dal sito www.acquabenecomune.org
Nonostante le azioni di mobilitazione dei cittadini attraverso e-mail e presidi in corso dal mese di Novembre, la Regione Lombardia ha approvato il progetto di legge n° 57 sul servizio idrico. Il 22 dicembre alle ore 17, dopo una seduta molto movimentata, le forze politiche della maggioranza (Pdl e Lega Nord) hanno dato il via libera al progetto di legge con alcune piccole modifiche alla versione licenziata dalla Commissione VIII in data 25 novembre, sulla quale c’era stato il parere favorevole dell’Anci.
Nella fase finale della votazione tutte le forze della opposizione (PD, IDV, UDC, SEL) hanno abbandonato la sala denunciando la mancanza dell’urgenza di tale provvedimento e l’inadeguatezza della legge che affida di fatto l’acqua al mercato e alle multinazionali pronte ad entrare nella gestione dell’acqua in Italia.
Rosario Lembo, presidente del Comitato Italiano contratto mondiale sull’acqua ha affermato: “la Regione Lombardia si distingue ancora una volta per essere l’apripista dei modelli di privatizzazione dell’acqua proposti dal Governo nazionale con il decreto Ronchi, offrendo alle imprese multinazionali europee la possibilità di accaparrarsi le gestioni efficienti delle aziende pubbliche lombarde finora controllate dai comuni. In parallelo si è assistito ancora una volta alla farsa di una Lega Nord, paladina della difesa delle autonomie locali e dei beni dei territori, che accetta di espropriare i Comuni della propria autonomia gestionale dei servizi idrici trasferendo le competenze alla provincia”.
Le forze della maggioranza hanno inoltre deliberatamente trascurato l’orientamento del Governo Nazionale e la richiesta delle altre Regioni di posticipare la soppressione delle AATO – Autorità d’ambito territoriale ottimale al 31/12/2011, come confermato dal decreto “Milleproroghe” approvato nella stessa giornata dal Governo.
In merito al provvedimento i Comitati dell’acqua avevano chiesto il rinvio della discussione in aula in attesa della definizione del quadro legislativo nazionale entro cui impostare norme regionali sulla gestione dell’acqua pubblica a seguito del previsto svolgimento dei referendum sull’acqua nella primavera del 2011. Il Coordinamento dei Comitati chiedeva inoltre alla Regione l’avvio di una riflessione politica sulle modalità di organizzazione del servizio idrico integrato impostata sui bacini idrici e non sulla dimensione amministrativa provinciale e, tenuto conto della recente sentenza della Corte Costituzionale, la classificazione del servizio idrico come servizio pubblico locale di interesse generale, da organizzare su base regionale, provvedendone la gestione diretta a mezzo di Consorzi tra Comuni.
Al fine di salvaguardare l’autonomia decisionale dei Comuni in merito alle modalità di affidamento del servizio idrico, il Coordinamento dei Comitati chiedeva l’accoglimento di un emendamento che consentisse la costituzione di un’Azienda speciale consortile in capo alla Provincia, in luogo della Azienda speciale, la cui assemblea composta da tutti i sindaci dell’ambito, costituisce l’organo sovrano per la delibera dell’affidamento del servizio, invece che delegare la medesima funzione ad un consiglio di amministrazione di 3 persone come previsto dall’art.48 del progetto di legge n° 57. Tale opzione avrebbe consentito di salvaguardare i requisiti previsti dalla legislazione vigente e da quella comunitaria per l’affidamento della gestione ad una società a totale capitale pubblico.
“A questo punto” ha dichiarato Rosario Lembo a nome dei Comitati lombardi per la difesa dell’acqua pubblica “per contrastare il nuovo quadro legislativo regionale che prevede solo lo strumento della gara per l’affidamento è necessario che i sindaci Lombardi recuperino l’entusiasmo e la volontà politica attivandosi in primo luogo per difendere l’autonomia decisionale delle autorità d’ambito per tutto il 2011, in funzione della proroga nazionale. Secondariamente i Consigli Comunali devono recuperare lo spirito referendario che aveva portato 144 Comuni lombardi alla modifica della precedente legge regionale sull’acqua che imponeva l’obbligo della messa a gara dei servizi idrici chiedendo una modifica del progetto di legge e nel contempo sostenere la campagna referendaria dichiarandosi favorevoli per il sì”.
