domenica 8 ottobre 2017
Basta guerre! Comunque le si chiamino
“I rappresentanti dei governi di tutto il mondo che
organizzano conferenze di pace e parlano della «Lega delle Nazioni» e di «Pace
internazionale», contemporaneamente si preparano al riarmo mondiale in vista di
un nuovo massacro.”
Queste parole, del pacifista anarchico ed antimilitarista
Ernst Friedrich, scritte nel 1924 di quasi un secolo fa, furono profetiche per
quanto iniziò a realizzarsi poco più di 10 anni dopo, ma sono ancora oggi
drammaticamente attuali: i massacri infatti continuano e l’indifferenza, il
fatalismo e la rassegnazione regnano sovrani.
Su questo punto la narrazione strategica, vera e propria
disciplina accademica e arma effettiva dell’arte della guerra, svolge un ruolo
fondamentale e continua ad essere efficace nell’anestetizzare la coscienza
collettiva. A questo scopo concorre non solo l’esercito dei mercenari della
stampa e di altri media ma, ben al di sopra di essi, con maggiore e criminale
colpevolezza, altri attori decidono quali verità nascondere o deformare, e
quali falsità diffondere. Sono grande parte degli intellettuali, delle
gerarchie religiose, e della sinistra politica, almeno quella che è o è stata
in parlamento, oltre ad alcune associazioni che si autodefiniscono pacifiste ma
che talvolta sostengono interventi militari.
L’ex segretario generale dell’ONU Boutros Ghali (poco amato
dagli Stati Uniti) ebbe a dire, a metà degli anni ‘90, che mentre per secoli le
decisioni politiche fondamentali erano legalmente prese da élite, con
l’esclusione della grande maggioranza della popolazione, ora a decidere è
l’opinione pubblica, ovvero è l’opinione pubblica a dare legittimità
all’autorità. Da qui l’importanza della narrazione strategica affidata agli
intellettuali ed alle altre istituzioni. Da qui le delinquenziali
responsabilità che costoro si sono assunti e continuano ad assumersi.
Fino ad un secolo fa gli intellettuali, che già tradivano la
propria missione originaria di ricercatori e difensori della verità sostenendo
tesi adatte a compiacere i potenti, si rivolgevano solo alle classi dirigenti;
ora invece le menzogne costruite ad arte con l’aiuto di gruppi
multidisciplinari di “esperti” sono somministrate direttamente alla intera
popolazione per convincerla ad assumere posizioni diametralmente opposte ai suoi
interessi; e spesso queste mistificazioni hanno successo. Una vera e propria
trappola democratica. Analoga involuzione rispetto ai fini originari hanno
avuto altri soggetti: politici, religiosi e sociali , istituzionali e non.
Questa è la situazione, e in questa situazione ci è dato il
compito di diradare le nebbie della falsa coscienza inculcata da infidi amici e
da infidi e cattivi maestri.
È un compito molto oneroso e di lungo percorso in cui il
primo passo è quello di iniziare una contro-narrazione di quanto sta avvenendo
da un quarto di secolo. Per fortuna vi sono ancora alcuni intellettuali,
politici di sinistra, religiosi e pacifisti non corrotti e non cinici,
disponibili a quest’impresa. È a costoro che ci siamo rivolti per un contributo
in questo primo incontro pubblico, che si concluderà in un’assemblea per
costruire una manifestazione a Ghedi contro le guerre in corso, e quelle in
programma, e contro la costruzione e la detenzione di tutte le armi a partire
da quelle, nucleari ma non solo, destinate a generare orribili olocausti. I
quali saranno elogiati dai cortigiani e dai tifosi dei massacri filantropici,
alla maniera di come si espresse l’Unità all’indomani dell’olocausto
giapponese, il 10 agosto 1945, quando titolò che le due bombe atomiche erano
state sganciate “Al servizio della civiltà”.
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