sabato 21 novembre 2015
Il Governo Renzi preferirà salvare le banche anzichè i disoccupati?
Il Governo prepara un decreto salva-banche. Domenica
riunione del Cdm
20 novembre 2015. Il Consiglio dei ministri si riunirà in un’insolita
seduta domenicale, domani pomeriggio alle 17,30. Il Governo ha deciso di varare
un decreto legge per completare il meccanismo di risoluzione delle crisi
bancarie. Direttamente interessate sono le quattro banche in amministrazione
straordinaria – Popolare Etruria (istituto del quale era vicepresidente il
padre del ministro Maria Elena Boschi) Banca Marche, Carife e CariChieti – per
le quali appare difficile il tentativo di salvataggio da parte del Fondo
interbancario di tutela dei depositi per l’opposizione della Commissione
europea. L'intervento per decreto legge disegna una strada alternativa al nuovo
meccanismo europeo del bail-in, che peraltro entrerà in vigore dal primo
gennaio prossimo e che prevede in caso di crisi bancarie il coinvolgimento di
azionisti, obbligazionisti e in ultima battuta, se necessario, dei correntisti
della banca con conti superiori ai 100mila euro. … I crediti in sofferenza del
sistema bancario italiano hanno raggiunto il record di 200 miliardi di euro in
settembre.
… da martedì scorso, cioè da quando è entrato in vigore il
decreto legislativo che recepisce la direttiva europea sui salvataggi bancari,
è formalmente stata costituita presso Bankitalia l'Autorità di risoluzione
delle crisi: secondo quanto si apprende, è ad essa che potrebbe toccare
l'attuazione del piano di salvataggio delle quattro banche. Facendo ricorso
agli strumenti previsti dal decreto: oltre al bail-in, congelato fino al 1°
gennaio 2016, c'è la possibilità di costituire un ente ponte cui conferire gli
asset buoni, e una bad bank in cui “scaricare” i crediti deteriorati.
… emergerebbe l'ipotesi di costruire otto newco: quattro
good bank e altrettante bad bank, due per ognuna delle banche in crisi. Con
quali soldi? La normativa parla anzitutto di risorse di mercato, e qui le
banche (Banca Intesa, Ubi e Unicredit per un totale di circa 2 miliardi di
euro), come ha confermato l'altroieri il presidente Abi Antonio Patuelli sono
pronte a fare la loro parte; poi ci potrebbe essere la conversione di una parte
delle obbligazioni subordinate. Da ultimo, la direttiva Brrd prevede
l'intervento dello Stato: la normativa italiana di recepimento non ha inserito
questa parte, ma basterebbe un decreto legge ad hoc per farlo. Proprio quel
decreto legge che potrebbe essere varato dal Consiglio dei ministri di domenica…
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