Per maggiori informazioni: Comitato Italiano contratto Mondiale sull’acqua Onlus - segreteria@contrattoacqua.it
il testo integrale della legge regionale è reperibile all'indirizzo www.consiglio.regione.lombardia.it/web/crl/AttivitaConsiliari/LavoriCommissioni/ElencoGenerale?p_p_id=NavigatorePDL_WAR_NavigatorePDL_INSTANCE_Uwrd&p_p_action=1&p_p_state=normal&p_p_mode=view&p_p_col_id=column-2&p_p_col_pos=2&p_p_col_count=3&&#p_NavigatorePDL_WAR_NavigatorePDL_INSTANCE_Uwrd
dal sito www.officinah2o.it
Il 22 dicembre è stata una pessima giornata per la Lombardia: il Consiglio Regionale ha approvato il testo di legge sui servizi pubblici locali passando le competenze delle AATO dai Comuni alle Province (nonostante il decreto “milleproroghe”), rendendo vincolante il parere dei rappresentanti dei comuni in materia di tariffe ma non sulla scelta del modello gestionale. L’approvazione di questa legge regionale consente alla Lombardia di ottenere il triste primato di essere stata la prima regione ad aver attuato le norme previste dalla cosiddetta legge Ronchi.
Alla fine della presentazione degli emendamenti, dopo aver più volte richiesto la verifica del numero legale, le forze di opposizione hanno abbandonato la sala denunciando la mancanza dell’urgenza di tale provvedimento e l’inadeguatezza della legge che affida di fatto l’acqua al mercato e alle multinazionali pronte ad entrare nella gestione dell’acqua in Italia.
Dunque questa nuova legge regionale è strettamente targata PdL e Lega: entrambe queste forze politiche infatti hanno assicurato il numero legale e votato compattamente per il sì, senza alcun distinguo ed anzi ribadendo in aula la solita tiritera vergognosa che “non si tratta di una privatizzazione”.
dall'edizione on line del quotidiano "la Repubblica" di giovedì 23 dicembre 2010
Con i soli voti della maggioranza di centro destra è passata ieri in Consiglio Regionale la legge sull’acqua, fortemente voluta dall’assessore Pdl Marcello Raimondi. In pratica, i Comuni cederanno la competenza in materia di acquedotti alle Province, aprendo di fatto ai privati il mercato dell’erogazione. Fa eccezione il comune di Milano, dove la rete idrica rimarrà affare di Palazzo Marino.
La legge anticipa una volontà del governo nazionale, quella di sopprimere gli Aato (autorità comunali che sinora hanno gestito il servizio), che era stata rimandata al 2012 dal Consiglio dei ministri. Con il provvedimento Raimondi, ai Comuni (attraverso la conferenza dei sindaci) spetterà solo un parere vincolante su atti e tariffe decisi dalle Province. Gli enti locali potranno costituire società patrimoniali che si occuperanno di scegliere a chi affidare il servizio. Dunque ai privati.
La legge non piace al centro sinistra, che al momento del voto ha abbandonato in blocco l’aula. Duro il commento dell’ex presidente della Provincia di Milano, Filippo Penati (Pd), che evidenzia come la decisione sia frutto di un compromesso politico tutto interno alla maggioranza del Pirellone: “La Lega ruba acqua ai sindaci, si svende per qualche nomina promessa nelle direzioni generali della sanità”.
Mercoledì 22 dicembre il Consiglio dei Ministri ha deliberato il testo del Decreto “Milleproroghe”. Ora deve essere emanato dal Presidente della Repubblica e immediatamente pubblicato in Gazzetta Ufficiale.
Nel testo deliberato è stata inserita la proroga delle Autorità d’Ambito fino al 31 dicembre 2011, pertanto le AATO mantengono tutte le loro prerogative fino al termine del 2011.
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