
Si scrive “ACQUA” ma si legge “DEMOCRAZIA”
La raccolta di firme a sostegno dei tre quesiti referendari contro la privatizzazione delle gestioni idriche ha conseguito risultati eccezionali: 1.500 cittadini/e hanno firmato a Gussago,
Ora il Comitato “Gussago per l’acqua bene comune” sta programmando per il futuro altre iniziative volte alla difesa della risorsa più importante, più vitale del nostro Pianeta: l’acqua, appunto.
Da qui al giorno del voto referendario però è indispensabile che tutti/e mantengano alta l’attenzione verso i problemi e le minacce che incombono sull’acqua.
Infatti le destre, evidentemente preoccupate dalla grande mobilitazione popolare di questi mesi, stanno cercando di imprimere un’accelerazione alla privatizzazione delle gestioni idriche. Già dal prossimo 31 dicembre cesseranno automaticamente le gestioni dei servizi pubblici – acqua compresa – attuate in forme diverse da quelle elencate dall’art.23bis c. 8 della legge 133/08.
Per questo i promotori dei referendum ed i movimenti a difesa dell’acqua pubblica hanno lanciato un appello per una moratoria nell’applicazione delle nuove norme, che viga almeno fino alla consultazione popolare (consulta il sito acquabenecomune.org).
In Lombardia Formigoni e i suoi assessori addirittura tentano, insidiosamente e nel totale silenzio dei media, di anticipare gli effetti della legge nazionale per la privatizzazione dell’acqua.
Il Pirellone già in Agosto avrebbe voluto scippare ai Comuni lombardi ogni competenza sul ciclo idrico integrato, ma fortunatamente l’opposizione scatenata da cittadini, partiti, gruppi sociali ed enti locali (tra i quali purtroppo non possiamo citare Gussago) ha impedito che con un colpo di mano l’acqua lombarda fosse consegnata in esclusiva alle sole Province e, attraverso esse, a società miste di capitali.
Ma il 26 ottobre scorso
Al contrario sei Regioni italiane hanno presentato ricorso alla Corte Costituzionale contro il decreto Ronchi (naturalmente respinto dalla stessa Corte) ed altri enti locali (ancora una volta con l’esclusione del nostro Comune), hanno solennemente dichiarato nei propri Statuti che l’acqua deve essere un bene privo di rilevanza economica.
Ed in questo scenario così allarmante cosa accade a Gussago?
Comprensibile la bocciatura di quest’ordine del giorno da parte dei pidiellini, indefessi sostenitori della privatizzazione dei profitti – specialmente quando provengono da servizi esercitati in regime di monopolio – e della collettivizzazione dei costi. Meno coerente appare il voto dei leghisti nostrani, che a parole si ergono a strenui rappresentanti del territorio ma poi preferiscono accodarsi ai difensori delle multinazionali. Forse nessuno ha avvisato le camicie verdi gussaghesi che proprio i loro colleghi di partito in Valcamonica sostengono e promuovono fortemente la campagna referendaria? L’acqua di Gussago vale forse meno di quella camuna? O forse Lazzari e soci non hanno letto le dichiarazioni bellicose rilasciate dal presidente dell’Associazione Comuni Lombardi Attilio Fontana, leghista, che si è detto pronto “alla guerra totale”. O forse s’è trattato di semplice e servile remissività ai diktat delle direzioni nazionali del Pdl e della Lega Nord, prone agli ordini delle grandi multiutilities mondiali dei servizi pubblici?
Ad ogni modo la nostra riposta non è mancata e non mancherà. L’iniziativa pubblica tenutasi, nell’ambito della giornata nazionale di mobilitazione, sabato 4 dicembre a Brescia è soltanto una delle manifestazioni attraverso le quali i cittadini continueranno a far sentire la propria voce e ad esprimere la propria contrarietà alla privatizzazione dell’acqua. F.R.
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