDIANA
La vicenda di Adro e del “sole delle Alpi” che continua imperterrito a inquinare il plesso scolastico del paese franciacortino, continua a avere dell’incredibile. Partiamo da alcuni dati di fatto che sono inequivocabilmente oggettivi:
1) La scuola di Adro è una scuola pubblica
2) E’ fatto divieto assoluto contrassegnare con simboli riconducibili a partiti politici le scuole pubbliche
3) Il “sole delle Alpi” è un simbolo della Lega Nord, e giova ricordare che a tale proposito è stato anche depositato in tribunale dal suddetto partito, proprio per evitare che altre associazioni o gruppi politici se ne potessero appropriare
4) La rimozione di tale simbolo dalla scuola di Adro è stata caldeggiata da tutti gli esponenti politici e in particolare dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano
Alla luce di questi innegabili elementi ci chiediamo come sia possibile che, a distanza di un mese dalla loro comparsa, questi simboli non siano ancora stati rimossi dalla scuola di Adro.
Ogni mattina i poveri bambini di Adro sono costretti a subire una palese illegalità ,senza che nessuno intervenga per porre rimedio a questo scempio. CHIEDIAMO LA RIMOZIONE IMMEDIATA DI QUESTI SIMBOLI E CI SEMBRA EVIDENTE CHE LE SPESE CHE VERRANNO SOSTENUTE PER TALE OPERAZIONE DI BONIFICA, DEBBANO ESSERE PAGATE DAL SINDACO DI ADRO E DAL SUO PARTITO !!!
LEGA LADRONA
Settemila e cinquecento euro per i tappetini marchiati con il Sole delle Alpi, 6500 per i cestini dell’immondizia: “marchiare” il territorio non è mai stato così caro…
Quanto costerà rimuovere il Sole delle Alpi dalla scuola di Adro intitolata a Gianfranco Miglio, che ad oggi sembra un mausoleo della Lega Nord? Se lo chiede il Corriere della Sera, che rivela qualche particolare economico riguardante i costi generali del polo scolastico d’avanguardia messo su nella profonda Lombardia.
SETTEMILA EURO DI ZERBINI – La delibera che assegnava l’appalto alla Chiara Immobiliare parla di una cifra complessiva pari a sei milioni e seicento mila euro; ma i soldi sborsati sono molti meno perché il Comune ha consentito all’impresa di prendersi il vecchio edificio scolastico e trasformarlo in appartamenti da mettere in vendita. Poi c’è anche da sottolineare che molte immagine sono semplicemente attaccate, alle finestre come ai muri, e basterà staccarle a costo zero. Ma non è andata sempre così. Per acquistare gli arredi (su molti dei quali c’è il famoso simbolo del Sole delle Alpi) il Comune di Adro ha sborsato 230mila euro; ad essi vanno aggiunti, scrive sempre il Corriere, altri 350mila frutto di una sottoscrizione a cui hanno aderito trenta famiglie del paese. I dieci zerbini all’ingresso dell’edificio sono costati uno sproposito: 7500 euro in totale, 750 ciascuno, una cifra a cui si è arrivati perché è stato necessario “fabbricare ex novo lo stampo del Sole delle Alpi”.
10MILA EURO PER IL TETTO - I cestini del’immondizia, quelli per la raccolta differenziata e quelli ‘normali’ sono invece costati poco meno: 6500 euro. Anche questi soldi sono destinati a sparire, e i secchi ad essere semplicemente sostituiti. Il rifacimento dei tetti, dove invece campeggiano due giganteschi Soli delle Alpi, arriverà a costare ben 10mila euro: uno ’scherzetto’ piuttosto costoso, anche per un Comune senza particolari difficoltà economiche. Insomma, per Oscar Lancini si tratterà di un cospicuo esborso. E stavolta non potrà nemmeno tagliare la mensa per trovare i soldi.
LA CORTE E I CONTI - Intanto scende in campo anche la Corte dei Conti, come scrive Repubblica. Il procuratore regionale della Corte dei conti, Eugenio Francesco Schitzler, spiega che «la vicenda merita un approfondimento». Per Silvio Ferretti, segretario cittadino del Pd, i dubbi sono tanti: «Ci risulta che gli arredamenti siano costati 15mila euro per ognuna delle 12 aule. Non sappiamo quanto siano costati i simboli, perché il progetto originario è stato modificato e in consiglio comunale non è arrivata alcuna delibera nella quale si parla della loro apposizione». «Speriamo che intervenga, la Corte dei conti – replica il sindaco – ridicolizzerò l’opposizione anche in quella sede. I simboli non sono costati nulla e io non spenderò un euro per rimuoverli perché non lo farò».


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