domenica 7 agosto 2016

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Vivenzi in pole per la presidenza della nuova Lgh a trazione A2A
Piace ai soci lombardi della multiutility, restano resistenze in seno a Cogeme

Dopo il via libera dell’Antitrust alle nozze tra A2A e Lgh si intensificano gli incontri tra le multiutility per definire il nuovo cda di Linea Group Holding, che dovrà arrivare al closing dell’operazione (113 milioni per il 51% di Lgh) entro il 30 settembre. Sono ore nevralgiche per la scelta del nuovo presidente, che spetta ai soci Lgh (così come quella di 6 consiglieri) mentre il direttore (e altri 7 consiglieri) spettano ad A2A. Diverse fonti contattate dal Corriere danno in pole position il renziano di ferro Antonio Vivenzi. Ex sindaco di Paderno Franciacorta e oggi consigliere politico alla Presidenza del Consiglio dei ministri, è stato abile tessitore delle nozze tra A2A e Lgh.

Il suo nome, sarebbe ben accetto anche dai soci non bresciani di Lgh (Cogeme Rovato, Aem Cremona, Asm Pavia, Astem Lodi e Scs Crema). Restano da vincere delle «resistenze» all’interno di Cogeme, primo socio di Lgh con il 30% delle quote (alla pari di Cremona), il cui cda da meno di un mese è espressione del centrodestra. A tessere le fila del dialogo è in queste ore Dario Lazzaroni eletto nuovo presidente Cogeme l’ 8 luglio (al posto di Giuseppe Mondini) con il 51% dei voti da otto comuni di centrodestra (Rovato, Cazzago, Pontoglio, Comezzano, Trenzano, Coccaglio e Maclodio) ai quali - nella tornata amministrativa di giugno - si è aggiunto Torbole Casaglia. Il nome di Vivenzi servirebbe anche a calmare la faida interna a Cogeme, che ha visto in soli 9 mesi tre diversi cda. Dopo l’ok alle nozze con A2A arrivato in dicembre, tre consiglieri di centrodestra si erano dimessi ed il 5 febbraio era stato eletto un nuovo cda (con il 50,4%) che per la prima volta aveva estromesso Rovato e Cazzago, i quali l’8 luglio si sono presi la loro rivincita.

La sede di Lgh rimarrebbe però a Cremona, anche se Antonio Mossini, sindaco di Cazzago San Martino attacca: «Non solo il presidente di Lgh deve essere bresciano ma anche la sede deve essere spostata a Rovato. Basta essere vessati da Cremona, che ha affossato Aem con 28 milioni di debito, con ripercussioni anche su Lgh». Sarà il nuovo presidente Lgh che andrà ad firmare il closing ma anche ad affinare il piano industriale firmato con A2A il 5 marzo. Il via libera dell’Antitrust, al fine di evitare posizioni predominanti in materia di rifiuti, prevede che A2A debba cedere un impianto di trattamento nel Lodigiano e che (per i prossimi 5 anni) metta a disposizione di soggetti terzi la capacità di trattamento e termovalorizzazione di 125 mila tonnellate l’anno di rifiuti negli impianti di Pavia e Milano (ed eventualmente Brescia). Mossini però chiede di non forzare i tempi: «Non mi va che si anticipi la data del 30 settembre; troppe le cose da approfondire per tutelare i comuni bresciani».

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