domenica 8 ottobre 2017

Glifosato, il veleno nascosto

l'ICE Iniziativa dei Cittadini Europei "Stop Glifosato" è stata presentata a Bruxelles il 05 ottobre, accompagnata da oltre 1.070.000 firme a sostegno, ed è stata pubblicata nel registro on-line della Commissione Europea

La Commissione procederà all'esame dell'iniziativa dei cittadini. 

Conformemente agli articoli 10 e 11 del regolamento (UE) n. 211/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 febbraio 2011, sull'iniziativa dei cittadini, entro i prossimi 3 mesi i promotori dell’iniziativa incontreranno la Commissione Europea e, in audizione pubblica, il Parlamento Europeo per spiegare le questioni sollevate. Al termine della procedura, la Commissione presenterà in una comunicazione le sue conclusioni giuridiche e politiche sull'iniziativa dei cittadini, l'azione che intende eventualmente adottare e le sue ragioni per prendere o meno questa azione.

Il deposito ufficiale dell’ICE precede di pochi giorni la riunione in cui il Comitato sull’autorizzazione alla produzione, commercializzazione ed uso di tutti i prodotti fitosanitari a base di glifosato dovrà decidere e votare se rinnovare l'autorizzazione per altri 10 anni.
Allo stato attuale sembra che non ci siano le condizioni per ottenere una maggioranza qualificata a favore del rinnovo per il glifosato. Infatti, per ottenere una maggioranza qualificata, il Comitato avrebbe bisogno di almeno il 65% del "peso" di voto da parte degli stati membri dell'UE.

In realtà il Comitato avrebbe già dovuto decidere sulla proposta di rinnovo dell’autorizzazione del glifosato, ma ha preferito (e non è la prima volta) rinviare la discussione ad una delle prossime riunioni. Che questo ennesimo stop sia dovuto alla notizia che il report dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) sulla non cancerogenicità del pesticida, è stato redatto copiando e incollando parti di un dossier della Monsanto?

In Italia, uno dei maggiori utilizzatori dell’erbicida, i dati ISPRA sul monitoraggio delle acque confermano la sua presenza sia nelle acque superficiali che in quelle sotterranee in percentuali che spesso superano i limiti consentiti.

Nel suo parere l’ECHA, l’Agenzia europea per le sostanze chimiche che comunque ha dato il via libera al glifosato, ha riconosciuto che provoca seri “danni agli occhi” ed è “tossico con effetti duraturi sulla vita in ambienti acquatici”.


IL GLIFOSATO È IL PESTICIDA PIÙ DIFFUSO IN ITALIA E NEL MONDO ED È POTENZIALMENTE CANCEROGENO PER L’UOMO.

Il glifosato è l’erbicida più utilizzato su scala globale. È presente in oltre 750 formulati, tra cui il Roundup®, marchio registrato dalla multinazionale Monsanto, dedicati alle colture intensive, agli orti e al giardinaggio. Nel 2014 la produzione mondiale di glifosato ha superato le 800.000 tonnellate; il trend purtroppo nei prossimi anni è destinato crescere e si stima che entro il 2020 la richiesta possa raggiungere il milione di tonnellate. Lo sviluppo del mercato è legato al crescente impiego delle colture geneticamente modificate (OGM) resistenti al glifosato.
Ad accendere i riflettori sull’erbicida più venduto al mondo è stata la valutazione di cancerogenicità espressa lo scorso anno dalla IARC  (International Agency for Research on Cancer), organo dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS)  ritenuto la massima autorità in campo oncologico.

IL GLIFOSATO È TOSSICO

È utilizzato per uccidere le piante infestanti e agisce in modo non selettivo, ossia in grado di sterminare indiscriminatamente qualunque organismo vegetale sul quale viene impiegato.
Il glifosato può contaminare il suolo, l’aria e le acque superficiali e profonde. Il rapporto ISPRA sui pesticidi nelle acque italiane evidenzia che le sostanze più diffuse sono proprio il glifosato e il suo metabolita AMPA, a dispetto di affermazioni secondo cui l’erbicida si degraderebbe velocemente senza creare problemi.
Al di là delle rassicurazioni fornite dai produttori, il glifosato è una sostanza ad elevata tossicità ambientale capace di alterare la funzionalità degli ecosistemi e degli habitat naturali e ridurre drasticamente la biodiversità ritenuta fondamentale per la buona salute della biosfera, della popolazione umana e della stessa agricoltura.

IL GLIFOSATO È PERICOLOSO

Il 20 marzo 2015 la IARC, dopo una rigorosa revisione della letteratura scientifica, ha reso pubblico un documento che definisce l’erbicida come “probabile cancerogeno per l’uomo”, classificandolo nel gruppo 2A in relazione alla pericolosità per la salute umana. Dal documento, divulgato anche su The Lancet Oncology, emerge una forte correlazione epidemiologica tra l’esposizione al glifosato e il linfoma non-Hodgking. Oltre all’azione oncogena il glifosato, come risulta da numerosi studi, sembra agire anche come “interferente endocrino”, perturbando molteplici e delicate funzioni cellulari.

Tutto ciò imporrebbe l’adozione del principio di precauzione sancito dalle norme europee.

COSA CHIEDIAMO

La coalizione StopGlifosato chiede, in assenza di pareri univoci sul piano scientifico sulla cancerogenicità del glifosato
al Governo Italiano, ai Ministri competenti di Agricoltura, Salute e Ambiente e alle istituzioni europee, di applicare il principio di precauzione in nome della tutela della salute pubblica, vietando definitivamente e in maniera permanente la produzione, la commercializzazione e l’uso di tutti i prodotti fitosanitari a base dell’erbicida.
alle Regioni chiede la rimozione del glifosato da tutti i disciplinari di produzione che lo prevedano e l’esclusione dai premi dei PSR delle aziende che ne facciano uso, evitando l’insensatezza di premiare con fondi pubblici  “l’uso sostenibile di un prodotto cancerogeno”.

http://ec.europa.eu/citizens-initiative/public/initiatives/successful/details/2017/000002

2 commenti:

Sinistra a Gussago ha detto...

