
ANCORA SUL RICHIEDEI
Mercoledì 17 novembre la seduta del Consiglio Comunale si è aperta con la relazione del Presidente della Fondazione Richiedei, Fausto Gardoni, che ha dato conto degli ultimi sviluppi dell’Ente, delle sue tribolazioni finanziarie e dell’aggiornamento del piano industriale.
Un’iniziativa sicuramente lodevole e dovuta; peccato che la presenza della cittadinanza sia stata piuttosto scarsa, testimonianza forse di una stanchezza sul tema o forse a causa dei messaggi molto tranquillizzanti che alcuni fogli hanno diffuso tra i gussaghesi, dando loro l’idea che il peggio sia alle spalle e che il futuro del Richiedei sia tinto di rosa.
La relazione del Presidente Gardoni si può scomporre in tre principali capitoli, a conclusione dei quali è stata svolta una digressione che ci sembra di poter definire come il classico “in cauda venenum”. Ma vedremo più oltre il motivo di questa sensazione.
Il primo capitolo ha analizzato la situazione drammatica in cui versava il Richiedei al momento dell’investitura dell’attuale C.d.A. ed ha dimostrato quanto quest’ultimo abbia lavorato per cercare di rimettere su binari di corretta e sana gestione organizzativa e finanziaria l’Ente, con esiti oggettivamente importanti e positivi.
Sotto la nuova gestione la produzione annuale di debito si è molto ridotta. Essa è infatti passata dai circa 4 milioni di euro del 2009 ad una previsione, ormai consolidata, di € 1.300.000 per il 2010, con la possibilità di ulteriori miglioramenti.
Da ciò emergono alcune considerazioni: da un lato l’apprezzamento sincero del lavoro svolto dagli attuali amministratori e dall’altro l’evidenza delle responsabilità gravissime dei precedenti amministratori e di coloro che ne hanno coperto, anche sul piano politico, le scelte e le magagne. Responsabilità ancora più gravi e al limite della colpevolezza se pensiamo che i risultati ottenuti dall’attuale C.d.A. non sono frutto di pensate da premio Nobel dell’economia, bensì derivano da una gestione di buon senso e dal controllo oculato di tutte le entrate e le spese gestionali e amministrative. Come sarebbe diversa la situazione del Richiedei, se negli scorsi anni la produzione di deficit fosse stata simile a quella di quest’anno!
I responsabili della voragine, sull’orlo della quale si trova il Richiedei, dovrebbero chiedere venia alla cittadinanza e dovrebbero essere chiamati a rendere conto delle loro azioni.
Comunque la si guardi, però, la produzione di deficit rimane: deficit ridotto ma pur sempre deficit, che si somma alla pesantissima situazione pregressa.
Il secondo capitolo ha dimostrato la necessità di reperire risorse finanziarie ‘fresche’ per affrontare l’attuale emergenza, in attesa che il piano industriale ideato dal C.d.A. giunga a realizzazione e produca un incremento di entrate. Entro questo discorso la vendita della Santissima al Comune, nuove linee di credito a breve da parte di alcune banche e l’alienazione di vari immobili (Taglietto, Colle Barbisone, palazzina di via Richiedei) costituiscono gli elementi portanti che dovrebbero permettere la sopravvivenza finanziaria della Fondazione almeno fino ai primi mesi del 2011.
Il terzo capitolo della relazione ha illustrato le prospettive del vero e proprio piano industriale, valido fino al 2015. Il progetto di risanamento dell’Ente, affinché non produca più debito ma utili, si fonda sull’apertura di nuovi servizi, sull’acquisizione di nuovi accreditamenti per letti aggiuntivi di degenza, sulla trasformazione di letti generici in letti di specialistica. Se tutte le indicazioni e le speranze contenute nel piano industriale si realizzassero, il Richiedei per come lo conosciamo potrebbe salvarsi.
Ma non è tutto così semplice. Perché il piano si concretizzi occorre che gli accreditamenti e le trasformazioni siano concessi in tempi certi e rapidi, per consentire gli adeguamenti strutturali necessari all’ottenimento degli accreditamenti, una volta terminato il periodo di straordinaria emergenza indicata nel secondo capitolo della relazione.
I passaggi non sono facili. Occorre un impegno alto, qualificato, tenace e univoco. Ma nella relazione del Presidente e nel dibattito succeduto non abbiamo trovato quella tensione che deriva dalla consapevolezza delle difficoltà e dalla determinazione per uscirne.
Secondo noi non basta il solo ordine del giorno fatto proprio dai Comuni dei distretti Asl 2 e 6 e dalla Provincia allo scopo di sollecitare
Bisogna essere più consapevoli del fatto che a livello regionale la ‘partita’ della Sanità è resa complicata da interessi e indicazioni incrociate. Per esempio il Piano Regionale lombardo reputa eccessivo il numero dei letti di medicina specialistica e prevede una loro parziale trasformazione in letti generici: esattamente il contrario di quanto necessita al Richiedei.
Il pericolo non è superato. I rischi per il Richiedei sono enormi. La possibilità di un esito negativo continua ad essere molto alta ed i gussaghesi devono saperlo, vista la sua importanza per la comunità, alla quale offre servizi e garantisce posti di lavoro.
Veniamo all’ultima considerazione svolta dal Presidente Gardoni. Egli ha concluso il suo intervento ricordando come il Richiedei rappresenti in ogni caso una risorsa economica notevole, grazie al suo patrimonio immobiliare e strutturale, il cui valore ammonta a circa 40 milioni di euro. A questo va aggiunto il valore dei posti letto attualmente accreditati, quantificabile in 12/13 milioni di €, per un totale complessivo quindi di 52 milioni di euro. Anche a fronte di un debito totale di circa € 30 milioni, la consistenza economica dell’Ente è comunque notevole.
Quasi certamente, il Presidente ha così voluto esaltare un patrimonio della collettività, però ci è sembrato che il richiamo al valore economico della Fondazione abbia pure sottolineato l’appetibilità di un eventuale affare sul mercato. Per tutti questi segnali la questione non è chiusa, non è pacifica e non è scontata. La perdita del Richiedei nella sua forma e nei suoi assetti attuali, forse non nel breve periodo, ma senza dubbio nel medio avrebbe effetti devastanti e impossibili da recuperare. C.C.
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