giovedì 15 gennaio 2015

Acque avvelenate

Troppi pesticidi in fossi e falde: l’allarme dell’Ispra
Si trova ancora l’atrazina, fuori legge da 30 anni e altri inquinanti. Nelle valli altre sostanze chimiche e metalli pesanti

I residui di erbicidi e pesticidi non scompaiono del tutto una volta utilizzati. Ma finiscono in fiumi, fossi e acque di falda. Lo dimostra anche quest’anno il rapporto Ispra, che ha elaborato i dati Arpa del 2012: i veleni che uccidono erbe infestanti e insetti sono stati trovati in abbondanza nei fossi (nel 76% dei campioni) meno nelle acque sotterranee (30% dei casi). L’atrazina è un potente pesticida fuorilegge da trent’anni eppure i suoi residui si trovano ancora. L’inquinante è in buona compagnia: terbutilazina (ancora utilizzata sul mais), Metolaclor (fuorilegge dal 2003 e utilizzato per mais, soia), Bentazone, Glisofate e Imidacloprid.

L’Arpa ha trovato inquinanti nei fossi e nei fiumi di Castenedolo (Naviglio Grande), Flero (Vaso Fiume), Cazzago San Martino (seriola Castrina) ma anche a Pozzolengo, Rudiano, Castrezzato (Baioncello). Nelle acque dei corsi d’acqua delle valli invece i pesticidi lasciano il posto ai metalli pesanti e inquinanti industriali (mercurio e tetracloroetilene): sono stati trovati a Bovegno nel Mella, a Marcheno (Lembrio), Villa Carcina (Gombiera), Sarezzo, Bovezzo. Per quanto riguarda le acque sotterranee sono stati trovati inquinanti ad Adro, Brescia, Calvisano, Gardone Valtrompia, Pisogne.

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