GLIFOSATO, NULLA DI FATTO AL COMITATO TECNICO UE
COALIZIONE #STOPGLIFOSATO: BENE L’ITALIA A TUTELA DELLA SALUTE DEI CITTADINI E PER L’AGRICOLTURA DI QUALITA’
Roma, 25 ottobre - Il comitato tecnico su cibi e alimentazione non ha raggiunto nessuna decisione sul glifosato. Per decidere o meno della proroga, serve una maggioranza qualificata dei Paesi: stavolta né la proposta di rinnovo della Commissione Ue per 10 anni né la posizione contraria rappresentata soprattutto da Italia e Francia sono riuscite a raccogliere il quorum necessario, e lo stesso è avvenuto per 7 e 5 anni. Per la Coalizione #StopGlifosato, si tratta comunque di un segnale importante. “Il voto di ieri del Parlamento Europeo, che chiedeva ancora 5 anni di glifosato libero, non è riuscito fortunatamente a rappresentare un punto di mediazione accettabile per i Governi - commenta la portavoce Maria Grazia Mammuccini - Di fatto, l’unica posizione accettabile per i cittadini europei, in grande maggioranza contrari all’uso di un prodotto sospetto di cancerogenicità, è quella dell’uscita definitiva dal glifosato nel più breve tempo possibile. Si legge nel comunicato ufficiale finale che ‘la Commissione continuerà a lavorare con gli Stati membri per trovare una soluzione che goda del maggiore supporto e assicuri un alto livello di protezione della salute umana e dell’ambiente’. Crediamo che in questo senso, la posizione espressa dal Governo italiano che ha votato contro il rinnovo del glifosato e che sostiene l’uscita definitiva dal glifosato nei tempi più rapidi possibili, sia l’unica che possa rappresentare queste istanze. Noi da parte nostra non abbasseremo il livello di attenzione: siamo pronti per la prossima riunione del Comitato PAFF”. A favore del rinnovo al glifosato hanno votato 16 paesi: Bulgaria, Danimarca, Repubblica Ceca, Estonia, Irlanda, Spagna, Cipro, Lettonia, Lituania, Ungheria, Paesi Bassi, Polonia Romania, Slovacchia, Finlandia e UK. Germania e Portogallo si sono astenuti (la Germania lo aveva già annunciato, in attesa della formazione del governo). Italia, Francia, Belgio, Grecia, Croazia, Lussemburgo, Malta, Austria, Slovenia e Svezia hanno invece votato contro il rinnovo. “Prendiamo atto con soddisfazione, che il fronte dei Paesi che hanno ascoltato la voce dei cittadini europei e che hanno espresso un voto contrario a una nuova autorizzazione per il glifosato nel frattempo si è allargato” conclude Mammuccini.

Sinistra a Gussago ha detto...

I paesi UE riuniti nel Comitato d’appello hanno votato lunedì a favore del rinnovo dell’autorizzazione dell’erbicida glifosato per cinque anni. Gli equilibri sono stati spostati dal ministro dell’Agricoltura tedesco Christian Schmidt che ha votato a favore del rinnovo in contrasto con la linea del governo: “questo non corrispondeva alle direttive preparate dal governo”, ha dichiarato la cancelliera Angela Merkel. La coalizione italiana #Stopglifosato: una brutta pagina a Bruxelles, negato totalmente il principio di precauzione, il rinnovo un’autentica truffa ai danni dei cittadini europei e dell’ambiente. Tra le proteste degli ambientalisti della coalizione europea Stop Glyphosate, che si sono presentati davanti alla sede della Commissione Europea a Bruxelles, è stata approvata lunedì pomeriggio l’autorizzazione all’uso del glifosato proposta dalla Commissione europea per altri cinque anni prima della messa al bando a partire dal 2022. Il voto sul rinnovo dell’autorizzazione del glifosato è avvenuto nel cosiddetto “comitato d’appello”, che riunisce i rappresentanti degli Stati membri a livello ministeriale. Determinante il parere positivo della Germania, che ha di fatto spostato l’equilibrio dei paesi UE riuniti in comitato d’appello. La maggioranza qualificata si espressa a favore con 18 paesi (quasi tutti i paesi dell’Est), 9 contrari (Italia, Francia, Belgio, Grecia, Ungheria, Cipro, Malta, Lussemburgo e Lettonia), 1 astenuto (Portogallo). Inaspettatamente, la Germania, che si era sempre astenuta negli scorsi tentativi nel Comitato permanente UE su piante, cibi e mangimi (Comitato Paff), facendo mancare la maggioranza qualificata pro o contro la proposta della Commissione, questa volta si è espressa a favore. Ma il voto del ministro dell’Agricoltura tedesco dell’Unione Cristiano-Sociale in Baviera Christian Schmidt che ha votato in contrasto con la linea del governo ha creato imbarazzo a Berlino. La cancelliera Angela Merkel ha criticato la mossa del suo ministro che non ha concordato la linea con gli alleati di governo. “La mia posizione personale è più vicina a quella del ministro Schmidt, che a quella della ministra dell’Ambiente”, ha spiegato Markel, ma il voto di Schmidt “non corrispondeva alle direttive preparate dal governo”. Ora la Commissione adotterà una decisione formale prima che l’autorizzazione attuale scada il 15 dicembre.